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PIÑA COLADA, PORTO RICO O CUBA?

Origini, storia e percorsi del cocktail IBA a base di rum, latte di cocco e succo d’ananas “conteso” tra due nazioni

– di Federica Borasio pubblicato il 10 luglio 2023 –
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Come accade per tutte le grandi cose, anche per la Piña Colada il percorso di riconoscimento è stato lungo e faticoso (e forse non si è ancora completato del tutto).

Per affermarsi, questo drink ha dovuto sbandolare un’aggrovigliata matassa fatta di luoghi, leggende e personaggi pronti a sgomitare per accaparrarsene la paternità, tutt’oggi avvolta da una nebbia di evidenze storiche e aneddoti, poco empirici ma squisitamente romantici.

PIÑA COLADA, ORIGINI CONTROVERSE

Nonostante sia il cocktail ufficiale di Porto Rico, per comprenderne le origini occorre salpare alla volta di Cuba, dove la storia di questo drink si mescola alla leggenda che vede protagonista il pirata Riccardo Cofresì, primo nel 1700 a offrire alla sua ciurma una bevanda a base di rum, ananas e cocco. 

Spostandosi poco più avanti nel tempo, nel 1824, alcuni viaggiatori diedero conferma dell’esistenza di questa corroborante preparazione parlando del drink come di un’usanza tipica dei contadini del posto, che per ammorbidire l’aguardiente erano soliti addolcirlo con l’ananas. 


Un'immagine di Cuba
Un’immagine di Cuba

Nel 1838 fu invece Charles Dickens (non proprio uno caso) a raccontare nel suo The Posthumous Papers of Pickwick Club della bevanda preparata con ananas, rum e acqua.

Un modo di bere talmente d’uso comune che cento anni dopo, alla Floridita di L’Avana, veniva ancora proposto un semplice “piña con ron” (ananas con rum).

INTANTO, A PORTO RICO…

Ma eccoci rientrare a Porto Rico, dove ben due i personaggi provarono ad attribuirsene la creazione.

Il primo, nel 1954, fu Ramon Monchito Marrero, barman del Beachcombe dell’hotel Hilton Caribe di San Juan, che dopo ben tre mesi di sperimentazioni riuscì a codificare un cocktail pensato nella sua testa per soddisfare i palati dei clienti più raffinati: la Piña Colada.

Pochi anni dopo, nel 1963, ci provò anche Don Ramon Portas Mingot al La Barrachina Bar di San Juan. Quale sia la verità non è dato saperlo, ma ancora oggi all’esterno de La Barrachina esiste una targa che la celebra come “la casa donde naciò la Piña Colada” (la casa dove nacque la Piña Colada, ndr).


Il cocktail Piña Colada
Il cocktail Piña Colada

Il tentativo di entrambi i barman fu però un buco nell’acqua, considerando che inizialmente il drink non solo non ebbe il successo sperato, ma venne messo alla gogna dalla critica, che lo riteneva tra i “peggiori esempi di cocktail”. O tra i migliori per rovinare il sapore del rum.

(A proposito, di rum ne abbiamo appena parlato, ecco un link per approfondire e trovare diversi spunti di lettura). 

L’AFFERMAZIONE INTERNAZIONALE DELLA PIÑA COLADA

Anche se difficile da credere, per alcuni l’affermazione della Piña Colada sarebbe da ascrivere a una canzone del 1979 di Rupert Holmes dal titolo “Escape (The Piña Colada Song)”.

Il brano parla di una coppia in crisi che, per trovare un diversivo alla routine, organizza un incontro al buio scoprendo di avere in comune molto di più di una piña colada.



Altri, forse più realisticamente, sostengono che siano stati l’arrivo del ghiaccio, lo sviluppo di nuove tecniche di preparazione e un maggiore bilanciamento della struttura del cocktail a dare una spinta alla diffusione del drink tra i palati internazionali, sempre più interessati a bevande in grado di smorzare le note dolci del rum con la freschezza e l’acidità di quello che è considerato il segreto perduto della Piña Colada, ovvero il lime.

TRICOLOR COLADA: IL TWIST DI GIAN MARIA CIARDULLI SULLA PIÑA COLADA

Se la ricetta originale prevede l’utilizzo di rum bianco, crema di cocco e succo di ananas fresco, esistono molte celebri varianti del drink classico: dal Virgin Colada al Raspberry Piña Colada con lamponi freschi, fino al Tequila Piña Colada, con tequila al posto del rum. 

La nostra voglia di sperimentare, ci ha fatto chiedere a Gianmaria Ciardulli, ambassador di Spirito Autoctono, di realizzare un twist rinfrescante sulla versione tradizionale del drink.

Nasce così il Tricolor Colada, che sostituisce alle note dolci del rum la freschezza del gin, amplificata dall’aggiunta del liquore agli agrumi e del succo di lime e ammorbidita dai sentori tropicali dell’ananas e dell’acqua di cocco. 

LA RICETTA

INGREDIENTI

3 cl Soero gin
1,5 cl Plamb (liquore agli agrumi)
1,5 cl succo di lime
6 cl acqua di cocco
6 cl ananas

Versare gli ingredienti nello shaker, agitare energicamente, filtrare e servire con la decorazione.


Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione Interculturale Multimediale, ha un passato da speaker radiofonica e “mastica” cibo e vino praticamente da sempre. Appassionata di musica e viaggi, si è avvicinata al mondo degli spiriti in tempi recenti, ma non intende più allontanarsi.

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