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Dolci di pasqua e distillati, delizie da condividere

Percorso spiritoso alla scoperta dei migliori abbinamenti tra i dolci tradizionali della Pasqua e alcune chicche ad alto grado alcolico.

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, diceva il saggio. Che si scelga di trascorrere la Pasqua con gli amici oppure in famiglia, la vera costante restano le delizie della tavola, piccoli e grandi sfizi che soddisfano la gola e raccontano di tante, diverse, tradizioni culinarie che percorrono l’Italia da Nord a Sud. 

Tra i prodotti pasquali più ambìti spiccano senz’altro i dolci, spesso caratterizzati da ingredienti ricchi e densi di valori simbolici come la Colomba o l’Agnello pasquale. La prima, simbolo di pace e speranza, è arricchita da canditi e mandorle, mentre il secondo, spesso realizzato in cioccolato o marzapane, rappresenta l’agnello sacrificale della tradizione cristiana.

Accanto a questi, sono molteplici i dolci pasquali da gustare: dalle uova di cioccolato alla Pastiera napoletana; dalle Cassatelle siciliane alle Scarcelle pugliesi; dalla Resta lombarda alla Pigna dolce laziale. E poi ancora la Cuddura siciliana, la Brazadela dell’Emilia-Romagna, il Pan di Ramerino toscano, le Pardulas sarde, la Pinza triestina, la Ciaramicola umbra o la Corona del Trentino Alto-Adige. Ognuna con radici ben salde nelle tradizioni locali.


La tipica Colomba di Pasqua
La tipica Colomba pasquale

ABBINAMENTI AD ALTA GRADAZIONE

Accontentate le richieste del palato, perché un pasto possa dirsi davvero completo occorre scegliere il giusto abbinamento con gli spiriti (meglio se autoctoni). Presenze imprescindibili sulle tavole di ogni festività, sono spesso serviti come digestivi dopo i pasti e contribuiscono a creare convivialità. Vere e proprie chicche ad alto grado di cui l’Italia è ricca e offre esempi unici nel loro genere. Ecco alcuni spunti di assaggio, dalle grappe ai distillati di frutta, perfetti da gustare in purezza o proporre accanto ai dolci tipici di queste festività. 


Distillati per Pasqua
Distillati per Pasqua


Filu ‘e Ferru

Sull’asse Lombardia-Sardegna può giocarsi l’abbinamento tra la Colomba, il dolce simbolo della Pasqua, e il distillato di vinaccia tipico dell’isola, noto come “Filu ‘e Ferru” perché si racconta che i contadini la distillassero clandestinamente con alambicchi rudimentali e, per eludere i controlli, la nascondessero sotto terra nell’orto, facendo affiorare come segno di riconoscimento un filo di ferro. Tra le sue migliori interpretazioni la Grappa “Filò” di Spirito Sardo, un distillato di vinacce di alta qualità, dal carattere secco ma di grande struttura, ma anche il “Filu ‘e Ferru” di Sivio Carta o il “Filu ‘e Ferru” Barricato di Distillerie Lussurgesi

I Distillati di frutta

Prodotti da mosto, succo, vino o residui di frutta, le acquaviti di frutta sono sempre una certezza per ripulire (e profumare) il palato a fine pasto. Tra i più grandi interpreti di questa categoria vi è Gianni Capovilla, distillatore “nomade” che viaggia alla ricerca di frutta selvatica nei luoghi più disparati, dall’Altopiano di Asiago alla Romania.

Accanto ai distillati di uva (fragolino bianco e rosso, moscato Fior d’Arancio e moscato Rosa), da provare sono i distillati di frutta “tradizionale” (mele Gravensteiner, Cotogne, e Decio di Belfiore; pere Williams, Moscatello Estivo, Buona Luisa e ciliegie Duroni) e quelli di frutta spontanea (ciliegie, prugne e pere selvatiche; pere Del Miele; nespole; ribes nero; bacche di sambuco e sorbo dell’Uccellatore).


I distillati di Capovilla
I distillati di Capovilla

Da Castelrotto (Bolzano) anche le acquaviti di frutta della distilleria Zu Plun, proposte in diverse varianti “autoctone”: albicocche della Val Venosta; lamponi di Fiè allo Sciliar; amarene della Valpolicella; pere Williams, prugne e uve Regina provenienti dall’Alto Adige. Senza dimenticare Prime Uve Bianche, un distillato d’uva dal gusto fine e ricco di dettagli aromatici prodotto a  Gaiarine (Treviso) da Bonaventura Maschio. L’accompagnamento ideale per lievitati o ricche torte pasquali. 

Grappa

Tra i grandi spirits, a farsi sempre più largo tra le preferenze dei millennials e della Gen Z (ma non solo) è la grappa. Non un semplice distillato, ma “IL” distillato italiano per eccellenza, che raccoglie grandi interpretazioni in tutte le regioni a vocazione vinicola.

Tra i nostri ultimi assaggi la Grappa Trentina Riccardo Schweizer, icona della distilleria F.lli Pisoni che racchiude le caratteristiche cruciali di diverse grappe da monovitigno; quindi la grappa di Brunello Riserva della distilleria Deta, segnata da caratteristiche note aranciate e burrose, da gustare in momenti speciali e la grappa di Ruchè “Radici” della distilleria piemontese Mazzetti d’Altavilla, ideale per dessert con frutta candita accanto ad altre chicche tutte piemontesi come la Grappa Monte Acuto e la Grappa Selezione del Fondatore – Paolo Berta 2003 delle Distillerie Berta,  le grappe di Arneis e Barolo della Distilleria Montanaro, la Grappa Riserva “La Speziata” della distilleria Sibona o la Sgrappa di Sgrappa.


Assaggi di grappa (© Grappa Trentino)
Assaggi di grappa (© Grappa Trentino)

Un elenco, quello delle grappa d’eccellenza, che prosegue anche spostandosi più a est, dove si trovano due delle regioni italiane, insieme al Piemonte, a più alta vocazione grappistica: il Veneto e il Trentino.

Anche qui, ad emergere sono prodotti d’eccellenza come la Grappa Bassano “24 carati” o la Grappa “Cleopatra” Moscato Oro delle distillerie Poli di Bassano del Grappa, la Grappa Biologica di Amarone della Valpolicella della distilleria F.lli Brunello di Montegalda e, in Trentino, la Grappa invecchiata oltre tre anni della Distilleria Pilzer di Faver, la grappa “Anfora” della distilleria Marzadro di Nogaredo, la Grappa 137 Barrique di Rossi D’Anaunia di Novella, la Grappa Segnana Pinot Nero di Segnana F.lli Lunelli di Ravina, la Grappa Vecchia Riserva di Giovanni Poli di Santa Massenza e la Grappa Riserva “Triè” di Villa De Varda di Mezzolombardo.

“Rum” made in Cilento

Per accompagnare il cioccolato  niente è meglio di un distillato morbido e concentrato come il “Terùn” prodotto da Giuseppe Pastore, che utilizza il metodo Solera per ottenere un prodotto caldo ed elegante, che si differenzia dal rum per la sola particolarità di essere realizzato non con melassa di canna da zucchero, ma con melassa di fico Bianco Dottato secco.


Assaggi spiritosi di Pasqua
Assaggi spiritosi di Pasqua

Un prodotto simbolo del Cilento che è anche presidio Slow Food e che Giuseppe utilizza in pressoché tutte le sue produzioni: dal fichi sott’olio al patè di fichi; dalla mostarda di fichi all’aceto balsamico di fichi; dal mosto cotto alla “Ficata”, una crema di fico Mondo, carrubo e zucchero.

Tanti anche i liquori, dai classici liquore al fico e all’ulivo (aulivo), passando per l’amaro al mir-to, proposto in purezza o mediterraneo; dal Finocchietto al Vrora, realizzato dagli scarti di vari liquori in base vinosa.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione Interculturale Multimediale, ha un passato da speaker radiofonica e “mastica” cibo e vino praticamente da sempre. Appassionata di musica e viaggi, si è avvicinata al mondo degli spiriti in tempi recenti, ma non intende più allontanarsi.

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