Mar Mediterraneo
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IL MEDITERRANEO, IL GIN E LA POESIA DELL’AZZURRO

In navigazione lungo le coste del “mare in mezzo alle terre” alla scoperta di alcuni dei gin più interessanti in circolazione

– di Paolo Campana pubblicato il 18 giugno 2023 –
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“A un certo punto della sera e del mattino l’azzurro del Mediterraneo supera ogni immaginazione. È il colore più intenso e meraviglioso, credo, di tutta la natura”.

Così Charles Dickens descriveva Il “mare in mezzo alle terre” al suo amico critico letterario John Forster. Il Mediterraneo, quella immensa tela dipinta di azzurro e tratteggiato da oltre quarantaseimila chilometri di costa. lo scrigno che custodisce uno dei più grandi tesori inneggianti la biodiversità dell’intero creato. La natura nella sua essenza più pura, arcaica. La salvezza, in qualche modo.

Un valore indispensabile, riconosciuto sì, ma non sempre preservato e valorizzato. Miliardi di anni di racconto tra storia, poesia, profumi e più prosaici sapori. Il ‘mare nostrum’ e i territori che ne delimitano i confini, da esplorare e navigare, da conoscere e da assaporare, per sentire quel suono silenzioso, ma travolgente, che fa vibrare i nostri ricordi.

IL MEDITERRANEO E LA PRODUZIONE DI GIN

Una ricchezza che ultimamente ha trovato spazio nella creatività e nella voglia di guardare oltre l’orizzonte conosciuto. Ecco che alcuni artigiani della distillazione, moderni alchimisti, hanno racchiuso il nostro mare, la sua essenza, il suo colore, la sua poesia, nelle loro piccole creazioni spiritose. Quattro distillati di ginepro, quattro visioni diverse, quattro voci dissimili per narrare il loro personale viaggio nell’azzurro Mediterraneo.

ACQUAMARIS GIN

Il diario di bordo ci fà approdare a Catania, dove Bruno Patane con la sua Acquamaris, da sempre si occupa della commercializzazione dell’acqua di mare per scopi alimentari.


Il gin Aquamaris
Il gin Aquamaris

L’attività di Bruno affonda le radici nella storia, già dai tempi di Carlo Magno l’acqua di mare era considerato un ingrediente comune e salutare in cucina. Un segno tangibile che la cultura, la conoscenza e l’attenzione per il mare non è certamente cosa moderna. Anzi (ndr).

Il prezioso liquido è una risorsa importante sulla quale Bruno Patanè ha creduto e investito, prima nel suo uso in purezza e, molti anni dopo, nel suo utilizzo quale botanica per la la produzione dell’Acquamaris Gin.

Un distillato che, scontato scriverlo, illustra al naso e al palato tanto la Sicilia quanto il suo mare. Pochi altri comprimari: il ginepro, il limone verdello – cultivar di limone meno aspra del solito e santoreggia. Rinforzare la sicilianità, l’alcool derivato da due grani antichi sicialini: la Tumminia e il Russello, quest’ultimo un grano rosso, tra le cinquantadue diverse cultivar di grani siciliani.

Il risultato è un distillato equilibrato, fresco al naso come al palato. Il sorso è morbido e rotondo nell’immediato, poi la sapidità gioca con le note alcoliche ingentilendole. Le note agrumate sono eleganti, poco invadenti. Da bere liscio, alla temperatura giusta, abbinato anche – ma non solo – ad un primo piatto a base di mitili. Divertente anche come base del Martini, ovviamente, da bere a tutto pasto, davanti al rosso di un bel tramonto siciliano.

U’MAURU GIN

La navigazione è breve, anzi brevissima, ci spostiamo di poco in questo viaggio virtuale, per raggiungere Massimo Mirabella. Un passato nella moda, persona sensibile e uomo visionario. Come molti durante il periodo del Covid ha ripensato la sua vita, fin lì decisamente vincente e movimentata; la distillazione come idea girava nella sua mente, ma non riusciva a trovare un’idea che lo convincesse.

Finché lungo le strade della sua Catania non ha incontrato un’amica d’infanzia: l’alga Mauro, conosciuta perché una delle poche commestibili del mediterraneo. Oggi quasi totalmente estinta. E così, tra un sogno e un pizzico di visione è nato il gin U’Mauru. La pietra lavica dell’Etna a fare da tappo e il cuore della costa catanese in bottiglia.


Gin U'Mauru
Gin U’Mauru

L’alga Mauro oggi si può trovare, in Italia, solo in poche centinaia di metri di costa tra Taormina e Catania, testimone fragile della vastità e biodiversità del Mediterraneo, di cui scrivevamo poco sopra.

È rossa, filamentosa, e il suo nome scientifico è Chondrachantus teedei. Il nome comune si dice derivi dall’associazione al colore bruno: con “marocchinu” i siciliani identificavano ogni individuo dalla pelle bronzea, termine che con il tempo venne abbreviato in “mauru”.

Un’alga che sintetizza quindi per storia, natura e sapore Catania e il suo mare e che, una volta distillata con il solo ginepro, dà vita ad uno dei Gin più interessanti e innovativi che abbiamo provato nell’ultimo anno.

La sua cartina di tornasole il Martini Dry – estremamente Dry! – per una aperitivo o un fine serata di contemplazione. Magari a pantaloni rimboccati, passeggiando in riva al mare, quest’ultimo unico ingrediente da fissare nella memoria.


Un gin marino
Un gin marino

MY COAST GIN

Il nostro diario di bordo ci riporta sulla Penisola, da Taormina e Catania, cambiando calice e profumi, arriviamo fino a Nocera: siamo in provincia di Salerno e più precisamente a casa di Prisco Sammartino, il vulcanico creativo, architetto prestato alla distillazione e folgorato davanti alla via della scuola da Master Distiller, che con Anna Rufino altrettanto vulcanica compagna di vita, ha messo in piedi le Officine Alkemiche.

Come detto siamo in provincia e, anche se la produzione non è strettamente sul mare, il mare è nel DNA dei prodotti e di chi li produce; qui troviamo quella passione, quella creatività e quel coraggio tipici solo di un vero lupo di mare.

Coraggio, poesia e mare sono palesi in tutta la sua linea di prodotti, a cominciare da quel Gin MyCoast che porta in sé il colore del mare, ma regalato da un frutto della terra: l’oramai famoso “Butterfly Pea Flower”, capace di esprimersi in una tenue ( e romantica, diciamocelo) tonalità di blu.

Il colore non è ruffiano (cosa che capita in altri colleghi di altri brand che eccedono nell’infusione dei petali), ma sincero e così anche il profumo: chi ha avuto la fortuna di viaggiare in macchina, a finestrini aperti, lungo i tornanti della Costiera Amalfitana in primavera lo riconoscerà. Agrumi e germogli, fiori delicatissimi per un sorso finale che ricorda quella sensazione di fresco che solo il mare, quando riemergiamo dall’acqua e poggiamo i piedi sulla sabbia, sa regalare. Con un caftano sulle spalle e il tramonto davanti agli occhi, il suo drink perfetto è il Gin&Tonic, con una tonica neutra che possa rispettare tutte le sfumature di questo gin e delle sue botaniche.


Prisco Sammartino e Anna Rufino alla premiazione delle Ampolle d'Oro 2023
Prisco Sammartino e Anna Rufino alla premiazione delle Ampolle d’Oro 2023

GIN, DAL MARE AL TERRITORIO

Ma le Officine non affacciano sul mare, come dicevamo, e disconoscere quel territorio ricco che è la Campania sarebbe un affronto. Nasce così Ginnarì: un occhio strizzato al dialetto napoletano, che rimane nelle orecchie a chi sa ascoltare, e nel colore tutto il sole e il sapore di Amalfi, quell’angolo di mondo “in cui cittadini sono già in paradiso” (lo si legge in un bassorilievo nel sottopasso che porta dal mare al cuore della vecchia Repubblica Marinara).

I limoni utilizzati sono quelli di Amalfi Igp, per l’appunto, e come giustamente Prisco e Anna tengono a sottolineare, “sono veramente quelli” tanto che possono fregiarsi in etichetta del supporto del Consorzio di tutela. Un gin che riesce a fare quello che a volte gli umani non vogliono: la pace, tra due terre vicine ma a volte molto distanti.

E lo fa con un profumo scoppiettante e un colore sobrio, un’etichetta vivace – tutta la loro estetica è particolarmente curata – e un sapore che arriva dritto al punto. Due cubetti di ghiaccio, un tumbler basso e Pino Daniele in sottofondo: non c’è altro modo di berlo.


I gin di Officine Alkemiche
I gin di Officine Alkemiche

Il nostromo, un uomo barbuto, ci fa ampi segni: è ora di ripartire, di salpare, perché il mare non si ferma mai, anche se il nostro mini tour potrebbe terminare qui per quanto abbiamo appreso, degustato e scoperto lungo la costa.

GIN GINEPRAIO

Non possiamo però esimerci dal fare un salto in Toscana, una delle regioni-casa del Ginepro nostrano, dove i ragazzi di Ginepraio (Fabio Mascaretti ed Enzo Brini) hanno trovato il modo di infondere il senso del mare e della sua mediterraneità all’ultimo nato, l’Organic Mediterranean Dry Gin (qui la scheda dedicata con il nostro assaggio).

Questa volta siamo di fronte ad un prodotto nato dalla fusione tra il ginepro (ovviamente) e i profumi della macchia mediterranea, genitori del profumo unico di questo gin. Un profumo voluto e identitario anche in degustazione, visto che nasce dalla volontà e dal lavoro dei ragazzi del Podere Santa Bianca, una vera e propria factory d’eccellenza situata tra Volterra e il mare.

Qui Claudio Gaiaschi e Benedetta Tecchio (vero naso assoluto dell’azienda) hanno messo in piedi qualcosa di unico: quattro ettari di campi tutti intorno ad uno splendido casale, coltivati ad uliveto ed erbe officinali che vengono distillate nel laboratorio di casa. Spesso insieme alle piante spontanee che crescono in valle e assorbono tutto il vento, l’aria e gli odori del mare.

RESPIRARE IL MARE CON L’ORGANIC MEDITERRANEAN

Ognuna di queste figlie della terra viene poi riassunta in degli olii essenziali che, per nostra fortuna, sono stati utilizzati proprio per il nuovo Ginepraio. Grazie a questa sinergia l’Organic Mediterranean arriva al naso come una brezza marina, portando con sé anche aromi di arancia amara, mandarino, lentisco, origano e carota che gli donano quel sapido finale perfetto sia per la bevuta in purezza che (ovviamente) per la mixology (basta stare attenti nella scelta dei compagni di viaggio, che non siano troppo dolci).

(A questo link anche il nostro assaggio del Ginepraio Amphora Navy Strength)


Gin Ginepraio
Gin Ginepraio

Anche in quest’ultima tappa – ma in effetti potremmo andare avanti a lungo, e lo faremo – abbiamo trovato e scoperto come il Mediterraneo sia un fantastico collettore di vita e di idee.

Tutto grazie a uomini e donne che sanno interpretarlo con amore e passione, realizzando e portando a casa prodotti unici nel loro genere, che con tutta probabilità ci invidiano in tanti, ma che – consentitecelo – possiamo realizzare solo noi che questo mare lo viviamo e lo conosciamo da miliardi di anni.

Che il Mediterraneo sia quella nave che va da sola, tra il futuro la poesia nella scia di quei marinai e quell’onda che non smette mai che il Mediterraneo sia“. Eugenio Bennato

Nasce astemio nel 1971 a Roma, ma già alla fine degli anni ’80 si appassiona alla creatività e al buon bere. Frequenta Accademia delle Belle Arti e in contemporanea sviluppa una passione vera e sincera per il Campari e il Gin (in tutte le sue declinazioni). Illustratore, fumettista, mangiatore e creativo. Scrive e collabora con varie testate giornalistiche da anni. Conoscitore delle varie dinamiche del food&beverage, ha sempre fame e sete.

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