Piemonte Torino cover
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PIEMONTE IN AUTUNNO. SAPORI, SPIRITI E ASSAGGI

Da Torino a Tortona, passando per le Langhe e il Monferrato. Tutto quello che c’è da fare (e gustare) in una delle regioni più golose d’Italia, il Piemonte

I piemontesi, ogni novità li irrigidisce, l’inatteso li terrorizza, per farli muovere sino alle Due Sicilie (ma nei garibaldini c’erano pochissimi piemontesi) ci sono voluti due liguri, un esaltato come Garibaldi e uno iettatore come Mazzini”.

È servita una penna illustre come quella di Umberto Eco, che piemontese lo era di nascita, per inquadrare perfettamente le sfumature dei piemontesi, un popolo poco avvezzo all’incertezza e più orientato al pragmatismo, cortese pur nella sua naturale diffidenza. Chi è piemontese però sa che, dietro una corazza solo apparentemente inviolabile si nasconde, il più delle volte, un animo sensibile, poco incline al protagonismo e, forse proprio per questo, a prima vista schivo e riservato. 

LA RICCHEZZA DEL PIEMONTE

Di riflesso, anche il Piemonte vive spesso in sordina, nonostante il suo passato glorioso e una serie di pregi non proprio trascurabili che lo rendono una regione unica nel suo genere: a partire dalla biodiversità tra le meglio conservate d’Italia, passando per i suoi paesaggi – con ecosistemi che vanno dalla montagna alla pianura, dal lago alla collina – fino a toccare l’enogastronomia, croce e delizia dei piemontesi ma anche risorsa che vive (e sopravvive) nelle tradizioni dei singoli territori. 

Un patrimonio di bellezza e gusto che vale la pena conoscere, mettendo in conto più di una sosta per soddisfare non solo gli occhi, ma anche lo spirito. 


La Galleria Subalpina, a Torino
La Galleria Subalpina, a Torino

TORINO, IL PIEMONTE PIÙ MONDANO

Immaginandosi in macchina per un viaggio alla scoperta delle bellezze della regione, si parte da Torino, la ‘piemontesità’ fatta città. Prima capitale del Regno d’Italia, il capoluogo conserva nella sua stessa architettura, sontuosa e barocca, quell’animo sabaudo che è proprio dei piemontesi. Abbracciata dalle Alpi, protetta dalla Mole e costellata di grandiose piazze – da piazza San Carlo a piazza Castello – è celebre per i suoi caffè storici, salotti in cui la storia di uomini e personaggi illuminati si è intrecciata con alcuni dei prodotti che hanno fatto conoscere il Piemonte in tutto il mondo.

Basti pensare al vermouth, che qui è nato nel 1786 per opera dell’erborista Antonio Benedetto Carpano (abbiamo raccontato la sua storia in due volumi. Qui il primo e qui il secondo), oppure al celebre tramezzino, inventato nel 1926 tra le mura del Caffè Mulassano. E poi il ‘bicerin’, letteralmente ‘il bicchierino’ composto da caffè, cioccolato – altro vanto dei torinesi – e crema di latte, codificato dall’omonimo caffè di piazza della Consolata e ancora oggi protagonista accanto alla cioccolata calda e ai celebri gianduiotti dei menu delle più antiche caffetterie cittadine, dal Caffè San Carlo al Caffè Platti (a questo link l’articolo dedicato), dal Caffè Fiorio alla confetteria Baratti&Milano


Piemonte Torino cover

TORINO DA SCOPRIRE, A TAVOLA E AL BANCONE

Breve guida per scoprire sapori e prodotti del mondo, ma anche per evadere nel capoluogo piemontese


Ma al di là della sua indubbia storicità, dal punto di vista enogastronomico Torino ha saputo raccogliere anche la sfida della contemporaneità, aprendosi alle novità e interpretandole con spirito curioso e propositivo. Ne sono un esempio i tanti, tantissimi locali che animano i quartieri del centro, da San Salvario a Vanchiglia, ma anche gli indirizzi che, appena fuori dalle rotte più frequentate della movida, stanno scrivendo nuove pagine dell’accoglienza torinese.

Primo tra tutti è Edit (p.zza Teresa Noce, 15/A), un vero e proprio social hub in zona Barriera di Milano che in un vecchio spazio industriale fa convivere le anime del birrificio, della caffetteria, del pub e del cocktail bar, con un graziosissimo giardino dove rilassarsi in estate. Diciannove spine da cui attingere, un menu internazionale con influenze nippo-ispaniche e una drink list ispirata e ben codificata che guarda anche oltre i confini nazionali. What else? 


L'esterno di Edit
L’esterno di Edit

Spostandosi nuovamente in centro, a due passi dal lungo Po e dalla Gran Madre, interessante per formula e contenuto è anche La Drogheria (p.zza Vittorio Veneto 18/D), cocktail bar che unisce un’interessante carta drink (quella attuale è dedicata all’illusione) a un menu di ispirazione mediterranea, proposto in formato tapas, con la particolarità che il locale ospita anche un bazar dove acquistare spirits e liquori selezionati (ma non solo). Qui ogni mese vengono proposte degustazioni private con focus sull’abbinamento tra miscelazione e alta cucina, con la proposta di bevande alcoliche sperimentali studiate ad hoc. 

Soddisfatte le necessità del palato, Torino può rivelarsi un’ottima idea anche per gli amanti del vintage. Tra gli appuntamenti più amati da torinesi e non c’è infatti quello con il Gran Balon, il mercato dell’antiquariato che ogni seconda domenica del mese anima l’area cittadina che va da Borgo Dora al Cortile del Maglio con 300 banchi stracolmi di cimeli, libri, abbigliamento, ceramiche, prodotti di artigianato e opere di modernariato. Il mercato è organizzato dall’Associazione Commercianti Balon, che si occupa anche del Balon del sabato, storico mercato delle pulci di Torino che arriva fino a Porta Palazzo. 

Ma è già tempo di rimettersi in macchina, questa volta per imboccare la Asti-Cuneo: 90 chilometri tra borghi, colline e cose buone. 


Piazza San Secondo, Asti
Piazza San Secondo, Asti

ASTI

Situata a 55 chilometri da Torino, tra le colline delle Langhe e quelle del Monferrato, Asti è la quarta provincia del Piemonte per densità di popolazione, celebre in particolare per i suoi vini – Barbera d’Asti e Moscato su tutti – ma anche per il suo palio storico, tra i più antichi d’Italia, che si tiene ogni anno nel mese di settembre.

Percorrendo le vie del centro storico ci si imbatte in un’infinità di architetture basso-medievali e barocche tra cui spiccano la cattedrale di S. Maria Assunta, la più grande e più importante cattedrale gotica di tutto il Piemonte, Palazzo Alfieri, Palazzo Mazzetti e Palazzo Gazzelli, ma anche la torre civica e la torre rossa, per citare soltanto alcune delle architetture che da sole meritano una visita. 


Il Mercatino di Natale di Asti
Il Mercatino di Natale di Asti

Nel periodo natalizio, dall’11 novembre al 17 dicembre, il cuore della città si veste a festa con il mercatino di Natale più grande d’Italia. Centotrenta casette in legno dove acquistare prodotti di artigianato e specialità gastronomiche provenienti da tutto lo Stivale accanto a una teoria di street food con un’ampia scelta di cibo, dalle proposte più tradizionali a quelle più contemporanee. 

Chi è in cerca di un approdo sicuro per pasti e fuori pasti, qui il riferimento è Il Cicchetto (via Garetti, 11) il locale che Franco Cavallero – istrionico vignaiolo, produttore di spirits e coltivatore di botaniche – ha pensato per dare seguito all’idea di condivisione nel senso più profondo del termine. Un luogo dedito alla celebrazione del gusto che le figlie di Franco, Altea e Ginevra, conducono con simpatia e garbo, tenendo un occhio sempre puntato sul giusto pairing. In tavola i piatti sono quelli della tradizione piemontese – dal vitel tonné alla fassona – con qualche divagazione extra-Italia. Nel bicchiere c’è l’imbarazzo della scelta, ma il consiglio è quello di provare gli spirits di casa Cavallero, dal Gin Agricolo al Vermouth di Torino Superiore fino all’ultimo nato di casa: Bitteranza


FRANCO CAVALLERO, UNA SORGENTE INFINITA DI IDEE

Dal Bitteranza allo Spiritual Club, passando per il vino e la ristorazione, tutte le carte del vulcanico patron di Cantine Sant’Agata


Riprendendo la strada in direzione di Cuneo, qualche deviazione è pressoché d’obbligo. Chi ha avuto modo di apprezzare l’atmosfera natalizia nel centro di Asti, non può che mettere in conto una tappa anche a Govone. Come ogni anno, infatti, il piccolo borgo langarolo si trasforma nel “Magico Paese di Natale”, con animazioni e iniziative pensate per grandi e piccoli visitatori: dalla Casa di Babbo Natale alla scuola degli Elfi, fino alla mostra “Natale a Casa Savoia” allestita in via eccezionale all’interno del Castello Reale (maggiori informazioni su https://www.magicopaesedinatale.com/).

ALBA

La seconda deviazione è invece ad Alba, centro industriale delle Langhe (se diciamo Ferrero, qualcosa dovrebbe venirvi in mente, ndr) e capitale del tartufo bianco, cui ogni anno viene dedicata una Fiera che attira visitatori da ogni parte del mondo. Qui non è raro restare quasi intontiti dal profumo di cioccolato che si espande nell’aria, ma il secondo aroma che più identifica questo angolo di Piemonte è senz’altro quello del prezioso fungo ipogeo, re dei menu dei tanti ristoranti del centro.



Qui ha casa lo stellato Enrico Crippa con il suo ristorante Piazza Duomo (p.zza Risorgimento, 4), mentre a dieci minuti di macchina è possibile raggiungere un altro luogo del cuore: La Madernassa di Guarene (reg. Lora, 2), un resort con camere e ristorante immerso tra le colline, dove lo chef Giuseppe D’Errico e il fratello Francesco, sotto la guida di Ivan Delpiano e Fabrizio Ventura, tracciano una cucina che guarda al territorio con creatività e apertura verso le contaminazioni.

Una curiosità: molti degli ingredienti utilizzati provengono dall’orto di proprietà, comprensivo di una serra, un campo aperto, un vigneto e un percorso aromatico con oltre 400 specie di erbe aromatiche selezionate. 



CUNEO, IL PIEMONTE DEI SAVOIA

Le soste sarebbero tante, ma lo stomaco non può quanto il cuore (se però per strada vi viene fame, chiedete al navigatore di portarvi fino a Roddino, alla trattoria Da Gemma in via Guglielmo Marconi 6, ultimo – o quasi – baluardo della più rigorosa cucina di Langa) ed ecco che, dopo una sosta all’Antica Distilleria Bordiga (via Valle Maira, 98), che dal 1888 produce distillati in Langa utilizzando erbe officinali alpine delle Valli Occitane, finalmente si arriva a Cuneo.

Tra i pochi capoluoghi dell’Italia settentrionale ad avere origini moderne e non romane, la città fu edificata dai Savoia come cittadella militare ed è definita la “Capitale verde d’Italia” non soltanto per la sua posizione geografica, con le montagne vicine e il parco fluviale Gesso e Stura a far da sfondo, ma anche per l’ampio progetto di riqualificazione che, specialmente negli ultimi anni, ha visto la città cambiare forma in ottica green partendo proprio dalle sue aree urbane. 



Tra le particolarità del centro storico ci sono senza dubbio i portici: 8 chilometri di camminamenti al coperto, risalenti a varie epoche, che da via Roma si sviluppano incontrando la centralissima piazza Galimberti, ma anche il palazzo del municipio e alcune dimore storiche appartenute alla nobiltà, accanto ad architetture religiose come le chiese di Santa Chiara e Santa Croce, la sinagoga dell’ex ghetto ebraico in contrada Mondovì e i palazzi medievali di piazza Virgilio. 

Tra le specialità da provare i celebri cuneesi al rum, cioccolatini creati dalla storica pasticceria Arione partendo da una crema al fondente e rum racchiusa tra due morbide meringhe sigillate da una copertura di cioccolato. Per rifocillarsi, la scelta potrà ricadere su Galì (p.zza Galimberti, 6), locale centralissimo aperto dall’ora della colazione fino a tarda sera, che sposa la formula food & drink con una proposta che dai grandi classici della tradizione piemontese si sposta su piatti di respiro internazionale. Si beve bene, con spiriti che esplorano terre (anche) lontane e sorsi che si muovono tra i grandi classici della miscelazione e nuove proposte, frutto di costanti sperimentazioni. 



VERSO ALESSANDRIA, PASSANDO DAL MONFERRATO

Si risale in macchina, questa volta per raggiungere Alessandria transitando dal MonferratoMunfrà per i piemontesi -, una zona collinare che con i suoi paesaggi vitivinicoli, insieme a Langhe e Roero dal 2014 è patrimonio tutelato dall’Unesco.

Non tutti sanno che questo areale compreso fra le province di Alessandria e Asti è anche la zona più ‘castellata’ d’Italia, con una concentrazione di dimore storiche tra le più importanti del Piemonte e dello Stivale. Piea, Camino, Gabiano, Rosignano Monferrato, Moncalvo, San Giorgio Monferrato, Frassinello e Casale, considerata la capitale del Monferrato, sono solo alcuni dei manieri che si possono visitare in diversi momenti dell’anno, magari inserendo nel proprio itinerario anche la visita ad alcuni dei borghi più suggestivi e dei loro infernot, piccole camere sotterranee costruite scavando a mano il tufo o la pietra da cantoni – una  particolare roccia arenaria tipica di questa zona – e solitamente adibiti a cantina o dispense. 

Ma anche il Monferrato è terra di distillerie. Per un itinerario segnato dal giusto grado alcolico, sono diversi gli indirizzi da segnare in agenda, a partire da Magnoberta (strada Asti, 6), storica realtà nata nel 1918 a Casale Monferrato come piccolo spaccio di liquori e vermouth cui si deve la ricetta di uno dei prodotti tradizionali della città, l’Amaro Casale.


MONFERRATO, 100 CANDELINE PER L’AMARO CASALE

L’amaro della distilleria piemontese festeggia il centenario con una special edition


Proseguendo in direzione Alessandria, nel caratteristico borgo di Altavilla Monferrato, ci si imbatte in un altro nome di riferimento per gli amanti delle bevande spiritose: la distilleria Mazzetti (viale Unità d’Italia, 2). Fondata nel 1846 a Montemagno da Filippo Mazzetti, la distilleria oggi vede al timone la settima generazione rappresentata dalle sorelle Silvia, Elisa e Chiara Belvedere Mazzetti, con Sanzio Evangelisti in prima linea tra gli alambicchi. La loro produzione negli anni si è estesa oltre la grappa, toccando anche il brandy, i liquori (Caffè, Mirtillo, Fragolina, Miele, Liquirizia, Amaretto e Limone) e il gin.


Il ristorante Materia Prima Alessandria Piemonte
Il ristorante Materia Prima

Spoiler: nel 2024 usciranno sul mercato con un whisky italiano con sei anni di invecchiamento a filiera completa. Una sosta in distilleria può essere l’occasione anche per concedersi un’esperienza golosa a tutta grappa: all’interno della struttura, infatti, il ristorante Materia Prima la porta in cucina, offrendo agli ospiti l’opportunità di godersi un intero menu segnato dall’abbinamento tra i piatti della tradizione e i distillati di casa. 


La cittadella di Alessandria (© Fai - Fondo Ambiente Italiano)
La cittadella di Alessandria (© Fai – Fondo Ambiente Italiano)

ALESSANDRIA

Lasciate alle spalle le colline monferrine, in circa mezz’ora di auto si arriva ad Alessandria, il comune più esteso della regione e il terzo per popolazione. Considerata la ‘mesopotamia’ del Piemonte per il suo posizionamento tra i fiumi Tanaro e Bormida, la città è da sempre un importante nodo di interscambio per la sua centralità rispetto al triangolo industriale Torino-Milano-Genova.

Proprio la sua posizione strategica, agli inizi del Settecento spinse Vittorio Amedeo II di Savoia a fortificarla militarmente, costruendovi una cittadella a pianta stellare che ancora oggi fa conoscere Alessandria oltre i confini regionali, seconda (forse) soltanto alla celebre battaglia di Marengo, combattuta nel 1802 in territorio alessandrino, e alla fabbrica di cappelli Borsalino, fondata in città nel 1857. 


L'esterno del Museo Borsalino ( © Helmut Berta) Alessandria Piemonte

Come ogni località del Piemonte che si rispetti, però, anche Alessandria lega la sua storia a una lunga tradizione dolciaria, che trova massima espressione in specialità come i Baci della pasticceria Gallina, i cannoncini della pasticceria Zoccola, la Polenta del Marengo® della Pasticceria Bonadeo, o ancora nei tanti esempi di delizie in formato mignon che svettano tra i banconi delle pasticcerie della città, da Voltaggio a Mezzaro

Per dare soddisfazione alla gola, chi passa da queste parti del Piemonte dovrebbe prendersi tempo per una sosta al ristorante Itaca (via Pastrengo, 5). Atmosfera ricercata, un banco bar con bottigliera a vista e, dietro al bancone, Luigi Barberis, una sicurezza per bere bene (in città, è titolare anche del Caffè degli Artisti, del Caffè Post e di SpiritOH ndr). La cucina porta la firma di Marco Mannori, abile a mixare semplicità, equilibrio e ricerca con piatti che traggono ispirazione dal territorio per aprirsi a scenari internazionali. Da provare. 



TORTONA

L’itinerario si conclude a Tortona, avamposto lombardo in Piemonte esteso sulla sponda destra dello Scrivia, tra la pianura di Marengo e le colline che anticipano l’Appennino Ligure. 

Dal passato ricco di storia, la città è stata crocevia, in epoca romana, di grandi strade consolari – dalla via Fulvia alla via Emilia – e presenta ancora oggi un centro ben conservato, con architetture storiche, tra cui spiccano Palazzo Guidobono, oggi sede delle raccolte civiche, e il Teatro Civico, un gioiellino realizzato su progetto di Pietro Pernigotti interamente decorato con fregi e stucchi. Sul colle Savo, il più importante dei sette su cui, secondo la tradizione, fu fondata la città, sorge invece il Castello di Tortona, anticipato da un grande parco che da inizio Novecento ne occupa l’ampia spianata.

I COLLI TORTONESI, LA RIVOLUZIONE ENOICA DEL PIEMONTE

Circondata dai colli tortonesi, oggi Tortona è al centro di una rivoluzione enoica in Piemonte che vede il vino simbolo di questo territorio – il Timorasso – conquistare sempre più quote di mercato, ma anche dal punto di vista gastronomico sta facendo parlare di sé.


L'interno dell'Osteria Billi's Tortona Piemonte
L’interno dell’Osteria Billi’s

In questo senso, parte del merito va a una ristorazione curiosa che negli anni ha saputo cogliere le richieste di una clientela sempre più esigente, inventando e sperimentando. È il caso dei fratelli (gemelli) Alessandro e Filippo Billi e della loro Osteria Billis (viale Piave, 5); situato all’interno dei giardini della stazione, il loro locale è prima di tutto un progetto di riqualificazione, che ha dato nuova linfa a una zona prima di allora poco raccomandabile.

Qui il passato dei fratelli in alcuni dei migliori ristoranti d’Italia (e non solo) si traduce in un’esperienza di gusto a 360 gradi: la cucina poggia su ingredienti del territorio selezionati, interpretati in chiave contemporanea, e anche la scelta delle bevande è un viaggio: dalla carta dei vini alla selezione dei drink, un concentrato di passione, creatività e competenza. 



Poco più in centro, all’interno di una chiesa sconsacrata dopo la Seconda Guerra Mondiale, il ristorante di Anna Ghisolfi (via Giulia, 1) è quanto di più godurioso e sperimentale possa esistere in Piemonte. Lei, ex campionessa di basket prestata alla cucina professionale, è una felice sintesi di genialità ed equilibrio che ogni giorno, tra i vapori della splendida cucina a vista, si esibisce scomponendo i piatti della tradizione e reinterpretandoli in forme sempre nuove. Divertimento allo stato solido. 

Spoiler numero due: a giorni rialzerà le serrande anche il Caffè Milano (via Emilia, 183). Lo zampino è sempre quello di Luigi Barberis, che dopo Alessandria e Acqui Terme – dove si trova il Caffè dei Mercanti – ha scelto Tortona per ampliare il suo parco-bar attraverso la ristrutturazione di un locale storico della città. Un nuovo riferimento per gli amanti del buon bere? Noi scommettiamo di sì. 

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione Interculturale Multimediale, ha un passato da speaker radiofonica e “mastica” cibo e vino praticamente da sempre. Appassionata di musica e viaggi, si è avvicinata al mondo degli spiriti in tempi recenti, ma non intende più allontanarsi.

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