Famiglia Korubo. Stato di Amazonas, Brasile, 2017 © Sebastião Salgado/Contrasto
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AMAZZONI GIN IN MOSTRA CON SEBASTIÃO SALGADO

Il grande fotografo brasiliano e la distilleria dello Stato di Rio de Janeiro: tutto l’impegno possibile a favore della foresta amazzonica

Talvolta capita di partecipare anche nel mondo dei distillati a incontri non solo fortunati, ma persino emozionanti. Come quello avvenuto qualche settimana fa alla Fabbrica del Vapore di Milano e al vicino cocktail bar Bulk.

Con intelligenza e sensibilità Arturo Isola, fondatore di Amázzoni, prima di intrattenerci con la degustazione dei suoi gin, ci ha condotti a visitare una delle mostre più memorabili di Sebastião Salgado allestite di recente (in corso fino al 19 novembre 2023 vedi box a fondo pagina). L’esposizione contiene oltre 200 fotografie, sovente mozzafiato, accompagnate da cartelli esplicativi assai interessanti, che emozionano per la loro bellezza, ma suscitano al tempo stesso indignazione.

Infatti quel che sta accadendo in Amazzonia è un vero e proprio crimine contro l’umanità tutta, non solo per i danni che comporta la sistematica deforestazione, ma anche per il conseguente rischio di sterminio delle tribù che da tempo immemorabile vi vivono.

Salgado denuncia tutto questo con la macchina fotografica, Amázzoni si sforza nel suo piccolo di dare il suo contributo sostenendo con donazioni le popolazioni locali e il territorio. Nato quasi per caso – e per la passione per il Negroni di Arturo Isola – il primo gin brasiliano oggi è esportato in ben 15 Paesi, inclusa l’Italia.

«Sono un architetto e designer e nel 2010 mi sono trasferito per lavoro in Brasile. Dopo cinque anni di cachaça, birra, caipirinha, da appassionato di Negroni non ne potevo più. Anche nelle grandi città non trovi un cocktail bar con gin, Negroni, Vermouth, bitter. Quindi come hobby personale ho iniziato a distillare in casa, con un alambicco acquistato on line». Così comincia l’avventura di Arturo Isola, con il proprio Gin Amázzoni (distribuito in Italia da Fine Spirits)


Le opere di Salgado

E così hai creato il primo gin brasiliano….

«Esatto. Lo distilliamo in un’antica fazenda prima destinata alla lavorazione del caffè. E l’intenzione mia e del mio socio è stata subito quella di dargli un’impronta territoriale. In Brasile vi sono sei importanti biodiversità. Quindi abbiamo scelto di utilizzare botaniche locali, con un’attenzione specifica all’Amazzonia perché il nostro desiderio è che Amázzoni sia anche il veicolo per sostenere una causa a noi cara, che è la preservazione della foresta».


Il gin Amàzzoni

Infatti Amázzoni, il primo distillato che avete prodotto, è realizzato con botaniche mai utilizzate prima in un gin: fave di cacao, castagna del Pará, Maxixe, Cipó-cravo.

«Sì e a questo dopo due anni è seguito “Rio Negro”, un gin premium più complesso, più alcolico e che prevede anche il ginepro solido dentro la colonna dell’alambicco. Quindi per chiudere la trilogia abbiamo creato un altro gin colorato e citrico (con infusione di lemongrass e buccia di limone), l’Old Tom “Maniuara”, di 38 gradi alcolici, ottimo secondo noi nella miscelazione».

Parliamo dunque di Gin sbocciati piuttosto di recente, ma che si sono imposti quasi immediatamente. Amázzoni già nel 2018 conquista il titolo di Miglior Produttore Artigianale del Mondo ai World Gin Awards. Il loro carattere territoriale è evidente proprio per l’utilizzo di botaniche proprie dell’Amazzonia, ma al tempo stesso sono gin per nulla ruffiani e da sempre per nulla sostenuti o promossi con indebite campagne di marketing. Anzi, il ginepro, per esempio, non è occultato come avviene oggi in tanti fantomatici gin alla ricerca della originalità. Si assaggi per esempio il “Rio Negro”, con una concentrazione di ginepro sei volte superiore al primo gin della maison e di tanti altri gin, una gradazione di 51% e un profilo davvero muscolare.

La degustazione con i cocktail del Bulk di Milano

Mango: Amázzoni Gin, Cordial al mango piccante, zenzero e limone.
Palo Santo e Pepe: Amázzoni Maniuara, acqua di pomodoro, Palo Santo, pepe bianco amazzonico, limone.
Caffè e Cioccolato: Amázzoni Rio Negro, Cachaca Albelha, Inferno 9 di Dante, bitter al cioccolato bianco, caffè.


AMAZÔNIA
di Sebastião Salgado

“Questa mostra vuole ricreare l’ambiente della foresta amazzonica, che ho vissuto, documentato e fotografato per sette anni, dando la possibilità al visitatore di immedesimarsi e immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Sono particolarmente felice di tornare con Amazônia ad esporre a Milano, la città che ha dato sempre molto spazio al mio lavoro, offrendo ai cittadini l’occasione di vedere le immagini che sono una testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela” Sebastião Salgado

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