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GLENTURRET E LALIQUE, CONNUBIO VINCENTE

Whisky, buona cucina e Higlands scozzesi: lo spiriturismo per eccellenza

Gli amanti del whisky sanno bene che in Scozia le aree geografiche più ricche di distillerie dai nomi altisonanti sono lo Speyside e Isley, con molti indirizzi spesso non propriamente facili da raggiungere visto che si trovano ben lontano da Edimburgo o Glasgow, o addirittura su isole. Ma non è certo il caso di Glenturret, storica distilleria datata 1763 (alcuni però ipotizzano fosse in attività già da cinquantanni buoni), che oltre ad essere con ogni probabilità la più antica ancora oggi perfettamente funzionante, è facilmente raggiungibile dalle due principali città scozzesi con una trasferta in macchina di un’ora circa in direzione nord, tra le dolci colline che accompagnano verso le Highlands più aspre, ai margini del piccolo borgo di Crieff.

La visita della distilleria, in un percorso didattico che permette di passare attraverso le diverse fasi di produzione, rende ben chiaro non solo la qualità del prezioso distillato ma anche il peso della storia attraverso passaggi significativi, tra cambi di proprietà e di nome, antichi diritti di utilizzo dell’acqua dei fiumi (risalente al 1825), le scelte operate sui single malt e i blended, la produzione di peated (ovvero con l’aggiunta della torba nel processo di distillazione durante la fase di maltaggio dell’orzo). O la più recente attenzione per l’invecchiamento.     


La distilleria Glenturret

Basti pensare a quella che oggi è la bottiglia più esclusiva di Glenturret, quel 50 Years Old che, messo in botte nel febbraio del 1972 (ed è questa una pratica messa in atto solo una volta ogni dieci anni a partire da quella data), ha visto la luce nel 2022, con la prima delle 150 bottiglie messa all’asta da Sotheby’s e venduta per la modica cifra di 63 mila sterline.

Dal 2019 la proprietà della distilleria è una joint venture tra l’imprenditore svizzero/americano Hansjorg Wyss e il gruppo Lalique, ma questo non ha certo cambiato usi e tradizioni nella preparazione del whisky. Solo la bottiglia ha visto un nuovo packaging più ammiccante e moderno, ma per il resto i tini sono sempre costruiti utilizzando gli abeti di Douglas nordamericani che hanno un straordinaria capacità isolante, mentre la lunga fermentazione, che raddoppia le 48 ore, dona al Glenturret il distintivo aroma fruttato.    


Il Lalique Bar

LALIQUE, IL RISTORANTE

L’impegno del gruppo Lalique nella distilleria, all’interno della quale si trova un negozio con vendita dei diversi whiskey, di gadget vari (dai cappellini alle felpe) e dove scorrazzano liberi i due gatti mascotte, prosegue prima in una sala esposizione e vendita di pregiati oggetti in vetro e poi nel ristorante cui è stato dato il nome del brand. Inaugurato poco più di due anni fa, al suo interno rivela un design elegante che mescola con sapienza l’eleganza dei cristalli della casa con il tartan scozzese; offre un bar capace di stimolare la curiosità degli amanti della miscelazione mettendo in fila anche una rimarchevole selezione di whiskey non firmati solo da Glenturret; e soprattutto permette la sosta golosa in un ristorante stellato di un trentina di coperti, nonché l’unico al mondo presente in un distilleria premiato dalla guida rossa.


L’interno del ristorante Lalique

A reggere le sorti della cucina qui è il convincente cuoco scozzese, e originario di Glasgow, Mark Donald, il quale prima di approdare sulle rive del fiume Turret, che scorre placido a fianco del ristorante, ha messo sul tavolo credenziali importanti, con il passaggio al Noma in Danimarca, da Claude Bosi all’Hibiscus di Londra, ma anche non troppo distante da casa, tra il Balmoral e l’Andrew Fairlie a Gleneagles.

Insomma, un curriculum di tutto rispetto, compilato viaggiando molto e immaginando, un giorno, di mettere definitivamente le radici in Scozia. E per il cuoco trentasettenne il Lalique sembra essere, se non il punto di arrivo, sicuramente un tappa importante, come dice bene una cucina che sa unire precisione e ammiccamenti, che presta il fianco alla classicità senza restarne vittima.


Il Tattie Scone

Con una bisque che diventa Bisque-it, i deliziosi Foievioli (ovviamente ravioli di foie gras), i francesismi anglicizzati con eleganza, e gli scones che rincorrono una tart di kombu negli amuse bouche, a dettare i ritmi sin dall’inizio della cena.

Un percorso equilibrato e divertente, al quale si affianca anche un menù per vegetariani. Senza tralasciare la qualità della cantina, curata con grande gusto dal sommelier alsaziano Julien Beltzung, che spinge le sue competenze anche sula lista dei 400 whiskies presenti al bar.  

The Glenturret Distillery and Lalique Restaurant

Hosh – Crieff
Tel. +44.1764656565
www.theglenturret.com

Nato a Bergamo nel 1969, è sopravvissuto alla Nouvelle Cuisine e all'avanguardia, al chilometro zero, al fast food, al sushi, alla pasta con la vodka e al risotto con le fragole, alla tradizione rivisitata e ai tecno-emozionali, al prodotto di nicchia e alle trattorie moderne. Collabora, tra gli altri, con Cook Inc.

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