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SPIRITS E DRINK LIST: IN PIZZERIA SEMPRE PIÙ UN MUST

50 Top Pizza World conferma un trend internazionale: sempre ppizzerie propongono drink list e carta dei distillati di alta qualità

Habemus Papam!”. Le parole centrali della formula con cui, terminato il conclave, il cardinale decano dell’ordine dei diaconi annuncia al popolo l’elezione del nuovo pontefice, sarebbero perfette per proclamare, di anno in anno, il vincitore della 50 Top Pizza World, la classifica delle migliori pizzerie del mondo, tale è la solennità con cui i protagonisti del mondo della pizza vivono l’attesa. Il problema, per modo di dire, è che questa volta i papi sono due perché ad aggiudicarsi l’ambito riconoscimento per il 2023 sono stati Francesco Martucci de “I Masanielli” (Caserta), da un lustro mattatore della classifica, e Diego Vitagliano di “10 Diego Vitagliano Pizzeria” che può contare su più sedi dislocate tra Napoli, Pozzuoli, Roma e Doha. A far loro compagnia sul podio quest’anno c’erano “Una Pizza Napoletana” di New York e “Sartoria Panatieri” di Barcellona. (Qui la classifica completa)

Una classifica che oltre a premiare i migliori interpreti di questa “arte”, consente ad appassionati ed addetti ai lavori di poter avere una fotografia dello stato dell’arte (e di salute) del movimento, permettendo quindi di individuare eccellenze e novità, ma soprattutto le nuove tendenze. Se l’aspra diatriba tra ‘ruota di carro’ e ‘canotto’ difficilmente potrà essere risolta nel giro di poche generazioni, balza all’occhio la scelta fatta da un numero sempre maggiore di pizzerie: il binomio ‘pizza&birra’ non è più una delle certezze della nostra vita assieme alle tasse ed alla morte!


La premiazione di Diego Vitagliano e Francesco Martucci

L’esperimento timidamente avanzato alcuni anni fa da qualche pioniere ha messo radici ben salde nella proposta f&B delle insegne più prestigiose di ogni angolo del mondo, e sempre più spesso è possibile abbinare alla pizza preferita un cocktail. Non parliamo solo di classici drink o di miscelazione di base, lo spunto interessante che emerge scorrendo la lista dei 100 locali segnalati è rappresentato da drink list di livello molto alto, con prodotti e referenze eccellenti, e carte dei distillati che non sfigurerebbero in vari ristoranti fine dining.

Pizza&Cocktail in Italia

Il (nuovo) slogan “pizza&cocktail” trova felice applicazione in varie città e regioni del nostro paese, con declinazioni che cambiano di volta in volta anche in base alla tipologia di pizza proposta. Il nostro tour non può che partire dal Dry Milano, insegna che ha un po’ tracciato questa nuova strada e che provammo una prima volta circa 10 anni fa (dovete scusarci per la mancanza di precisione ma qualche Americano di troppo offusca i ricordi) per poi tornare in più occasione per osservare l’evoluzione di una proposta che oggi può contare su varie sezioni, dai Signature al Classic passando per un’ampia selezione di gin e le proposte alcol free.

Non sono da meno Renato Bosco in Veneto, uno dei primi a donare nuova eleganza alla pizza con menu degustazione, impasti di vario tipo e un lavoro di ricerca sulle materie prime con pochi eguali, e Jacopo Mercuro a Roma con la sua 180g Pizzeria Romana: entrambi i locali si fanno apprezzare per la carta dei vini ed altre proposte di rilievo. Restando nelle Capitale meritano una menzione altre due realtà, quella di Luca Pezzetta a Fiumicino, Clementina, con l’interessante lavoro fatto da Daniele Mari su vini e distillati, e Seu Pizza Illuminati di Pier Daniele Seu e Valeria Zuppardo. Qui è possibile scegliere infatti tra 8 drink stagionali ed una carta con 15 diversi gin e ben 40 distillati.


© Dry Milano

Le drink list nel mondo

Cosa accade negli altri paesi? Scorrendo la classifica possiamo imbatterci in locali di ogni continente, legati naturalmente dal filo conduttore rappresentato dalla pizza, ma con altri punti di contatto in comune. Dal Giappone agli USA, dal Brasile alla Francia, un po’ ovunque è possibile gustare cocktail e distillati per accompagnare la pizza o magari per aprire o chiudere il pasto.

Al The Pizza Bar on 38th di Tokyo possiamo ad esempio trovare (oltre a Champagne e Franciacorta) una serie di soft drink, mentre da Ken’s Artisan Pizza a Portland c’è solo l’imbarazzo della scelta tra cocktail classici e signature della casa. Restando nelle Americhe ma spostandoci in Brasile ci imbattiamo nel QT Pizza Bar di San Paolo, locale che ha curato in modo eccellente la proposta beverage con 20 cocktail tra classici ed originali ed una accurata selezione di whisky e gin. Chiudiamo la nostra panoramica internazionale recandoci a Puteaux in Francia, a poca distanza dal centro di Parigi, per scoprire Imperfetto nella cui carte del beverage tra Americano, Negroni e Gin Tonic c’è spazio anche brandy, grappe, whisky, rhum e altri distillati.


© QT Pizza Bar

L’assenza che non t’aspetti

3, 42, 50, 64, 81. E ancora 1, 3, 7 e 15. Non siamo in presenza di numeri da giocare al Superenalotto e nemmeno di sequenze di Fibonacci o di numeri primi. La prima lista indica infatti le posizioni delle pizzerie spagnole presenti nella 50 Top Pizza World (sì è vero, si chiama 50 ma le pizzerie sono 100 ma non è il caso d’esser pignoli), la seconda i bar situati in Spagna e premiati dalla 50 The World’s 50 Best Bars, la prestigiosa classifica che premia i migliori cocktail bar di tutto il mondo.

Salta all’occhio la presenza di un buon numero di locali in entrambi i casi ma, soprattutto, come la Spagna sia divenuta negli ultimi anni un riferimento per il bere bene grazie ad insegne come Paradiso o Sips di Barcellona. La sorpresa è che tra questi due elenchi, oltre al numero 3, c’è ben poco in comune. Le più interessanti pizzerie della penisola iberica infatti, a dispetto di quanto ci saremmo aspettati alla luce del valore del “movimento spagnolo”, non hanno proposte beverage particolarmente rilevanti.

Classe 1975, napoletano di nascita, romano d’adozione. Laureato in statistica, giornalista e critico enogastronomico, collabora con varie testate nazionali (Forbes, Cook_inc., Italia Squisita, Gruppo Food) e con alcune guide di riferimento (L’Espresso). Appassionato di cucina, non disdegna metter le mani in pasta anche se preferisce assaggiare pizze e dessert. Sulla sua tavola non manca mai il vino ma se si sposta sul divano il calice lascia il posto ad un cocktail.

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