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BERGAMO: RIGOROSA, GUSTOSA, DI CULTURA

Nella Capitale della Cultura 2023, alla ricerca degli indirizzi più gustosi della Lombardia

Nell’anno in cui la Capitale Italiana della Cultura non è un singola città bensì due, le lombarde Bergamo e Brescia, abbiamo pensato di suggerire alcuni degli indirizzi più gustosi da segnare su taccuino per una visita, e dando il giusto spazio a entrambe le località, visto che tra ristoranti, enoteche e tipicità gastronomiche, gli spunti certo non mancano.

Senza mettere in fila però le cucine d’autore stellate più conosciute (sarebbe stato facile parlare del tristellato Da Vittorio a Brusaporto o del Lido 84 di Riccardo Camanini a Gardone, solo per citarne un paio) ma, invece, ricercare realtà più spigliate, territoriali e non meno golose, pescando anche in alcune novità della stagione in corso. In tutto sono cinque locali per ogni città, più le indicazioni di quattro ristoranti in provincia, che consentono una piacevole gita fuori porta alla scoperta di altri sapori. Ma iniziamo subito con Bergamo, in rigoroso ordine alfabetico.

LE SOSTE DA NON PERDERE

Una delle novità del momento in città è il cambio di passo nella cucina di un locale ormai sulla breccia da diversi anni, ovvero l’Enoteca Zanini, nel suggestivo Borgo Santa Caterina. Qui è arrivato da qualche mese il giovane e intraprendente Federico Ronchi, fresco di esperienze significative presso alcuni stellati e, non ultimo, al Contraste di Matias Perdomo a Milano. Nella deliziosa saletta di pietra e mattoni con soffitto a volta, oggi il menù ha un taglio sicuramente più personale e audace, come si nota dalla Capasanta scottata con latte di mandorla, litchi e basilico, nei finti sassi di hummus di ceci e cioccolato bianco o nella Cipolla in fiore, cotta nel fieno, con lievito e alloro. Sono sempre piacevoli ed eleganti i giochi estetici che ammiccano nel piatto, certo, ma anche una buona dose di concretezza e di rispetto della materia prima, è da sempre uno dei punti di forza del ristorante. Poi il nome del locale rivela la profonda anima enologica del luogo, con il titolare Nicola Zanini, esperto sommelier, accompagnato dalla compagna Daniela a dettare i ritmi di sala e cantina.


Federico Ronchi con Nicola Zanini e la compagna Daniela

Restando in ambito vitivinicolo, ma non solo, un passaggio dal vulcanico Oscar Mazzoleni al suo Al Carroponte è quasi d’obbligo, per la monumentale cantina, che mette in fila bollicine di pregio, soprattutto francesi, vini ricercati e una bella selezione di liquori e distillati (tra cui calvados, armagnac, rum e whisky), per l’ambiente vivace e piacevolmente informale, e per una cucina che negli anni si è affinata e oggi può contare su interpreti giovani come il friulano Erik Gratton, un ventisettenne arrivato da pochi mesi dopo l’esperienza maturata nel ristorante stellato Dolomiu in quel di Madonna di Campiglio. Dal menù attuale si possono scegliere senza esitazione piatti a tutto gusto come i Paccheri con patate e cozze, il classico Brandacujun ligure a base di merluzzo o il Calamaro con emulsione di peperoni rossi e pecorino, ma anche la selezione di crudi di mare e di ostriche sono un’ottima ragione per fermarsi.


Oscar Mazzoleni del ristorante Al Carroponte

Muovendo poi verso il centro città, invece, vale la pena programmare una sosta ai Tre Gobbi, che è la classica trattoria di un tempo, ancora in attività, e dove ci si può fermare anche solo per un bicchiere di vino, magari al bancone. Qui la cucina sa muoversi con destrezza su due binari paralleli, quello della tradizione più facilmente riconoscibile e quello più audace ed espressione personale del cuoco Filippo Cammarata, un viaggiatore del gusto (si è concesso esperienze professionali anche in Sudamerica) e un sempre curioso manipolatore di sapori. Qualche esempio di preparazioni presenti nel menù? I Paccheri al kiwi con ostriche e fungo trombetta, oppure la Quaglia con mandorla, cedro e salsa romana, ma incuriosisce e non poco anche il percorso degustazione, al 100% vegetale. Rimarchevole poi la selezione dei vini, con ampia scelta di liquori (Quaglia, Nardini), grappe Nonino, amari e perfino tè e tisane, per un’offerta davvero varia.


Filippo Cammarata, chef dell’osteria I Tre Gobbi

Infine, una delle grandi novità della stagione estiva 2023, ovvero l’inaugurazione agostana del ristorante La Ripa, in Città Alta, nell’edificio che poco tempo fa ospitava lo stellato Casual. L’artefice dell’apertura è Beppe Acquaroli, già titolare del famosissimo Baretto di San Vigilio, che ha messo la sua nuova creatura nelle mani del venticinquenne cuoco Cristiano Semperboni, cresciuto alla corte di Perbellini e dei Cerea.

Tra una Catalana di rana pescatrice con bernese ai crostacei e un risotto verde con ricotta di capra, pomodoro e mortadella, sull’ampia terrazza che si affaccia sulla pianura bergamasca, c’è anche la possibilità di degustare una chicca locale, ovvero l’Amaro Antonietta, che Beppe Acquaroli ha dedicato a sua madre. Un piacevolissimo concentrato di genepy e achillea, di camomilla e sambuco, per un’altalena di dolce e amaro che si rincorrono al palato. Una miscela preziosa che è merito della bravura del liquorista Davide Monorchio, incaricato di trovare la giusta combinazione di erbe del territorio orobico, ma lavorate in un opificio della provincia di Cuneo. Ventisei gradi, lungo e persistente al palato, volendo da portare anche a casa, visto che l’Antonietta è un bottiglia in vendita a La Ripa e in soli pochi altri ristoranti della zona.


L’Amaro “L’Antonietta” del ristorante La Ripa

Se poi siete alla ricerca di un buon cocktail, l’indirizzo giusto è quello del Bar Barrier, spostatosi da poco nella centralissima Piazza Matteotti con un’offerta rinnovata e più ampia. Non solo classici conosciuti come Martini, Mojito e Margarita, ma anche una miscelazione d’assalto più creativa, per il locale creato da Mauro Colombo otto anni fa.

In una lunga stagione densa di appuntamenti tra danza, spettacoli, teatro ed eventi tesi a rivelare l’anima e il carattere delle due destinazioni lombarde ai numerosi ospiti accorsi sul territorio, la provincia orobica rivela sotto il profilo gastronomico un dinamismo quasi inaspettato visto il classico e ben noto pragmatismo che regna nell’animo bergamasco. Ed è un bel segnale che sta accompagnando le recenti aperture soprattutto nelle valli di montagna.     

Altre insegne da non perdere in provincia:

(Foto di Bergamo e Al Carroponte di Stefano Borghesi)

Nato a Bergamo nel 1969, è sopravvissuto alla Nouvelle Cuisine e all'avanguardia, al chilometro zero, al fast food, al sushi, alla pasta con la vodka e al risotto con le fragole, alla tradizione rivisitata e ai tecno-emozionali, al prodotto di nicchia e alle trattorie moderne. Collabora, tra gli altri, con Cook Inc.

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