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ELEPHANT GIN, VIAGGIO ALLE ORIGINI

Visita a Wittemburg, alle porte di Amburgo, nella distilleria dove si produce il distillato nato 10 anni fa per salvaguardare gli elefanti africani

Elephant Gin, da dove cominciare per raccontarlo? Dall’amore per l’Africa, da un gin tonic al tramonto, il Sundowner, o dal distillato? Oppure dalla coppia Tessa e Robin Gerlach?

Elephant Gin oggi compie 10 anni e li festeggia con una limited edition battezzata African Explorer. Cinquemila bottiglie del gin artigianale della maison di Wittemburg vicino ad Amburgo, con 14 botaniche di cui cinque piante africane quali il Baobab del Malawi, la Coda di Leone, il Bucco Sudafricano, l’Artiglio del Diavolo e l’African Wormwood, unite a un altro ingrediente fondamentale: la mela fresca. Componenti che, assieme al ginepro, agli aghi di pino e alle bucce d’arancia, imprimono al gin un gusto davvero unico.

IL MAL D’AFRICA NON FA MALE

Il “Mal d’Africa” non è una malattia, ma una benedizione. Tessa e Robin, i fondatori di Elephant Gin, sono rimasti folgorati dal continente e grazie alla creazione del loro primo distillato, un London Dry Gin, hanno abbracciato concretamente più di una causa, come ad esempio il contenimento dell’estinzione degli elefanti e il sostegno ai ranger che li proteggono, ma anche l’educazione di giovani adulti. Difficile riassumere in poche parole tutto quel che fanno. Tessa ne parla per ore. In cifre possiamo riassumere che il 15% del loro ricavato è destinato principalmente alla salvaguardia degli elefanti in Kenya, Sudafrica, Botswana, e a chi li cura e supporta.


Elefanti del Kenya
Gli elefanti del Kenya

Grazie a Elephant Gin, in dieci anni è già stato trasferito un milione di euro. E dal 2022 con Elephant Gin Foundation si è arricchito l’impegno a favore degli elefanti africani. Uno degli aspetti più commoventi è proprio la cura dei cuccioli di elefante a cui, grazie ai fondi raccolti, si dedicano i ranger locali, nutrendoli e guidandoli fino all’indipendenza. Tutto ciò non riguarda solo la vita di una specie animale, ma ha anche un impatto importante sociale ed economico. Ogni lotto di gin (conservate anche le bottiglie vuote) riporta in etichetta scritto a mano il nome dell’elefante cucciolo o adulto salvato.

SOSTENIBILITÀ POSSIBILE

La sostenibilità non è marketing, ma un obiettivo possibile. Intanto partiamo da una sostenibilità che può apparire quasi radical chic, ma non lo è affatto. La Maison segue da vicino anche le donne Masai che realizzano collane, braccialetti e altro con le perline. Un’arte locale che Elephant Gin sostiene in tutti i modi possibili. Poi la sostenibilità si trasferisce direttamente nella produzione delle bottiglie. Tappo in sughero naturale dal Portogallo; vetro leggero per il 65% riciclato e tappo termoretraibile senza plastica.


I rangers locali accudiscono i cuccioli di elefante
I rangers locali accudiscono i cuccioli di elefante


DAL GIN AL NEGRONI READY-TO-DRINK

Ma veniamo ai loro prodotti. Il London Dry Gin è oramai quasi un classico tra i gin prodotti in Germania. Anzi tra i più originali proprio per l’apporto delle botaniche dell’Africa meridionale. E quindi da bere con una tonica neutra. Poi c’è l’Elephant Strength Gin, una goduria nel Martini Cocktail ed eventuali suoi twist. Delizioso e gustoso è anche il gin Orange Cocoa, che gioca tra le note di cacao e agrumi, consigliato come base del Gin Tonic. Infine Elephant Sloe Gin, leggero, appena 35%, ma in linea per la preparazione di un buon twist sul Negroni.

A proposito di Negroni, Tessa e Robin ne hanno prodotto uno ready-to-drink davvero notevole, ma in una tiratura di un migliaio di bottiglie, che si può assaggiare e acquistare presso la distilleria e online anche in Italia (a 38 euro), con il suo bel bancone da bar, o in alcuni locali dalle parti di Wittenburg e Amburgo. Noi lo abbiamo bevuto in accompagnamento al pranzo con la tavola imbandita di fronte agli alambicchi, anche con piccoli assaggi, peperoni e salsine piccanti.


Distilleria Elephant Amburgo
L’interno della distilleria


UN TUFFO IN DISTILLERIA

Presso la distilleria, il visitatore, previa prenotazione online, può acquistare tutti gli spirits di Elephant, vedere, annusare e toccare con le proprie mani le botaniche che li compongono. Noi abbiamo avuto il privilegio di accedere al laboratorio e testare di persona i campioni di distillati ottenuti dalle singole erbe e dai singoli frutti, come ad esempio le mele fresche.



L’effetto olfattivo e gustativo è notevole, si ha proprio l’impressione di entrare nella “cucina” della distilleria. Infine, anche il visitatore comune può confezionarsi una bottiglia personalizzata, dall’avvolgimento della corda di canapa intorno al collo della bottiglia all’etichettatura con su scritto a inchiostro il proprio nome, o magari una dedica, fino a tappare la bottiglia con il tappo di sughero e forgiare con l’aria calda la capsula. Il tutto, naturalmente, dopo aver spillato il London Dry Gin da un fusto in acciaio. Tutto quanto vale davvero un viaggio e una visita in quella che un tempo era una fabbrica di caramelle (ve le ricordate quelle a forma di banana? Be’ si producevano proprio qui).

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