Carte distillati cover
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ROMA DA BERE, LA PROPOSTA EDONISTA DELLA CAPITALE

Ristoranti fine dining, enoteche, bistrot ma anche pizzerie: è sempre più facile trovare una selezione di spirits di qualità

Da rituale per appassionati a diffusa abitudine: i distillati di qualità sono sempre più “argomento di discussione”, probabilmente per il mix di motivazioni che ha portato l’attenzione di addetti ai lavori e clienti su prodotti e referenze da utilizzare in diversi momenti della giornata. Il felice periodo storico per il mondo della mixology, l’aumento del consumo casalingo (“grazie” alla pandemia), la crescita del fenomeno legato al collezionismo, il maggiore interesse della stampa di settore: sono tanti gli elementi che hanno contribuito nel volgere di pochi anni al ritorno dell’attenzione verso i distillati e il loro utilizzo.

E se, a livello globale, si è potuto assistere alla valorizzazione di produzioni di nicchia e all’evoluzione della gamma di referenze disponibili, anche lo scenario gastronomico delle piccole e grandi città ha subito il fascino del “nuovo che avanza”.

Il fenomeno è legato alla ritrovata cura della Carta degli Spirits, che si affianca a quella dei vini per completare la proposta beverage di locali di rilievo. Ma se, fino a poco tempo fa, tale possibilità era offerta solo da ristoranti di alta fascia e da enoteche specializzate, oggi è facile trovare vere e proprie chicche anche in posti usualmente poco avvezzi all’utilizzo dei distillati.

Spazio quindi a bistrot e pizzerie, oltre naturalmente ai ristoranti d’albergo ed alle realtà premiate dalla Michelin. Anche lo scenario enogastronomico romano è stato investito da tale evoluzione e girando tra quartieri ed insegne abbiamo scoperto alcune carte dei distillati che ogni appassionato dovrebbe provare.


L’enoteca Del Frate

Del Frate, quattro generazioni nel segno della qualità

Parlare di evoluzione sottintende un cambiamento non solo in termini di ricerca e selezione dei prodotti, ma anche per quel che concerne le abitudini della clientela.

È facile notare quanti cambi, da cliente a cliente, l’approccio ai distillati. Gli stranieri, a differenza degli italiani, amare bere prima di cena, ad esempio un whisky con la soda, ma anche durante il pasto non disdegnano d’alternare vino e distillati. Gli italiani sono più interessati ad una grappa a fine pasto” sottolinea Enrico Maria Del Frate.

Del Frate è la quarta generazione di una famiglia che ha scritto la storia enogastronomica di Roma con l’Enoteca Del Frate, che può annoverare tra i propri clienti alcune tra le più rinomate insegne della città. Negli spazi situati in Via degli Scipioni è possibile ammirare, e scegliere, una selezione di 250 gin, 600 whisky ed un totale di 1.300 etichette di distillati, tra whisky provenienti da Scozia, Giappone, Irlanda e USA, ma anche la Tequila Reposado Clase Azul, ed ancora cognac, mezcal, vodka, rhum e le grappe di Romano Levi.


Enoteca La Torre Villa Laetitia

Enoteca La Torre, il valore della ricerca

Di nome ma non di fatto, perché Enoteca La Torre è in realtà un elegante ristorante situato all’interno di Villa Laetitia (di proprietà della famiglia Fendi) e può fregiarsi di 2 stelle Michelin. Qui Rudy Travagli, Restaurant Manager & Sommelier, lavora da tempo alla cura di una carta dei distillati che si distingue per qualità e profondità.

Abbiamo una carta con circa 80 referenze grazie ad una attenta ricerca e selezione di etichette che possano dare valore aggiunto alla nostra proposta”. Grappe italiane bianche o barricate provenienti dal Friuli (Nonino) e Piemonte, ma anche grappe di Brunello di Montalcino, di Amarone e Sassicaia. Non mancano distillati di frutti tipici del Trentino (Pilzer) e acquavite di produzione spagnola o portoghese, ma anche armagnac, cognac, calvados con prodotti di Rémy Martin e Hennessy. A fare la differenza è anche la disponibilità di formati ormai introvabili ed annate molto vecchie, come nel caso della bottiglia Pot Gascogne da 2,5 litri per alcune referenze presenti in cantina. Un capitolo a parte merita la proposta di whisky (Talisker, Lagavulin, Laprhoaig ma anche Nikka e Kensei) per chiudere con i rum agricoli di Caroni ed altre referenze provenienti da Martinica, Guyana, Guatemala, Filippine, Portorico e Haiti.


Uno dei distillati di Roscioli

Roscioli, la storia dell’enogastronomia romana

La carta degli amari e dei distillati del Ristorante Salumeria Roscioli è stata pensata per rispecchiare lo “spirito”, basato sui concetti di qualità e quantità, dell’intera realtà Roscioli. I prodotti proposti a fine pasto, infatti, sono quelli presenti anche nella bottega. In questo modo, i clienti li possono prima provare e poi, se vogliono, acquistare. L’intento dell’insegna è che ogni persona riesca a trovare il proprio prodotto preferito, che si tratti di uno spirito conosciuto oppure no, un approccio da sempre apprezzato dalla clientela. Come per la proposta food, anche per il beverage, le parole chiave sono tradizione e coraggio: tutti i prodotti con marchio Roscioli, infatti, sono stati creati andando a modificare ricette antiche, il più vicino possibile all’originale, con prodotti locali e più vicini al gusto moderno oppure partendo da botaniche o, ancora, dai ricordi.

Tra questi meritano una menzione Er Gin e il vermouth Regola VII, un prodotto a base vino per lo più utilizzato per creare cocktail della tradizione italiana o cocktail più creativi come l’Aridaje. Tra i distillati, invece, tre sono quelli che Gianni Vittorio Capovilla produce in esclusiva per la famiglia Roscioli, oltre alle 15 referenze scelte tra i suoi migliori distillati e grappe. A cui si aggiungono, inoltre, alcuni nomi più conosciuti e piccoli distillatori. 30 sono poi i whisky che, divisi in Single Malt, blended, nazionalità e sottozone, fanno concorrenza ai 19 differenti rum, con una menzione particolare al Nicaragua Cask Private Roscioli 1999 di Samaroli. Seguono nella lista armagnac, brandy, calvados, cognac, mezcal, tequila e vodka, con più referenze per tipologia e qualcosa sempre presente anche al di fuori della carta.


La proposta di Enofficina

Hotel, bistrot e pizzerie, il “nuovo” che avanza

Uno dei fenomeni più recenti che coinvolge distillati e mixology è quello legato alla possibilità di abbinare la pizza ai cocktail. Tale proposta, disponibile in un numero sempre maggiore di locali, ha portato molte insegne e curare in modo particolare la carta dei distillati arrivando a far concorrenza ai ristoranti d’alta fascia.

In un precedente articolo avevamo parlato dello splendido lavoro fatto da Pier Daniele Seu e Valeria Zuppardo da Seu Pizza Illuminati e da Luca Pezzetta da Clementina, ed oggi a questi nomi vogliamo aggiungere quello di Pizza & Bolle, l’insegna dedicata alla buona pizza in tutte le sue forme che a una incredibile carta di champagne e bollicine ha affiancato una interessante selezione Rum (Diplomatico Reserva, Zacapa, Matusalem Solera), tequila, vodka, grappa e whisky.


SPIRITS E DRINK LIST: IN PIZZERIA SEMPRE PIÙ UN MUST


Altro indirizzo che gli appassionati di distillati devono segnare in agenda è quello di Enofficina, l’enoteca con cucina di Alessandro Cappello aperta nel 2013 in Via Trionfale, nel quartiere Prati di Roma. Qui ampio spazio è dedicato a whisky provenienti da Scozia, Irlanda e USA, rum, tra cui il Plantation, il Santa Teresa 1796 e altri inseriti a rotazione, vermouth e vini dolci, come la Malvasia delle Lipari Fenech e, infine da segnalare la predilezione per il mondo dell’agave con varie tipologie di mezcal.

A chiudere le novità c’è l’Hotel De’ Ricci, struttura ricettiva di recente apertura che può vantare una bellissima Cigar Room: “Nella nostra carta dei distillati non si trovano sempre le stesse bottiglie, in primis perché mi piace avere sempre prodotti nuovi da proporre, visto che la nostra è una clientela abituale. Abbiamo tequila di nicchia Clase Azul, che abbiniamo ad un sigaro non troppo strutturato per non sovrastarla, ma whisky da tutto il mondo, dai pregiati Giapponesi ai vecchi scotch, rum selezionati e scelti per la loro qualità e non per il loro nome, tra cui soprattutto i rum agricole come il Flor de Cana” sottolinea Flavio Scannavino, general manager e head sommelier della struttura.


47 Circus Roof Garden

47 Circus e Il Marchese, l’eleganza nel bere

Parlando di Roma non poteva mancare una carta dei distillati “con vista”: in questo caso il panorama lo offre il 47 Circus Roof Garden, interessante realtà ristorativa a due passi da Piazza della Bocca della Verità dove è possibile, tra le altre cose, fare un aperitivo scegliendo il proprio Gin&Tonic dall’ampia selezione che comprende quasi 40 Gin (Bathtub, Brockmans, Roby Martin, Gin Arte, Sabatini, Martin Miller’s, Roku Gin, VL 92 tra gli altri).

L’eleganza è il filo conduttore che ci porta Via di Ripetta, nel centro di Roma, dove troviamo Il Marchese con il suo Amaro Bar, il primo in Europa e vera e propria frontiera del beverage mondiale, con una offerta che si compone di più di 500 etichette di prodotto, tutte italiane. Da segnalare la carta dedicata all’Americano con le tante interpretazioni che valorizzano i vermouth disponibili ma anche la selezione di tequila, gin, vodka, bourbon, mezcal e cognac.


Uno dei drink di Acquolina

Acquolina e i sapori del Mediterraneo

Il Mediterraneo quale cifra stilistica, questa la scelta fatta da Acquolina, il ristorante gourmet, due stelle Michelin, che si trova all’interno dell’Hotel The First Roma Arte, nel cuore di Roma. Qui bottiglie e referenze prodotti nei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo diventano i protagonisti di una cocktail list a tema perfetta per iniziare o chiudere una cena scoprendo la miscelazione proposta dal bartender Carlos Soriano Valle (nella foto di copertina). Il Ginacria Gin dalla Sicilia, il Gin Elektro dalla Toscana, il Metaxa Brandy dalla Grecia e il cognac Remy Martin VSOP dalla Francia sono solo alcuni dei distillati per dar vita a profumi e sapori unici. 


Achilli al Parlamento

Achilli al Parlamento, dove tutto ha avuto inizio

Il nostro giro tra le migliori carte degli spirits di Roma, non poteva che concludersi in uno dei luoghi dove si è scritta la storia recente dell’enogastronomia capitolina. L’Enoteca Achilli al Parlamento, in via dei Prefetti, è molto più di una semplice enoteca: è un vero e proprio museo della storia vitivinicola internazionale, grazie a una cantina da oltre 4.000 referenze con alcune bottiglie di incredibile valore storico ed economico.

Facendo riferimento ai soli distillati ci troviamo dinanzi a una carta da quasi 1.500 etichette con alcuni prodotti alla mescita davvero straordinari: Calvados 20 ans d’age LeCompte, Glen Grant 1949, Strathisla Gordon & Mcphail 1960, Bally Vieux Agricole 1975, Transcontinental 2006, Cognac Lheraud 1979, Bas Armagnac Gaston Legrand 1977, Vintage Porto Burmester 1985, Màlaga Larios S.A 1800 e Marsala Riserva Oro Florio 1975.

Classe 1975, napoletano di nascita, romano d’adozione. Laureato in statistica, giornalista e critico enogastronomico, collabora con varie testate nazionali (Forbes, Cook_inc., Italia Squisita, Gruppo Food) e con alcune guide di riferimento (L’Espresso). Appassionato di cucina, non disdegna metter le mani in pasta anche se preferisce assaggiare pizze e dessert. Sulla sua tavola non manca mai il vino ma se si sposta sul divano il calice lascia il posto ad un cocktail.

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