Aperitivo in quota con Casera e Bitto

Un buon drink val bene un viaggio in Valtellina. Devono averlo pensato al Consorzio Tutela formaggi Valtellina Casera e Bitto Dop, che ha scelto come leva di marketing per l’intero territorio lo sposalizio tra i suoi formaggi e tre cocktail inediti realizzati partendo proprio da ingredienti locali quali il Nebbiolo, le mele della Valtellina Igp e il Braulio (cui abbiamo dedicato un articolo a questo link).

Un progetto di valorizzazione locale che prende spunto proprio dal fascino pop suscitato dal bere miscelato per far scoprire la Valtellina 356 giorni all’anno, in special modo durante l’estate quando gli alpeggi, tra casere e calecc’, offrono non solo un riparo dalle alte temperature, ma vere e proprie esperienze per appagare gusto e spirito con nuove proposte che trasferiscono la Valle (anche) nel bicchiere.

Sull’onda di questa consapevolezza ha preso forma in “Aperitivo in quota”, iniziativa che dal 21 luglio alla fine di agosto porterà in 14 locali una proposta a base di formaggi Dop Valtellina Casera, giovane e stagionato, in purezza in abbinamento ai drink ideati da Pietro Pedrazzoli del Jom Bar di Trevisio (SO): “Dry Apple”, un centrifugato di mela golden miscelato allo spumante; “Spritzolo”, rivisitazione dello spritz a base di vino Nebbiolo e una piccola dose di liquore agli agrumi e “Stelvio Milano” (nella foto di copertina) composto da amaro alpino Braulio e dal classico bitter campari.

 Aperitivo in quota, le tappe del tour

Tanti i luoghi della Valtellina che saranno toccati dal tour: si parte da Bormio, meta sciistica e termale, per poi passare da Santa Caterina Valfurva, paradiso degli amanti della mountain bike per la TransAlp e tappa obbligata dei motociclisti che percorrono il circuito dei passi, scendendo dallo Stelvio prima di affrontare il Gavia, fino ad Aprica, famosa per il suo anello. Quindi Cima Piazzi, con la sua spettacolare veduta a 360 gradi, e Madesimo, patria di trail come il Vertical (23 luglio) con i suoi 3 km di salita (500m. di dislivello positivo) che portano al Rifugio Bertacchi (2.196 metri) e al Lago Emet. E ancora Chiesa di Valmalenco, Tresivio e Teglio, patria dei pizzoccheri della Valtellina, dove ha sede anche l’Accademia del Pizzocchero. Tutti gli host aderenti (in coda l’elenco), riconoscibili da apposita vetrofania, metteranno a disposizione dei visitatori il materiale informativo della campagna.

«Con questa iniziativa – ha spiegato il presidente del Consorzio, Marco Deghi – rafforziamo la sinergia tra prodotti di montagna e valle, territorio, sport e natura, per offrire ai turisti un’esperienza estiva sempre più integrata in una regione che quest’estate si appresta ad avere 7,4 milioni di arrivi e 22,3 milioni di presenze, con un incremento del 4% per entrambe le voci (fonte: Demoskopica). Un’occasione per scoprire il territorio e il lavoro insostituibile dei nostri produttori, durante i tre mesi in cui le mandrie sono condotta attraverso un percorso a tappe, e vanno spostandosi da quote intermedie a quote più elevate per poi ritornare a fine estate a valle. E per ampliare e diversificare le occasioni di consumo dei due formaggi, proponendoli in chiave più contemporanea. Ma il nostro obiettivo – conclude Deghi – è di lungo periodo: da qui ai prossimi anni vogliamo ragionare con una visione sempre più sistemica per promuovere congiuntamente, in vista delle prossime Olimpiadi, il territorio Valtellina, e i nostri prodotti». 

Bitto e Casera protagonisti di Aperitivo in Quota

Ideali da scoprire in vacanza e gustare anche a casa, il Bitto e il Valtellina Casera Dop sono due formaggi identitari della Valtellina. Il primo, re dei formaggi d’alpeggio estivi, è uno dei pochi formaggi che può stagionare fino a dieci anni (non a caso Bitu in celtico significa ‘perenne’), assumendo un gusto che, da delicato e dolce con tutti i sentori dell’alpeggio, diventa via via più intenso e piccante.

Il Valtellina Casera Dop è invece un formaggio di latteria, a pasta semicotta e semidura, che una volta era prodotto solo d’inverno, quando il bestiame scendeva a valle. Oggi questo formaggio, realizzato esclusivamente con latte vaccino parzialmente scremato, oggi viene prodotto tutto l’anno ed è adatto da portare in tavola tutti i giorni, da degustare in purezza nella sua versione giovane (70 giorni) o stagionata (almeno 6 mesi).

Due prodotti, questi, che oltre a rappresentare un’eccellenza della produzione casearia della provincia di Sondrio, hanno con il territorio un legame profondo che abbraccia diversi ambiti: da quello sociale, con i casari che fungono da veri custodi del territorio, del paesaggio e della biodiversità alpina, fino a quello economico. Con un fatturato alla produzione di oltre 14 milioni di euro e un valore al consumo di 26,8 milioni di euro (+5,5% sul 2021), in cui a fare da traino è il Valtellina Casera (21,5 milioni, +9%), oggi le due Dop sono un traino per l’economia della valle, dando lavoro a 650 addetti.

I locali aderenti all’iniziativa