Gin
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Salvate il gin dall’effetto bomboniera

L’idea che il distillato di James Bond, l’apollineo spirito di ginepro che dal Seicento rappresenta il fiore all’occhiello della produzione liquoristica londinese, possa diventare un succedaneo dei confetti ai matrimoni, dovrebbe far impennare le vendite di antidepressivi. Invece pare che tutti siano contenti. Mah.

La questione è questa: il boom (+23%) di microdistillerie ha innescato un nuovo fenomeno, soprattutto per quanto riguarda il gin, ovvero l’esplosione delle “private label”. Che in sostanza è una nicchia della produzione conto terzi, solo con numeri inferiori di bottiglie che consentono a chiunque – non aziende, ma singoli appassionati – di farsi fare il proprio gin.

Gin conto terzi e l’ “effetto bomboniera”

Il bar, l’enoteca, il negozio. Ma anche l’avvocato che vuole fare un regalo “bizzarro” ai clienti a Natale, il professionista che va in pensione e vuol farsi bello con gli amici del circolo, fino alla coppia che ha invitato alle nozze decine di amici con inquietanti tendenze all’alcolismo e vuole prendere due piccioni con una bomboniera.  

L’effetto di questa tendenza è ovviamente un moltiplicarsi di aziendine neonate, ricette, etichette diverse, con conseguente giro di affari in espansione che fa felici grandi e piccini.


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Forma vs contenuto, la bomba del gin (da disinnescare)

Quello che però a nessuno sembra interessare è che così si snatura un distillato nobile come il gin. Perché se il gin diventa una strenna, un souvenir che vale l’oliera con le iniziali o il portagioie bagnato d’argento, a chi interessa più la qualità? A chi interessa il contenuto?

Sganciare il gin dal suo obiettivo primario – cioè essere goduto e bevuto – è pericoloso, perché gli si cambia sport: non più sostanza ma solo forma. Il rischio è svalutarlo, come è successo con la free press: i quotidiani divennero qualcosa di gratuito, iniziarono a essere percepiti come fogli senza valore e in poco tempo il gioco finì male. Pensateci bene, prima di farvi fare l’etichetta “ogGIN sposi”…

 

Formazione scientifica, professione artistica, passione alcolica. Il cognome tradisce le radici lombardo-venete che, se scrivi di spiriti, sono un plus. Collabora con diverse testate e qualche testata la rifila pure, ma rigorosamente solo al pallone.

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