Ristorante L'Alchimia, Milano
/

L’Alchimia: dalla cucina alla tavola, gli spirits rendono esclusiva l’esperienza

L’atmosfera è la stessa di casa. Il calore del parquet a terra, soffitti con travi e i mattoni a vista. Ecco, è così che ci si dovrebbe sentire ogni volta che si decide di uscire a cena o a bere un buon drink. Ed è così che ci si sente qui, in questo locale di Viale Premuda, a Milano. Benvenuti dunque a L’Alchimia, miglior Food Pairing nella categoria Cucina d’Autore per Spirito Autoctono La Guida, 2023.

L’Alchimia, dall’apertura alla stella in un soffio

È il 2018 quando Alberto Tasinato apre L’Alchimia e dopo solo un anno, senza avere neanche il tempo di realizzarlo, grazie a un lavoro impeccabile e preciso il locale riceve già la Stella Michelin. Un ristorante e lounge bar che colpisce fin da subito per il senso di intima accoglienza che ogni ambiente, gesto e attenzione riesce a lasciare nell’ospite. Un luogo che sa destreggiarsi fra il giorno e la sera, mantenendo costante quel senso di cura che, comunque la si pensi, resta la più grande qualità che un locale possa avere.

Ma quella dell’accoglienza non è l’unica caratteristica che si apprezza di questo ristorante nel centro di Milano. Infatti, dalla cucina lo chef Giuseppe Pastorino punta sulla schiettezza dei sapori e su piatti della tradizione con un tocco di avanguardia, mentre in sala, si giocano le carte giuste per un servizio che punta su consigli mirati e suggestioni.


Alberto Tasinato
Alberto Tasinato

Dalla cucina agli spirits de L’Alchimia, la proposta di Valerio Trentani

Poi… poi si arriva al bancone old style del Lounge Bar dove a dettare la linea troviamo il bar manager, Valerio Trentani.
Qui i signature cocktails sono pensati per farsi riconoscere e per allietare gli ospiti dall’ora di pranzo fino allo scoccare della mezzanotte. Inoltre, la selezione di Spirits, Amari, Bitter e Vermouth traccia un sinuoso viaggio che dal Bel Paese sconfina verso territori lontani, guidando il cliente tra sorsi cangianti come i colori di certi filati esotici. Cognac, whisky, rum e una fornitissima selezione di gin rendono la carta dei distillati de L’Alchimia un vero piacere per il palato che incuriosisce i non esperti e diletta i veterani del bere distillato.

Ma la meraviglia di etichette non si ferma ai confini del bancone. Il gioco alchemico, che in questo locale si manifesta sotto mille aspetti, non poteva non coinvolgere spirits e mixology in tutto il servizio del locale. Infatti, dal suo primo giorno di apertura, a L’Alchimia, ogni prodotto della somministrazione ad alto tenore alcolico è presente in ogni momento del servizio.

In cucina distillati come grappa e whisky entrano nella preparazione di secondi piatti a base di carne, mentre bitter, gin e liquori trovano spazio nelle ricette di gustosi dessert. In sala Alberto e Valerio giocano su abbinamenti che sposano la cucina suggestiva e mai scontata dello chef Giuseppe Postorino, usando spirits e mixology come perfetti alleati dell’esperienza.


Gli interni de L'Alchimia
Gli interni de L’Alchimia

Occhio agli abbinamenti

Fra gli abbinamenti più riusciti e di successo troviamo il Rombo arrosto con foie gras e spuma di funghi abbinato al Vermouth L’Alchimia, una ricetta originale e “fatta in casa” al profumo di zafferano e cioccolato. Troviamo poi suggestivi abbinamenti come la Lepre alla Royale e la Grappa Fuoriclasse Castagner invecchiata 14 anni oppure i Gamberi rossi di Sicilia crudi, salsa ispirata all’Americano – si, il drink! – e baby lattuga accostati ad un Negroni in versione Coppa Martini. Un tocco d’autore e una carezza per l’olfatto.



Obiettivo ben raggiunto. Quale obbiettivo? Sdoganare l’accompagnamento a tutto pasto di spirits e cocktails, rendendoli compagni, silenti, di una bella esperienza di gusto. Anche in un ristorante segnalato dalla Rossa con una Stella Michelin come L’Alchimia.

E questo aspetto, unito alla sapiente e abile capacità nell’arte dell’ospitalità, permette al locale milanese di offrire un servizio a 360°. Lo stesso Alberto Tasinato afferma: «Ci hanno descritti come un hotel senza camere. Troviamo che questa definizione sia perfetta per rappresentare il nostro spirito di accoglienza. Per raggiungere sempre nuovi e alti livelli di servizio – spiega – dalla nostra nascita coinvolgiamo la mixology e gli spirits in ogni aspetto del nostro lavoro: dal semplice drink di benvenuto al piatto fino al dopo cena. Ogni prodotto contribuisce alla realizzazione dell’esperienza, che nella ristorazione contemporanea resta un concetto imprescindibile e ricco di valore, al quale per primi crediamo profondamente». 

 

Vive fra Firenze (Toscana) e Merano (Alto Adige). Comunicatrice e scrittrice enogastronomica, sommelier e degustatrice di vini e distillati. Con la sua agenzia, la Io & Vino, si occupa di consulenza e formazione per attività ristorative con un forte focus sulla creazione di carte vino e distillati, su tutto il territorio nazionale.

Potrebbero interessarti