Gregory Camillo Jerry Thomas Bar Room
/

Jerry Thomas Bar Room, conoscenza e inclusione, queste le nuove password

Quando a Roma si parla di Jerry Thomas si parla di un microcosmo fatto di attenzione, sperimentazione, cura dei dettagli e condivisione. Per anni la password di accesso del ‘famoso’ speakeasy di Vicolo Cellini – pieno centro storico – è passata di mano in mano, all’inizio come se fosse un segreto da custodire gelosamente, poi, con il trascorrere del tempo, si è disciolta in un più semplice ‘la conosco io’, frutto di una frequentazione assidua di un club diventato icona del bere bene e consapevole.

Del Jerry Thomas Project, a poco meno di quindici anni dall’apertura, si è detto tutto e il contrario di tutto, si è parlato, scritto, scrutato nei profondi meandri di un successo -non- annunciato per cercare di capire cosa si nascondesse dietro un piccolo ed esclusivo club romano. Forse non esiste una vera e propria ricetta, forse sono arrivati semplicemente prima di tutti, al posto giusto e al momento giusto. Hanno intuito la strada da percorrere, la stessa che è diventata prima un movimento e poi la spina dorsale della bar industry, termine poco felice, ma funzionale per descrivere tutto quello che gli gira intorno.

In molti sono pronti a sostenere che il fenomeno mixology sia l’ennesima bolla e che seguirà il percorso vissuto dall’alta ristorazione, quella “stellata”. Ovvero che si tratti di una fiammata di passione, figlia di una speculazione profittevole lampo, insomma nulla di concreto.

Ovviamente al Jerry Thomas non la pensano così e, forti delle loro idee, hanno deciso di rilanciare, aprendo il nuovo Bar Room (ne abbiamo parlato a questo link). Una tipologia di bar diversa dal solito, che affonda le mani in tutto quello che è stato il Jerry Thomas in questi anni, foriera di un nuovo livello di esperienza come di accoglienza.

Appena entrati veniamo trasportati nella carrozza di un treno, appena sedici posti a sedere, cappelliere retate e quell’odore di vintage che rende perfettamente l’atmosfera. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo fatto quattro chiacchiere con Gregory Camillo, bar manager della nuova apertura e volto ormai storico (si può dire?) dello stesso JT.


Jerry Thomas Bar Room Cocktail


La carrozza di un treno, tanto legno e calore, un tuffo nel passato, quello dei grandi viaggi di un tempo. Dove ci porterà questo questo treno e cosa offre ai moderni viaggiatori?

«Intanto vogliamo offrire la piena accessibilità alla conoscenza della nostra proposta, ma soprattutto sostenere un’offerta che non tagli fuori nessuno. Siamo a Trastevere, uno dei quartieri più pop di Roma, non dimentichiamolo. La porta d’ingresso è chiusa, vero, ma non c’è una parola d’ordine, nessuna password per entrare».

Nelle scorse settimane, abbiamo parlato della collaborazione con Velier e Luca Gargano. Della collezione di distillati a disposizione degli avventori. Prodotti che dopo anni di ricerca, collezionismo, aste e mercati alternativi, tornano alla loro funzione primaria, essere bevuti. Come prevedi che sarà accolta quella che a tutti gli effetti è uno straordinario plus, oltre che un quasi unicum per il settore?

«La nostra mission primaria è quella dell’accessibilità, come ho risposto prima, per tutte le fasce della clientela. Quella del “Rare Spirits” sarà solo una delle sezioni del menù, certamente importante, dove sarà possibile scegliere e degustare Rum invecchiati fino a trent’anni. Ovviamente, per essere davvero inclusivi, non possiamo limitarci alla sola sezione “Rare Spirits”».


Jerry Thomas Bar Room & Velier


Allargare l’offerta mantenendo l’unicità. Champagne, distillati, cocktail e un occhio attento alla proposta gastronomica. La carta definitiva colpisce non solo per il contenuto, quindi la selezione, ma ancor di più per la semplicità comunicativa con la quale vengono presentati i prodotti. È un menù pop.

«Teniamo molto a questo aspetto, siamo pur sempre un cocktail bar e champagne! Non voglio ripetermi, ma il pubblico non si deve spaventare davanti a nomi altisonanti, il nostro bar è pensato come luogo d’incontro, di chiacchiere, di svago. Tale deve restare. Non abbiamo il classico bancone da bar per le chiacchiere con il bartender, ma una trolley station da viaggio, in perfetto stile con tutto il locale,  pronta per essere la quinta per i classici cocktail come per quelli già imbottigliati da noi».

Avremmo preferito trovare in carta una proposta superiore di prodotti italiani, ma questo è un treno internazionale a vocazione caraibica e il concetto – per non dire concept – arriva forte e chiaro. Resta il dubbio circa il potenziale consumo di alcune perle della collezione che Luca Gargano ha messo a disposizione del progetto. Non capita sovente di trovare locali che hanno una spirits list con dentro un Port Mourant del 1997 o un Albion del 1994, rum che da anni sono fuori da qualsiasi giro e che invece qui tornano, non solo per essere ammirati da sognanti collezionisti, ma per essere assaggiati da un pubblico più ampio. Ma a fugare le perplessità ci pensa Camillo.

«Siamo perfettamente coscienti che questa tipologia di distillati non si muoverà velocemente, ma avremo tutto il tempo per farle conoscere ai grandi appassionati e farle scoprire a chi è al suo primo approccio. Questo è lo spirito pop della Room Bar, proporre un viaggio di scoperta e formazione, che si tratti di un rum invecchiato per decenni o di un cocktail a base Champagne. L’importante è la condivisione dell’esperienza».

Lasciamo Gregory Camillo al suo lavoro e continuiamo a gustare il sapore di trovarsi davanti a un progetto che pone il profitto in secondo piano rispetto alla cultura e alla conoscenza, da  condividere e diffondere. Anche con un drink o un distillato raro. Qui non si miscelano solo liquidi, ma anche storie e racconti. Qui non si miscelano solo liquidi, ma anche storie e racconti, volutamente comprensibili e inclusivi. Il Pop e il Glam, si fondono. A Trastevere!

Nasce astemio nel 1971 a Roma, ma già alla fine degli anni ’80 si appassiona alla creatività e al buon bere. Frequenta Accademia delle Belle Arti e in contemporanea sviluppa una passione vera e sincera per il Campari e il Gin (in tutte le sue declinazioni). Illustratore, fumettista, mangiatore e creativo. Scrive e collabora con varie testate giornalistiche da anni. Conoscitore delle varie dinamiche del food&beverage, ha sempre fame e sete.

Potrebbero interessarti