Stefano Bottega
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SPIRITS SELECTION A TREVISO, GRANDIOSA OPPORTUNITÀ DI PROMOZIONE

Stefano Bottega di Confindustria Veneto Est:«la grappa rappresenta senza dubbio la nostra identità nazionale e regionale, questo grande evento è il riconoscimento dell’eccellenza di questo settore in Veneto»

Grappa sugli scudi all’edizione numero 25 della Spirits Selection del Concours Mondial de Bruxelles, ospitata per la prima volta in Italia nella Marca trevigiana, una delle culle del distillato italiano per eccellenza. E da Treviso Stefano Bottega, presidente del Gruppo Vinicolo e Distillati di Confindustria Veneto Est, sottolinea l’importanza dell’evento per mettere in vetrina la grappa.

«Tra gli spirits la grappa rappresenta senza dubbio la nostra identità nazionale e regionale e questo grande evento valorizzerà il nostro territorio e la nostra grappa nel mondo», dichiara l’imprenditore, che rispondendo alle domande di Spirito Autoctono suggerisce un approccio ottimistico all’evoluzione del made in Italy per il mercato degli spirits, partendo appunto dalla grappa.

Bottega, qual è lo stato di salute del mondo grappa in Veneto e a nord-est? 

«In Veneto operano 12 distillerie che sono espressione di una tradizione consolidata. È un mercato stabile in Italia, ma in crescita all’estero (+25%) nel 2022. L’arrivo a Treviso, per la prima volta in Italia, di Spirits Selection del Concours Mondial de Bruxelles tra i principali eventi a livello mondiale nel settore, con 138 giudici di 32 Paesi e 2300 distillati in selezione, è un grande riconoscimento dell’eccellenza di questo settore in Veneto. Ed è un’occasione importante per valorizzare ulteriormente il nostro prodotto ma anche tutto il territorio». 

Guardando ai trend degli ultimi vent’anni, come si percepisce il polso attuale? 

«Cambiano le abitudini di consumo, sulle quali nel recente passato hanno inciso anche i confinamenti dovuti alla pandemia. Aumenta ad esempio la percentuale di consumo di aperitivi e cocktail alcolici. Il 2022 ha registrato la ripresa, dopo la pandemia, del consumo fuori casa di vino e distillati, con la ripresa dei canali Horeca del +38% rispetto allo stesso periodo 2021, generando (secondo l’Osservatorio nazionale Federvini relativo ai primi nove mesi dell’anno) 1,1 miliardi di euro di consumazioni. Le performance migliori appartengono ai consumi serali, che più di altri avevano sofferto le chiusure dovute alla pandemia. Tra queste spiccano le categorie come gli spiriti lisci +152% e i cocktail alcolici +40%. Ma se ora siamo tornati al consumo fuori casa, tra bar e ristoranti, dobbiamo ricordare anche che nei mesi della pandemia si era affermato anche il consumo di cocktail in casa, che ha raggiunto anche picchi del 35% del totale, risultato di mixology domestica o di premix acquistati nella Gdo o di prodotti da asporto. Un segmento da non trascurare anche in futuro». 

Rispetto ai canali, dove si gioca la partita cruciale oggi? 

«Nel 2002 sono stati prodotti 74.200 ettanidri di grappa. Su valore complessivo 1,25 miliardi di euro degli spirits in Gdo, dove la grappa è il più venduto con fatturato di 140 milioni di euro, seguono whisky per110 milioni e gin per 81 milioni. Anche nell’Horeca è il distillato più venduto. Negli ultimi anni le esportazioni hanno registrato una crescita del 13%. I dati dell’Osservatorio di Federvini insieme a Nomisma e Tradelab rilevano che il 98% dei bar (146.803) trattano gli spirits che contribuiscono per il 13% al fatturato pari a circa 2,6 miliardi di euro. Nei ristoranti (142.120) il 93% somministra spiriti con oltre 200 milioni di consumazioni. Nei ristoranti di fascia alta il 20% dei pranzi e delle cene vengono accompagnati dal consumo di spiriti». 


© Spirits Selection

Quali sono i numeri del comparto? 

«Dagli osservatori nazionali, rileviamo che distillati e acquavite che hanno una quota di mercato del 44%. Tequila e gin segnano una crescita superiore al 30%, anche se la maggior quota di mercato resta quella della grappa. Sempre secondo l’Osservatorio Federvini, nei primi 9 mesi del 2021 risulta che il 15% delle visite fuori casa degli italiani siano state caratterizzate dal consumo di vino o spiriti. In particolare l’estate 2021 ha fatto segnare un incremento del consumo di aperitivi e cocktail alcolici, che ha coinvolto il 34% degli italiani, contro il 26% nel 2020. Sempre nei primi 9 mesi del 2021 le principali occasioni di consumo di spirits sono state: aperitivo serale (32%), cena (18%), dopo cena e notte (17%). Nello stesso periodo il consumo fuori casa si è distribuito per lo più tra bar (60%) e ristoranti (29%). Nel corso della pandemia si è affermato anche il consumo dei cocktail a casa, con una quota del 35% ed è il risultato di mixology domestica, di premix acquistati al supermercato o di cocktail preparati al bar e consegnati a domicilio o ritirati con l’asporto».

Qual è il rapporto con il Consorzio Nazionale?

«È un proficuo rapporto di collaborazione. La creazione del Consorzio nazionale della Grappa, riconosciuto dal Ministero, consente di rappresentare e valorizzare questa specificità così da essere esser parte attiva nella definizione delle normative del nostro settore».

Quanto pesano Veneto e nord-est nel segmento grappa rispetto allo scenario nazionale? 

«Il Veneto è da sempre la regione leader italiana nella produzione di grappa e almeno il 60% dei produttori sono concentrati nel Nord Est».

Quanto pesano per l’export? 

«Dal 2017 ad oggi la grappa è cresciuta del 60% sui mercati esteri. L’export generale della grappa Germania, Svizzera, Usa, Canada, Austria sono i mercati principali».

Grappa e internazionalizzazione, a che punto siamo? La grappa conquista i mercati mondiali? 

«Si registrano una crescita e una lenta diffusione nei mercati mondiali e per questo dobbiamo far crescere l’e-commerce, che ha dimostrato le sue potenzialità nel periodo infausto della pandemia. Secondo l’Osservatorio di Federvini il comparto spirits ha registrato un +29% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il settore è trainato dalla Grappa (+23%). I mercati più in crescita sono la Germania dove la grappa risulta ancora la più richiesta +33% rispetto al 2021, Stati Uniti +28% e l’Austria, +14%».

Quali sono i trend per tipologia di prodotto? 

«Le grappe barricate e invecchiate godono di grande popolarità tra i consumatori, che le prediligono rispetto alle grappe giovani. La grappa si propone ora anche per la mixability, sempre guardando a un consumo limitato e responsabile. In Italia trainato dal fenomeno gin, cresce il numero di distillerie, Dopo la pandemia si registra un incremento superiore al 20% di nuove aperture, soprattutto progetti di microdistillerie,, coinvolgendo anche molti giovani con un migliaio di etichette made in Italy, destinate a raddoppiare nei prossimi anni».


© Spirits Selection

Quanto pesa l’innovazione nel segmento grappa? 

«La produzione di grappa e la distillazione in generale sono un comparto con una lunga tradizione ma che ha saputo costantemente aggiornare e migliorare l’offerta ai consumatori, nella cultura di un bere responsabile, ottenendo, come detto, importanti risconti anche a livello internazionale. La sfida è intercettare, e anzi anticipare, i cambiamenti dei consumi, ad esempio valorizzando la mixology, e per questo occorre potenziare gli sforzi per comunicare al meglio la qualità della grappa sia un valore da comunicare, considerandolo questo prodotto uno dei simboli del made in Italy. Voglio poi ricordare la Grappa Spray, che ho ideato nel 2004. Si tratta di una piccola bottiglia dotata di vaporizzatore che contiene 10 cl di distillato, per regalare l’emozione fuggevole di un assaggio olfattivo. Va impiegata per aromatizzare il caffè, i dolci e, in cucina, per arricchire con inedita verve alcuni piatti a base di pesce e di carne. Ha contribuito a incrementare sui media l’interesse per il nostro distillato di bandiera».

Progetti, prospettive, idee…? 

«Dobbiamo considerare l’industria della distillazione è anche un’importante risorsa industriale e si ricorderà come durante la pandemia con spirito di servizio una parte dei distillatori abbia riconvertito alcuni dei propri impianti alla produzione di alcol per la disinfezione, diventato prezioso e raro. La distillazione è anche un esempio di economia circolare che riutilizza i suoi componenti, riducendo gli scarti e l’impatto ambientale. La produzione di grappa parte dalle vinacce, che risultano dall’uva dopo la produzione di vino, che sono distillate e diventano acquavite. Ma anche le stesse vinacce esauste se opportunamente pressate e disidratate saranno poi il combustibile che alimenta gli stessi alambicchi della distilleria. Infine, dai semi di vinaccioli contenuti negli acini dell’uva si produce un olio, ricco di antiossidanti e di polifenoli, impiegato in ambito culinario e cosmetico. La transizione alla sostenibilità non ci trova certo impreparati». 

Dopo qualche divagazione tra Nietzsche e Wittgenstein, è tornato a Epicuro. E così scrive di vino, sapori e spirits, di viaggi, di teatro e danza. Veneziano, fa base a Praga. Ama il whisky scozzese e le Dolomiti.

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