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CELEBRITIES CHE FIRMANO NUOVI SPIRITS: BOOM O FLOP?

Clooney ha venduto Casamigos a Diageo per una cifra record. Ma non è andata sempre così bene

Tra le celebrities mondiali serpeggia una sfida: se non hai un tuo marchio di spirits non sei nessuno. Ma non a tutti va bene l’impresa. Chiedete a Richard Branson, se ne avete il modo, notizie della sua Virgin Vodka, lanciata quasi vent’anni fa e presto scomparsa dai radar.

Pensate all’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che peraltro adesso ha altri guai per la testa, e alla sua Trump Vodka, che sarebbe dovuta diventare un caso di successo mondiale e invece ha resistito nel mercato per soli sei anni. E l’elenco dei precedenti infruttuosi, da Mariah Carey a Danny De Vito (lanciò un limoncello non proprio rimasto negli annali…) potrebbe continuare a lungo.

Eppure, anche oggi, si moltiplicano le nuove iniziative vip legate a distillati e liquori, con una preferenza generale – ça va sans dire – per il gin, che continua a rappresentare il più gettonato degli spirits brandizzati con nomi che tutto il mondo conosce proprio grazie all’esposizione mediatica dei divi del cinema, della musica, dei social che scelgono questa via apparentemente efficace per fare business.

Del resto, non mancano esempi contrari: c’è chi, con i superalcolici, ha fatto soldi a palate. E la case history che tutti hanno in mente è quella di mr. George Clooney. Il quale, nel 2018, ha conquistato il titolo di attore più pagato al mondo con la stratosferica cifra di 239 milioni di dollari.

Il doppio rispetto al secondo classificato di quell’anno (per la cronaca fu Dwayne Johnson), ma non grazie ai successi dei suoi film bensì all’incasso della vendita a Diageo di Casamigos: il colosso degli spirits la pagò oltre un miliardo di dollari, suddivisi tra Clooney e il socio Rande Gerber.


Ryan Reynolds con il suo Aviation Gin

Un precedente, quello di Casamigos – ma anche a Ryan Reynolds è andata di lusso, visto che il suo Aviation Gin è stato acquisito sempre dalla generosa Diageo per 610 milioni di dollari – che ha contribuito a rilanciare le ambizioni di tante celebrities.

Insieme al trend di mercato sempre più orientato alla mixology (con i distillati che sembrano aver preso il posto del vino nei sogni delle star), quale pagina migliore di pubblicità esiste al mondo se non quella di identificare il proprio nome con un prodotto di successo? L’unico rischio è quello che il prodotto non abbia successo: in quel caso, il ritorno d’immagine è tutt’altro che positivo. E l’impresa di conquistare consumatori e bartender tutt’altro che facile, data la concorrenza.

In bocca al lupo, quindi, a chi ci prova e vediamo quali sono gli ultimi esempi in materia, compresi gli ingressi nel promettente mondo dei ready-to-drink e negli hard seltzer a bassa gradazione alcolica.


L’amaro di Sting, Amante 1530

1. Sting, Amante 1530

Con il vino non gli è andata affatto male e ora Gordon Matthew Sumner, in arte Sting, ci prova con un amaro/aperitivo, Amante 1530, lanciato a settembre a New York e affidato, come produzione, alla distilleria Pallini e con la collaborazione del re degli enologi, Riccardo Cotarella. È un progetto condiviso dal fondatore dei Police con la moglie Trudie Styler, la ceo della newco Ana Rosenstein, Richard Kirshenbaum e Barry Rosenstein.


Brad Pitt e il The Gardener Gin

2. Brad Pitt, The Gardener Gin

Presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, The Gardener Gin è un London Dry lanciato da Brad Pitt con la “firma” di un mastro distillatore top come Tom Nichol, la cui carriera si è svolta prevalentemente in Tanqueray. Per Pitt, non si tratta della prima esperienza nel mondo degli alcolici: da diversi anni è proprietario della cantina provenzale Chateau Miraval, famosa per i suoi rosé. Intercettare il gin del giardiniere tra le bottigliere di locali di mixology non è impresa facile, ma siamo solo agli inizi.


The Blackened, il whisky dei Metallica

3. Metallica, Blackened

La band simbolo dell’heavy metal ha il suo whiskey, The Blackened, e del resto la liason tra il distillato e i Metallica è cosa nota e già cantata dalla voce di James Hetfield (si pensi a whiskey in the jar). Il nome del prodotto è tratto da una celebre canzone contenuta nell’album “And justice for all”. Dietro c’è la mano del master distiller & blander Dave Pickerell, mancato nel 2018. L’idea originale di Blackened è il processo di miglioramento sonoro durante la finitura, con l’ingresso delle musiche dei Metallica.


Il rhum SelvaRey di Bruno Mars

4. Bruno Mars, SelvaRey Rhum

Non bastava il prodotto, è arrivato anche il popup bar alle Hawaii, presso l’hotel Fairmont Orchid. Parliamo di Bruno Mars, celeberrimo cantante e produttore americano che dopo aver lanciato nel 2021 il suo rhum, SelvaRey, quest’anno ha aperto anche un locale nelle sue isole (Mars è nato a Honolulu). Il rhum nasce a Panama e viene realizzato in quattro diverse etichette: White, Chocolate, Coconut e l’esclusiva riserva del proprietario.


La linea di spritz Delola di Jennifer Lopez

5. Jennifer Lopez, Delola

La cantante e attrice statunitense di origine portoricana si è ispirata alle atmosfere di Capri per lanciare, quest’anno, la sua linea di ready-to-drink Delola, in collaborazione con la bartender Lynnette Marrero. Alla base del suo modello di business troviamo la comodità della confezione, che permette di bere un aperitivo senza dover dipendere da un bartender, e il contenuto low alcool che intercetta la tendenza healthy. Disponibile in tre versioni: Orange Spritz (amaro, arancia e passion fruit), Bella Berry Spritz (vodka, frutti di bosco e ibisco) e Paloma Rosa Spritz (tequila, pompelmo e sambuco).


Fedez Lazza Boem
Fede e Lazza con il drink low alcol Boem

6. Fedez e Lazza, Boem

Oltre ai due cantanti italiani, dietro questo drink a bassa gradazione alcolica (4,5 gradi) c’è un vero e proprio progetto di business finanziato da un e-tailer del vino come Camillo Bernabei e da un investitore già presente nel panorama della ristorazione come Leonardo Maria Del Vecchio. Inizialmente pensato per il canale Horeca, Boem è entrato anche in grande distribuzione con Esselunga e ha siglato una partnership calcistica con il Milan.


LeBron James con la tequila Lobos 1707

7. Lebron James, Lobos 1707

Il campione di basket dei Lakers è socio di una distilleria messicana produttrice di una tequila che gli ha permesso, alla San Francisco World Spirits Competition 2022, di avere la meglio sul più grande mito nella storia della Nba ovvero Michael Jordan, anch’egli produttore dello stesso distillato di agave. Si chiama Lobos 1707 e riposa per sei mesi in botti di rovere bianco americano, viene arricchita con una piccola parte di tequila extra añejo Lobos 1707 e rifinita in botti di vino Pedro Ximénez. La distilleria è stata fondata dall’attore e documentarista Diego Osorio.


Renais Gin
Il gin Renais di Emma Watson

8. Emma Watson, Renais Gin

L’attrice di Harry Potter ha scelto il fratello Alex, ex Diageo, come compagno di avventura imprenditoriale per lanciare il gin Renais, ispirato all’infanzia e ai vigneti di famiglia a Chablis. Lanciato quest’anno viene prodotto partendo da un distillato creato dagli scarti delle uve utilizzate per produrre il vino, con l’aggiunta di un altro distillato creato con le rocce kimmeridgiane e con un pizzico di salgemma. Tra le botaniche, naturalmente, troviamo le uve dei vigneti Grand Cru di Chablis provenienti dalla Domaine Des Malandes.


La tequila 818 di Kendall Jenner

9. Kendall Jenner, 818 Tequila

La supermodella ventottenne da 295 milioni di follower su Instagram ha creato due anni fa il suo marchio di tequila, 818, dal prefisso telefonico di Calabasas, la località californiana dove vive. Quattro le referenze: 818 Blanco, 818 Reposado, 818 Anejo e infine la Eight Reserve in ceramica smaltata disegnata dall’italiano Valerio Sommella. Inizialmente bersagliata dalle critiche sui social, questo prodotto pare poi aver conquistato consensi in tutto il mondo, entrando anche nei mercati cinese e australiano e più che raddoppiando le vendite previste inizialmente in Gran Bretagna.


Papa Salt Gin
Il Papa Salt Gin di Margot Robbie

10. Margot Robbie, Papa Salt

L’attrice australiana protagonista di Barbie è nel gruppo dei fondatori di Papa Salt, gin dalla bottiglia ispirata al mondo dei profumi e dalle botaniche native “Aussie”. Viene presentato come un prodotto i cui sapori sono ravvivati dal piccante fiore di cera, dall’ibisco e dalla scorza di agrumi, il tutto avvolto da sottili sentori di semi di nocciola, la delicata spezia del pepe rosa in grani e una inconfondibile mineralità da un accenno di guscio d’ostrica.

Giornalista specializzato in economia della moda, del design e del food&beverage. Attualmente scrivo per Milano Finanza, Vogue Italia, Gambero Rosso, Gruppo Food, Corriere Vinicolo e altre testate italiane ed estere.

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