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FINE SPIRITS: CULTURA E FILOSOFIA DEL TERRITORIO

The Hearach Single Malt lanciato sul mercato italiano. Prospettive e approccio al mercato della famiglia Gargano

Brand prestigiosi, come i whisky scozzesi The Dalmore e The Glendronach o il peruviano Ron Millonario, ma anche prodotti di realtà artigianali e micro-distillerie. Il portfolio di Fine Spirits, azienda genovese di importazione e distribuzione, abbraccia un ben calibrato novero di referenze, che include distillati italiani e stranieri, aperitivi, amari, liquori e vini, dallo Champagne ai fermi fino ai fortificati, ma anche prodotti no-low.

Di recente, l’introduzione di The Hearach, primo Single Malt Scotch Whisky della Isle of Harris Distillers Ltd – e primo dell’isola delle Ebridi Esterne – dice molto su una filosofia che fa della ricerca di prodotti molto specifici e territoriali uno dei propri biglietti da visita.

Proprio da questo spunto, siamo partiti per parlare della filosofia di Fine Spirits con Paolo Gargano, patron dell’azienda.


Paolo Gargano, patron di Fine Spirits

The Hearach, un whisky territoriale

«A otto anni dalla nascita della distilleria di Harris, siamo davvero felici di presentare sul mercato italiano The Hearach», dice Paolo Gargano, alla guida di Fine Spirits. Il nome, The Hearach, è il termine gaelico con cui vengono definiti gli abitanti di Harris e quello di Isle of Harris Distillers Ltd è il primo whisky ufficiale dell’isola, distillato, maturato, miscelato e imbottigliato in piccoli lotti proprio qui, dagli uomini e dalle donne della distilleria, fortemente influenzato dal proprio ambiente natale.

«Questo tanto atteso Single Malt è il risultato di una stretta collaborazione tra le persone e il territorio, uniti per creare un whisky complesso con un carattere distintivo – spiega Gargano – La distilleria è nata dall’idea dell’attuale presidente, Mr. Anderson Bakewell, legato all’isola da oltre 50 anni. La sua missione era affrontare i problemi dell’economia locale e della popolazione in declino, condividendo con il mondo l’essenza dell’isola attraverso il gin e il whisky. Oggi siamo finalmente arrivati a questo importante obiettivo».

Una referenza dall’alto posizionamento, che attrae soprattutto gli appassionati più inclini alle novità. «I canali più idonei per The Hearach sono sicuramente le enoteche e l’alta clientela horeca. Il professionista interessato a questo nuovo whisky è un amante della qualità intrinseca di un liquido, attento alle novità del settore – afferma Gargano – The Hearach è un Single Malt che può attirare una fascia di consumatori di giovani adulti, parliamo di 30-45 anni, con un buon potere di acquisto, perché è anche in grado di rappresentare un accesso al mondo del whisky, grazie alla facilità di bevuta», aggiunge.


The Hearach & Harris Gin

The Hearach come alternativa di qualità

Alambicchi di origine italiana firmati Frilli, con una configurazione che riduce il riflusso della condensazione, preservando le caratteristiche distintive del processo di maltazione e fermentazione. È uno dei dettagli che conferiscono a questo whisky le sue note distintive. L’orzo e il lievito si uniscono all’acqua dell’isola, la cui fama è quella di essere la più morbida di Scozia. La maturazione avviene in due differenti tipi di botti ex-Bourbon, botti ex-Oloroso ed ex-Sherry Fino, che completano complessità, equilibrio e rotondità. The Hearach non è filtrato a freddo e il colore deriva esclusivamente dalla sua maturazione.

L’attenzione al packaging inoltre, è un aspetto importante. A curarlo, l’agenzia creativa Stranger & Stranger, che ha ideato una bottiglia in grado di richiamare gli elementi dell’isola, come la tradizionale tessitura locale e una scatola in grigio – come la locale pietra gneiss – e rame, realizzata su misura e con numerosi dettagli, tra cui una poesia gaelica scozzese, un libretto di fiabe e un sottobicchiere. Un prodotto che rispecchia una volontà chiara di ricerca e unicità nel tipo di offerta di Fine Spirits: «L’idea di business di Fine Spirits è quella di offrire un’alternativa di alta qualità ai prodotti di più largo consumo di brand più noti, sia per quanto riguarda le necessità della mescita sia per edizioni limitate e rare», afferma Paolo Gargano.


Il packaging di The Hearach

Avanguardia e trend dei prodotti territoriali

Fine Spirits si definisce azienda “giovane” ma nasce in realtà da un’esperienza profonda nel campo degli spirits e del vino, partendo come costola di Velier per poi divenire una realtà a sé stante, con l’obiettivo di “cercare e selezionare prodotti che riflettano la storia, la tradizione e l’anima di terre e persone di ogni parte del mondo, per divulgarli nel nostro paese con fedeltà e passione”.

«Nella mission di Fine Spirits c’è sempre anche l’avanguardia», sottolinea Gargano, motivando così anche la scelta di inserire in catalogo prodotti a basso contenuto e privi di alcol, che ampliano e completano l’offerta per la clientela, intercettando un trend che recentemente mostra una rapida ascesa. Tra i prodotti più richiesti al momento secondo il patron, restano i gin, insieme alle referenze messicane e giapponesi. «Il gin continuerà a crescere per la sua versatilità, così come i Mezcal, che sono spesso artigianali, hanno molto da raccontare e sono consumabili lisci e in miscelazione – dice Gargano – Non dimentichiamo poi le produzioni italiane, che sono in forte crescita. C’è un’importante tendenza a scegliere prodotti locali».

A livello di tendenze, evidenzia poi alcuni aspetti da considerare. «Vedo un ritorno al classico. Da un lato per questioni di contingenza economica (ritorno di brand classici ed economici che hanno comunque il loro valore), ma anche dal punto di vista dell’approccio del bartender. C’è una maggiore consapevolezza che il cliente debba essere il protagonista dell’esperienza. C’è più attenzione per il cliente».

Tra approccio al cliente e obiettivi futuri

Campagne di comunicazione, formazione, concorsi, benefit. Sono solo alcune delle mosse principali con cui i grandi brand internazionali di spirits si muovono per promuovere i propri prodotti. Nell’ambito del marketing Fine Spirits, individua i propri punti di forza soprattutto in brand awareness, formazione e qualità dei servizi. «Grazie alla nostra autorevolezza, puntiamo molto sul legame e il rapporto personale con i nostri clienti. Agli stessi offriamo formazione ed esperienze presso le distillerie dei nostri produttori. Cerchiamo inoltre di dare un servizio molto efficiente e garantiamo una flessibilità, che i clienti apprezzano molto» chiosa Gargano.

Mentre l’online e i club sono terreno fertile, per il momento il mondo delle aste resta da esplorare. «Siamo presenti sulle principali piattaforme di vendita online e collaboriamo con i principali club italiani. Il mercato delle aste è un mondo che ancora non abbiamo esplorato a fondo», dice Gargano.

Intanto, gli obiettivi futuri si concentrano soprattutto su «razionalizzazione del portafoglio, aumento della brand awareness e della numerica di distribuzione in tutti i canali di vendita».

Radici toscane tra Mugello e Chianti, adottata in Veneto tra ombre e bacari. Ha il naso sul vino da quando lo ha tolto dai libri (forse le cose si sono anche un po’ intrecciate…) e un passato tra voli intercontinentali, valigiate di bottiglie, Paesi asiatici e degustazioni. Diplomata Ais, approda alla comunicazione come ufficio stampa e poi nella redazione di VinoNews24.it. Viaggia, assaggia, scrive, ascolta molto e parla quando serve (svariate lingue).

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