Origini, storia e consumo della vodka, il distillato nato a Est che ha scoperto l’Italia. Con le interpretazioni spiritose di Gian Maria Ciardulli
Dietro al successo di ogni grande prodotto c’è quasi sempre qualcuno pronto a contendersene la paternità. È successo così per la vodka che, seppur universalmente considerata russa, in realtà affonda le sue origini in Polonia. Il primo documento scritto che fa riferimento al distillato risale al 1405, quando su un registro di Sandomierz, sede governativa polacca, vennero trovati accenni alla ricetta di un’“acqua” (in diverse lingue slave la parola ‘vodka’ corrisponde proprio a questo termine italiano) con gradazione alcolica superiore al 50%.
Nella prima metà del ‘500 in Polonia erano operative più di sessanta distillerie ufficiali di vodka e nello stesso periodo, nella vicina in Russia, anche lo Zar Alessio MIchajlovič Romanov fece redigere un codice imperiale per la produzione della vodka liscia e, qualche anno dopo, ai proprietari terrieri fu concesso il diritto di disporre di un alambicco per la produzione personale del distillato.
A favorire la diffusione della vodka liscia in Europa fu in un primo momento la sfortunata campagna in Russia di Napoleone e delle sue truppe, che trovarono in questo distillato un rimedio per sopperire al freddo e alla fame, ma la vera affermazione arrivò con la Rivoluzione Russa, nel 1917, quando la fuga della popolazione russa verso il Vecchio Continente consentì alla ricetta di espandersi e al consumo di diventare importante.
Tra gli esuli più famosi c’era anche Piotr Smirnoff, che dopo essersi visto confiscare lo stabilimento di famiglia fondato nel 1860, decise di emigrare prima in Turchia e poi in Polonia, dove fondò una nuova distilleria che rimase attiva fino al 1925, anno durante il quale decise di stabilirsi a Parigi, cambiando il suo nome di battesimo in Pierre.
LA PRODUZIONE DELLA VODKA
La vodka si ottiene mediante la distillazione di materie prime ricche di amido e zuccheri. Cereali e patate, di cui si utilizzano la fecola e la polpa, vengono macinati con acqua e lasciati fermentare con lieviti specifici fino a raggiungere la gradazione alcolica necessaria. Dopo qualche giorno di riposo, il composto subisce una prima distillazione, dalla quale si raccoglie il vapore prodotto, ed una seconda distillazione, fondamentale per eliminare le sostanze più pesanti e leggere come anidride solforosa e aldeni. Da qui il numero di volte che il composto viene distillato è a discrezione del mastro distillatore, che può ripeterlo fino ad ottenere la limpidezza desiderata.
Al termine dei processi di distillazione, il distillato può essere allungato con acqua per raggiungere la gradazione alcolica richiesta dal mercato. La stessa può essere un primo elemento di categorizzazione della vodka, ma lo è ancora di più la selezione di due categorie: la vodka liscia e pura, e la vodka aromatizzata.
LA VODKA ITALIANA
Sebbene per molto tempo la produzione di vodka sia stata appannaggio dell’Est Europa, da qualche anno anche i distillatori italiani si sono cimentati nella realizzazione di questo prodotto per diversificare la propria offerta. È il caso di Angelo Panegos (Panegos & Co.), microdistilleria pugliese che nell’estate 2023 ha lanciato sul mercato la sua Svergognata Premium Vodka, una vodka realizzata con grano locale coltivato ai piedi del Gargano (a questo link la nostra scheda prodotto). Sempre in Puglia, anche Altamura Distilleries ha firmato la sua vodka partendo proprio da un prodotto tipico della città: il pane di Altamura. Ispirata dalla tradizione mediterranea è anche la Vodka Panarea, realizzata da Federico e Lorenzo Inga (Distilleria Inga) con alcool derivato dai cereali e arricchita da note di agrumi ed erbe tipiche del Mediterraneo (qui l’intervista di Giambattista Marchetto per Spirito Autoctono).
Risalendo l’Italia, in Romagna troviamo poi la Vodka Premium Italiana dei Fratelli Spaka, che Federico Lugaresi (Premiata Officina Lugaresi) ottiene dalla trasformazione di cereali con aggiunta di un distillato di piadina, secondo un’antica ricetta ricavata proprio dalla fermentazione del pane (il nostro approfondimento a questo link). È invece lombarda Eugin Vodka, una vodka “atipica” che la Distilleria Eugin ha scelto di lasciare non perfettamente neutra per mantenere inalterato il suo carattere originale. Non una semplice vodka ma LA Vodka, infine, quella prodotta in Veneto da Italikodrink: una vodka millesimata super premium nata dalla fusione di due alcoli provenienti rispettivamente da cereali e da vino.
VODKA E MISCELAZIONE
È bene intanto precisare che la vodka, per poter essere definita tale, deve avere una gradazione alcolica non inferiore ai 37,5 gradi. Anche se nei paesi dell’Est il consumo di vodka è a tutto pasto, per la sua stessa natura è considerata un drink da bere in piccoli shot o utilizzare in aggiunta ad altri ingredienti nella preparazione di cocktail classici e non solo. Trattandosi di un distillato insapore, infatti, ha la capacità di conferire freschezza e bevibilità a ogni singolo drink.
Per confermarne la versatilità, abbiamo chiesto a Gian Maria Ciardulli, barman ambassador di Spirito Autoctono, di giocare con questo distillato creando tre signature cocktail dedicati. Eccoli.
Pornostar Autoctono
Vodka Svergognata Premium 4 cl
Cordiale al passion fruit,agrumi e vaniglia 3 cl
Lemon bitter 3 dash
Stillabunt Magic Velvet 7 dash
Top Prosecco Doc
Tecnica: shake and strain
Glass: highball alto
Ghiaccio: cubi ICE ART
Negroni Marsalato
Vodka F.lli Spaka 3 cl
Marsala secco superiore Vecchio Florio 3 cl
Biancosarti 1.5 cl
Soluzione salina 3 Dash
Agrumi bitter 3 Dash
Liquore Salvia e Limone 1.5 cl
Essenza agrumi mix
Tecnica: throwing
Glass: old fashioned
Decorazione: olive e limone
Ghiaccio: cubi ICE ART
Miscela Svergognata
Vodka Svergognata Premium 2.5cl
Amaro Anniversario Lucano 2.5cl
Bitter al cacao e noce 3 dash
Top tonica selection touch of lime Schweppes
Tecnica: build
Glass: highball alto
Decorazione: aria aromatizzata Cordial Caffè Lucano
Ghiaccio: cubi ICE ART