TEQUILA DAY: SEMPLICI CONSIGLI PER CELEBRARLO COME SI DEVE

Letture, numeri e idee di degustazione. Il Tequila Day firmato Spirito Autoctono

Sarà la moda per l’America Latina, sarà la passione per la cucina messicana, sarà l’appeal esotico, sarà il nome, sarà George Clooney (!?). Fatto sta che negli ultimi anni sembra si sia diffusa una vera e propria febbre del distillato d’agave. Puntuale come una bolletta della luce, arriva la giornata internazionale a ricordarci la tequila – come se ce ne fossimo dimenticati – e noi cogliamo la palla al balzo per proporvi di approfondirne la storia, nelle due puntate a cura di Marco Zucchetti (ecco qui prima e seconda parte). Aggiungiamo quindi in questo articolo un’infarinatura per inquadrate il fenomeno e, dulcis – ma non necessariamente – in fundo, una serie di suggerimenti di degustazione e abbinamento a cura del nostro brand ambassador, Gianmaria Ciardulli, dal liscio al miscelato, semplice da preparare anche a casa.

Dato però che di solito ai distillati pensiamo 365 giorni l’anno – giornate internazionali o meno – nei prossimi giorni continueremo a parlare di tequila con le voci dei professionisti di settore (anche da oltreoceano) raccolte da Giambattista Marchetto (questo l’articolo pubblicato). Se invece vi accontentate del click bait, avete un’ampia scelta tra social e world wide web.

Cifre e trend in formato shot

Per metterla in numeri, secondo il Consejo Regulador del Tequila il mercato globale della distillato ha chiuso il 2022 con un fatturato di 14,4 miliardi di dollari. Tra le principali piazze target ci sono ovviamente gli Stati Uniti dove sarebbe quasi il caso di parlare di “Tequila Craze”, dato che – stando ai dati diffusi a inizio anno da IWSR – nel 2022 il distillato di agave ha superato il whisky statunitense in termini di valore delle vendite e si prepara nel 2023 a superare la vodka, piazzandosi al primo posto sul mercato.

Nel frattempo l’Italia, dalla posizione di ottavo importatore mondiale, gioca la propria parte con volumi che viaggiano sui 4,2 milioni di litri e una crescita del +103% rispetto al 2021. Numeri a parte, ciò che sembra essere cambiato è in primo luogo il consumatore, che manda al mare il verme e gli ormai passati “bum bum” anni ’90, alla ricerca di nuove referenze ed esperienze di assaggio. Secondo Gianmaria Ciardulli, brand ambassador di Spirito Autoctono «la consapevolezza è migliorata molto. Il consumatore è più attento alle tipologie e alla percentuale di agave impiegata, ma anche ai brand che lavorano sul concetto di cru e di annata del raccolto». E anche il mercato si adatta. «Negli anni ’90-2000 in Italia c’erano prodotti di minore qualità e meno scelta. Oggi il consumatore chiede di più e il mercato segue, supportato dal lavoro del Consejo e di molti brand che, anche grazie a operazioni di comunicazione a livello internazionale hanno contribuito a far crescere la reputazione di questo distillato», aggiunge.



Tequila liscia per iniziare, mixology per finire

Veniamo al palato e partiamo dai consigli per l’avvicinamento.
«Il consiglio è sempre quello di partire assaggiando il distillato in purezza e testando le varie tipologie, ovviamente restando sempre su un 100% agave», suggerisce Gian Maria Ciardulli. «A ogni tipologia la propria modalità di servizio. Per una Tequila Silver o una Reposado potremo stare su una temperatura tra i 16 e i 18°C, mentre una Anejo sarà meglio a 18° e per una Extra Anejo potremo spingerci tra i 18 e i 20°C. Per la Tequila Silver consiglio anche di servire con del ghiaccio e fetta d’arancia».

Il bello viene con gli abbinamenti. «Per la Silver si può giocare con della frutta esotica come il mango, che ha una texture pastosa, perfetta per questo distillato – suggerisce Gianmaria -. Ma l’abbinamento che preferisco è con il pesce. Un bel crudo o gamberi marinati e poi giocare sulle salse a base di frutta esotica, piccanti o acidule, a base di pomodoro fresco. La Reposado – prosegue – accompagna bene la grassezza della carne di maiale, magari condita con una salsa agrodolce. Oppure si può osare con un fois gras o del pollo ben speziato».

«Con l’Anejo di solito preferisco il dolce, come del cioccolato scuro o un dolce da fine pasto. Ma si può anche giocare con un formaggio di media stagionatura, come un taleggio o un caciocavallo, abbinato, perché no, a delle pere. Per i più veraci, suggerisco anche di provare della carne di manzo arrosto e ben speziata. Da non sottovalutare, il condimento – dice Gianmaria – La tequila si sposa molto bene con la parte vegetale, quindi via libera a peperoni e cipolle».

Per finire, ecco una serie di drink semplici, da provare a casa, firmati da Gianmaria Ciardulli.

MARGÒ

INGREDIENTI
  • 5cl Tequila Ocho Blanco
  • 1.5cl Sciroppo miele pere e peperoni gialli
  • 3cl Succo limone
  • Rosmarino e salvia
  • 2cl Cocchi extra dry
  • Crusta: sale rosa

Tecnica: shaker and strain
Glass: tumbler basso
Garnish: crusta, rosmarino, salvia e limone
Ghiaccio: chunk

Preparazione dello sciroppo: acqua, miele, sale, peperoni gialli e pere.
Aggiungere il miele, il sale e l’acqua in una pentola e mescolare continuamente fino a quando il miele non si scioglie.
Tagliare i peperoni e le pere poi aggiungere alla pentola. Portare a ebollizione, mescolando frequentemente.
Lasciare riposare poi filtrare per rimuovere la parte solida.
Preparazione crusta
Bagnare il bordo del bicchiere con il succo di lime e spargere il sale.
Preparazione del drink
Inserire tutti gli ingredienti nello shaker, shakerare la miscela poi filtrare e servire nel bicchiere con le decorazioni.


Il cocktail Margò

PALOMINA

INGREDIENTI
  • 4.5 cl Tequila Silver 
  • 1.5 cl Plamb
  • 1.5 cl Lime
  • Bitter agrumi 2 dash
  • 1 cl Sciroppo fiori sambuco
  • Tonica allo yuzu top
  • Crusta: di sale di Cipro

Tecnica: build
Glass: tumbler alto
Garnish: crusta di sale di Cipro
Ghiaccio: cubi

Preparazione crusta e drink
Bagnare il bordo del bicchiere con il succo di lime e spargere il sale. Inserire gli ingredienti nel bicchiere miscelare e completare con le decorazione.


Il cocktail Palomina

Radici toscane tra Mugello e Chianti, adottata in Veneto tra ombre e bacari. Ha il naso sul vino da quando lo ha tolto dai libri (forse le cose si sono anche un po’ intrecciate…) e un passato tra voli intercontinentali, valigiate di bottiglie, Paesi asiatici e degustazioni. Diplomata Ais, approda alla comunicazione come ufficio stampa e poi nella redazione di VinoNews24.it. Viaggia, assaggia, scrive, ascolta molto e parla quando serve (svariate lingue).

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