Tre grappe riserva della Distillerie Berta, in dialogo con tre lunghe stagionature di Parmigiano di Montagna del Caseificio Malandrone
Aveva ragione Arthur Schopenhauer quando diceva che “la gente comune pensa soltanto a passare il tempo, ma chi ha un po’ di ingegno trova il modo di utilizzarlo”. Un’esortazione a uscire dall’idea di tempo come semplice unità di misura e iniziare a guardarlo come un mezzo attraverso il quale concretizzare i propri progetti, che il Caseificio Malandrone 1477 e le Distillerie Berta – aziende di riferimento per l’Italia nei settori caseario e distillatorio – hanno fatto propria nel profondo, trasformando i rispettivi prodotti in pure espressioni del tempo e del suo inestimabile valore.
A fornire l’occasione per conoscere più a fondo questo orizzonte è stata la masterclass organizzata a Mombaruzzo (Alessandria) da Spirito Autoctono, nella sede storica delle Distillerie Berta. A dialogare con le nuove generazioni delle due aziende, rappresentate da Carlo Minelli e Giulia Berta, il Direttore di Spirito Autoctono, Francesco Bruno Fadda.
L’incontro ha messo a confronto tre tipologie di grappe di diverse annate con altrettante stagionature del Parmigiano Reggiano di Montagna prodotto dal caseificio di Pavullo nel Frignano (Modena): veri e propri gioielli che hanno fatto del tempo la loro cifra stilistica più riuscita.
Degustare il tempo
Davanti a un parterre composto da giornalisti, esperti e operatori di settore, la degustazione, chiamata non a caso “L’Alchimia del Tempo”, ha avuto inizio con l’assaggio della Grappa Giovane “Villa Prato” in abbinamento a all’84 mesi di Malandrone. Nel calice un prodotto giovane, nato dall’unione di diversi uvaggi del territorio, che trascorre un periodo di stabilizzazione di 6 mesi in acciaio inox; nonostante l’assenza del legno, il sorso si rivela complesso e divertente, con un ingresso morbido sostenuto da piacevolissimi aromi floreali. Ad accompagnarlo un formaggio già riconoscibile come “Riserva”, molto ricco di elementi nutritivi, dalla pasta friabile e granulosa, con sapore deciso, dominato da sentori di spezie e frutta secca.
A segnare il secondo atto un climax ascendente di complessità e sapori, con il connubio tra la Grappa di Barbera “Roccanivo” invecchiata 8 anni e il Parmigiano Reggiano di Montagna stagionato 96 mesi. Nel bicchiere una grappa millesimata di straordinaria struttura ed eleganza, invecchiata 8 anni in tonneaux di Allier e Troncais; dal sorso morbido e vellutato, è impreziosita da aromi di dolci e pasticceria affiancati a interessanti note floreali.
Una scelta in perfetto equilibrio quella che ha visto affiancarle la stagionatura del Parmigiano Reggiano: un assaggio ricco e sostanzioso, con un’importante granulosità anticipata al naso da sentori di noce moscata, nocciole e fiori di camomilla per un’armonia di sapori perfetta. La burrosità dell’84 mesi lascia quindi spazio all’intensità della sapidità del 96 mesi, mentre l’agilità della giovane grappa “Villa Prato” saluta l’eleganza e lo charme della “Roccanivo”. Nessun contrasto tra il distillato e l’opera casearia, anzi, un vero e proprio fraseggio tra due grandi terzini di memoria calcistica. Thuram e Facchetti?
Si chiude (?) con la Grappa di Barbera e Nebbiolo Riserva, la speciale release realizzata per il 75° anniversario delle Distillerie Berta in abbinamento al capolavoro del tempo e dell’arte certosina dei Minelli, sua maestà Malandrone Veteris stagionato la bellezza di 12 anni. Complessità ai vertici per un riuscitissimo matrimonio di piacere, in perfetta tensione tra le note avvolgenti di tabacco, cacao e vaniglia della grappa – uno dei sorsi più rappresentativi di Casa Berta – e gli aromi intensi e persistenti di ogni scaglia di questo Parmigiano. Leggero piccante, lieve tostatura e finale di burro e nocciola, in un incalzante scambio di cortesie per il solo intento di avvolgere letteralmente il palato e la memoria. La dimostrazione che spesso, solo una lunga attesa e il rispetto quasi religioso del tempo consentono al prodotto di evolversi e trovare la sua forma più compiuta.
Lo stupore tra gli ospiti per l’ameno abbinamento, seppure non così forzato, ha lasciato rapidamente il passo al godimento puro del momento – ecco che rientra il fattore tempo, da dedicare a se stessi, in questo caso -, confermando la voluttà del connubio.
E se l’abbinamento ha funzionato, se il gusto del tempo è stato certamente il più goloso, in un gioco perfetto che vede le lancette scandire i sapori, non si può non restare ancor più travolti dalle introduzioni e dal racconto dei due giovani produttori Giulia Berta e Carlo Minelli, oggi baluardi arditi della tradizione della propria famiglia.
Entrambi fieri narratori di esperienze, tecniche e semplici aneddoti, che, rilanciando il passato e la propria storia aziendale, vogliono intensamente scrivere il futuro. Giulia che fa brillare gli occhi curiosi e intensi quando racconta di come l’idea di invecchiare le grappe abbia rivoluzionato la distilleria; di come, da tempo, le Distillerie Berta siano il simbolo dell’artigianalità italiana che fa innamorare tutto il Mondo, nonostante l’orgoglio di famiglia sia quello di vendere oltre il 60% del prodotto all’interno dei nostri confini. Carlo e Luca – fratelli e partners in crime – sono invece sempre alla ricerca della forma di parmigiano perfetta, ricerca che inizia già dalla prima mungitura e continua per i giorni, i mesi e gli anni a venire, come amano raccontare.
Il tempo del dolce
A chiudere l’esperienza, questa volta per davvero, un assaggio a 360° di alcune sfiziosità salate proposte accanto alle chicche golose firmate dalla famiglia Berta. Dalle mozzarelle “Le Bufaline” al caprino semi stagionato “Tenuta Principe Mazzacane”; dai tipici amaretti morbidi di Mombaruzzo dell’azienda Carlo Moriondo ai panettoni di Berta nelle versioni glassato e al cioccolato, fino alle gelatine di Bric del Gaian.