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SPIRITO AUTOCTONO, DECISE LE AMPOLLE D’ORO 2024

Le Ampolle D’oro di Spirito Autoctono 2024, fanno emergere una netta crescita nelle produzioni artigianali e territoriali

Consapevolezza, equilibrio, pulizia. Sono alcune delle parole chiave che restano impresse dopo le finali di Spirito Autoctono La Guida, tenutesi durante la scorsa settimana presso Villa Prato, il relais delle Distillerie Berta a Mombaruzzo (AT). Undici giudici in commissione per circa 200 campioni in assaggio alla cieca, tra grappe, brandy, gin, amari, liquori, vermouth, aperitivi e non solo, in una quattro-giorni che ha decretato le ultime Ampolle d’Oro della tornata 2024, ancora top secret.

«Quella del 2024 sarà un’edizione all’insegna della consapevolezza – preannuncia Francesco Bruno Fadda, coordinatore nazionale di Spirito Autoctono La Guida e Direttore della piattaforma media – Una consapevolezza che riguarda soprattutto la capacità di molti produttori di dimostrare una crescita da un punto di vista qualitativo. I campioni presentati e, ancor più, quelli arrivati in finale, mostrano una padronanza sempre maggiore delle tecniche di distillazione e infusione da parte delle aziende più giovani, oltre a una maggiore attenzione all’equilibrio gustativo, soprattutto per quanto riguarda i prodotti che prevedono l’aggiunta di zuccheri».

Tra le tipologie di prodotto che più hanno colpito c’è quella dei liquori, sempre più bilanciati, grazie a una componente dolce ben ponderata e spesso sostenuta da una parte di acidità in grado di soddisfare il palato senza stancarlo. Bene anche i vermouth, mentre si conferma l’ottima performance dei gin navy strength, emersi per qualità anche durante le degustazioni dello scorso anno per Spirito Autoctono La Guida 2023.


Ampolle d’oro a quota 105 e raddoppio delle referenze, arriva Spirito Autoctono La Guida 2023

Dalle degustazioni finali di Mombaruzzo, i numeri della nuova edizione e i trend di un prodotto italiano in grande crescita qualitativa


L’anno dei liquori

«La cosa che mi ha colpita di più durante questa sessione sono stati i liquori – dice Vanessa Piromallo, commissario per il centro nord – Abbiamo rilevato chiaramente una maggiore cura da parte dei produttori nello sviluppo delle ricette e nel cercare di dare una direzione specifica ai propri prodotti, rendendoli molto efficaci nel raccontare territorio e tradizioni di origine».

Tra le componenti che quest’anno sembrano trovare un equilibrio evidente c’è quella dello zucchero, che nella maggioranza dei casi ha trovato il giusto bilanciamento tra acidità, balsamicità, apporto alcolico, sensazioni erbacee e, in alcuni casi, anche tannini. «La categoria liquori ha decisamente aumentato la fase di “freschezza”, a discapito di una parte zuccherina che negli anni passati rischiava di rendere stucchevole il prodotto», dice Davide Oglietti, commissario per il Piemonte.

Un equilibrio sottolineato anche da Gian Maria Ciardulli, brand ambassador di Spirito Autoctono La Guida. Secondo Paolo Campana, commissario per il Lazio «quest’anno, più che nelle scorse sessioni, i liquori e anche i bitter si sono dimostrati ottimi ambasciatori delle regioni di appartenenza attraverso botaniche e ingredienti in grado di parlare per le tradizioni locali».


Spirito Autoctono momento di degustazione
I liquori in degustazione

Caramello, zucchero ed esagerazioni, talloni d’Achille

Se la categoria più dolce ha dimostrato grande capacità di equilibrio, lo zucchero ha talvolta penalizzato la categoria amari che, sull’onda di una diffusa rinascita di questa categoria di spirits, gioca anche su sorsi più morbidi. Un peccato, dato che, nella maggior parte dei casi, l’eccessiva dolcezza è andata a discapito di un lavoro di ricerca molto interessante dal punto di vista delle botaniche e del corredo olfattivo dei prodotti. Una scelta che guarda forse in parte alla mixology, ma che non sempre gioca a favore della valorizzazione del prodotto e dell’etichetta.

L’auspicio è che il lato gustativo venga riconsiderato e ribilanciato, senza paura di lasciare l’amaro in bocca, perché è proprio questo che un ottimo amaro dovrebbe fare (anche in miscelazione…).

Altra nota dolente, il caramello, che in qualche caso ha avuto un apporto troppo invadente tra gli assaggi delle categorie amari e vermouth, mente in qualche occasione il gin pecca di esagerazione verso botaniche d’effetto, non sempre razionalmente bilanciate. «Nel mondo del gin c’è una grande confusione – dice Alberto Del Giudice, commissario guest alle finali – Troppo egotismo. La grappa è un classico, certo ce ne sono di imperfette, ma la qualità media è alta. Gli amari e i vermouth rischiano di fare la stessa fine dei gin. Stanno diventando una moda. Vanno tenuti, criticamente, a bada».



Tecnica e marketing per raggiungere un consumatore nuovo

«Mai come quest’anno abbiamo rilevato una pulizia nella produzione, soprattutto dal punto di vista dei distillati, sia per le grappe che per i gin, ma anche dal punto di vista della produzione liquoristica», afferma Marco Zucchetti, commissario per il Nord Italia, che sottolinea come le competenze tecniche si stiano affinando rispetto agli scorsi anni. «Anche quando il carattere del prodotto necessita di spigoli dal punto di vista gustativo, questi sono sempre ben integrati», aggiunge.

Alla consapevolezza tecnica si aggiunge quella commerciale. «In occasione di questa sessione abbiamo attraversato ambiti che sono cambiati molto nel corso degli anni – dice Giambattista Marchetto, commissario per il Nord Est – Abbiamo visto un’evoluzione tanto nel prodotto quanto nel packaging, che denota una consapevolezza crescente nello sforzo di raggiungere un pubblico sempre più attento all’identità».

I prodotti, in sostanza, giocano sempre di più su un territorio da valorizzare, ma anche in grado di far presa su un consumatore che chiede di più rispetto alla bevuta fine a se stesso, verso un modo nuovo – e più esperienziale – di vivere lo spirito.

Radici toscane tra Mugello e Chianti, adottata in Veneto tra ombre e bacari. Ha il naso sul vino da quando lo ha tolto dai libri (forse le cose si sono anche un po’ intrecciate…) e un passato tra voli intercontinentali, valigiate di bottiglie, Paesi asiatici e degustazioni. Diplomata Ais, approda alla comunicazione come ufficio stampa e poi nella redazione di VinoNews24.it. Viaggia, assaggia, scrive, ascolta molto e parla quando serve (svariate lingue).

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