Cocktail dis-pairing
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OLIVE, NOCCIOLINE E STOP: COCKTAIL DIS-PAIRING

La mania degli abbinamenti gastronomici prende il sopravvento sull’essenzialità dei drink. Forse si sta esagerando

A chi non piacerebbe bersi un Margarita con una ceviche di ricciola, olio EVO, caviale di lime, emulsione di coriandolo e cipolla rossa? Vogliamo forse avere il coraggio di sostenere che un Boulevardier con straccetti di cervo in salsa di ginepro e mirtilli rossi sia una cosa brutta? Morale: non esiste nessun buongustaio che non apprezzi le gioie degli abbinamenti tra cocktail e cibo. La domanda semmai è un’altra: quante volte ne abbiamo davvero voglia? 

Questa cosa degli abbinamenti gastronomici dei drink sta un po’ sfuggendo di mano. La “proposta” – che fa pensare ai bartender che si dichiarano ai clienti in ginocchio e con l’anello – è sempre più ardita, con costruzioni metafisiche in bicchiere che accompagnano piatti sardanapaleschi con liste di ingredienti lunghe come gli esami del sangue prescritti a un etilista. Qualsiasi mezzo spritz avvilente è servito con un profluvio di manicaretti finger food ripieni di prosopopea. Bello tutto, ma anche meno. 



Anche meno perché – tenetevi forte, la verità nuoce gravemente agli influencer – chi ordina un Negroni vuole essenzialmente un Negroni fatto bene. Al massimo due robe da smangiucchiare giusto per non uscire dal locale storto come un punto di domanda, sbiascicando parole d’amore anche ai lampioni. Anche perché, altro tremendo colpo ferale allo story-telling, per pasteggiare niente può competere con vino o birra. 

È inutile insistere. I cocktail, con le loro complessità, la gradazione e gli apporti zuccherini spinti, sono troppo “ingombranti” per accompagnare il cibo. Piatti e drink si ammazzano fra loro come nel finale delle Iene di Tarantino e l’abbinamento finisce su un ab-binario morto. Ordini un gin tonic e ti portano il trionfo di scampi. Ma fatevi gli scampi vostri!



A noi basta la nostra triade perfetta: olive, noccioline e patatine. Volete esagerare? Due tarallini, un quadrotto di focaccia. Stop. Però fateci un Martini cocktail perfetto, serviteci il Campari shakerato più soffice ed elegante del mondo. Lasciateci godere del dis-pairing, con i cocktail disabbinati come lo smoking con le Havaianas. A noi va bene così. Poi con comodo, se avremo fame, andremo al ristorante stellato, in trattoria, in pizzeria o pure dal kebabbaro, con i nostri Pinot Noir, i nostri Lambusco e le nostre morettone da 66. 

Formazione scientifica, professione artistica, passione alcolica. Il cognome tradisce le radici lombardo-venete che, se scrivi di spiriti, sono un plus. Collabora con diverse testate e qualche testata la rifila pure, ma rigorosamente solo al pallone.

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