In viaggio alla scoperta delle tante anime della capitale portoghese, tra suggestioni gastronomiche e indirizzi imperdibili per bere bene
– di Gualtiero Spotti pubblicato su S.A.M n° 2 –
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Ai confini dell’Europa e con lo sguardo rivolto sempre verso l’Oceano Atlantico, almeno sin da quando nei secoli scorsi le navi partivano dalla capitale alla scoperta di nuovi territori, il Portogallo è una di quelle mete turistiche non proprio convenzionali, che però negli ultimi tempi ha saputo diventare destinazione tra le più ricercate.
Ed è proprio Lisbona a raccogliere le attenzioni più importanti, grazie a un crogiuolo di moderno e antico che lascia a bocca aperta il visitatore, con i suoi palazzi che passano agilmente dallo stile manuelino alle ardite geometrie del padre dell’architettura portoghese contemporanea: Alvaro Siza.
IL LATO GOLOSO DELLA CAPITALE
Una città di grande fascino dove convivono anime diverse, ben distinte a seconda dei quartieri in cui si mette piede, e dove spesso ci si sente parte di una piccola comunità come accade in altre capitali europee.
In mezzo alle molte occasioni per un turismo non convenzionale, non mancano curiosità legate all’aspetto gastronomico e, per quel che ci riguarda nello specifico, al mondo del buon bere.
Le ultime stagioni hanno visto crescere esponenzialmente il ruolo della capitale nel panorama della cucina internazionale; unitamente anche il numero di locali dedicati alla mixology è cresciuto e molti di questi sono entrati a far parte di una movida sempre più vibrante e divertente.
Ma andiamo per ordine e vediamo quali sono gli indirizzi da segnare sul taccuino se si capita da queste parti.
QUATTRO TESTE
Nel vivace e centrale quartiere di Mouraria c’è uno degli ultimi arrivati nel mondo dei cocktail bar di Lisbona, che ha già saputo imporsi grazie a un proposta che unisce due anime. Ovvero quelle della coppia formata dalla brianzola Marta Premoli e dal basco Alf del Portillo, che hanno imbastito un divertente menù figlio delle loro origini.
L’esperienza, che sia al banco o ai tavoli di una piccola e accogliente sala, non può però non partire con un rinfrescante bicchiere di Zapiain, il sidro spillato direttamente da un botte (la kupela), alla moda dei Paesi Baschi, prima di passare ad assaggi più impegnativi.
Dal Kalimotxo con vino Rioja, Coca-Cola, lampone, limone e sale, tra dolcezze e acidità in bella evidenza, al Navarrico, con liquore Patxaran ottenuto dalla macerazione della prugnola, Martini bitter e succo di arancia, per un esplosione di aromaticità con la frutta in bella evidenza.
Di contro, l’italico onore è salvo con l’altra parte del menu, dal quale scegliere l’Espresso Livornese (Havana 7, caffè e lemon zest) o il Nuclear Melon-Pesto Margarita, con tequila al pesto, il vegetale e speziato Izarra vert, melone e basilico.
Quattro Teste è da pochi mesi uno dei Discovery della 50 Best Bar.
UN GIORNO A ROMA TRA CIBO, STORIA E DISTILLATI
Di Luca Sessa
ROSSIO GASTROBAR
Siamo nel regno della simpatica e sempre sorridente Flavi Andrade, barmaid di origini brasiliane, nominata per quattro anni, e vincitrice nel 2015, del Lisbon Bar Show.
Ha saputo trovare in una delle terrazze più scenografiche di Lisbona (all’ultimo piano dell’Hotel Altis Avenida – www.rossiogastrobar.com) il luogo ideale per mettere nel bicchiere cocktail seducenti, capaci di raccontare la luce e la magia della città, ma anche con un taglio tropicalista divertente e mai banale.
Oltre a molti classici di buon senso. Qui però si può puntare sull’Olympia, con Ojo de Tigre, vodka, vaniglia, maracuja e lime, sul Cacilheiro, con Matusalem Gran Reserva, ginja Espinheira, Carcavelos e King bitter, oppure dedicarsi al Beijo, con Martini Vibrante, Ysabel Regina, miele, zenzero e sesamo tostato.
Sono sempre dolcezze e contrasti per un bere più giocoso che ben si sposa con i piatti che il cuoco Joao Oliveira serve in accompagnamento, utilizzando una materia prima che va ben oltre l’idea di un cocktail pairing da aperitivo. Provare per credere.
RED FROG /MONKEYMASH
Un tempo erano due locali in vie diverse. Ora si trovano nello stesso edificio e a separarli è solo un parete che determina l’ingresso al Red Frog (anno di nascita 2015), lo speakeasy più celebre di Lisbona e l’unico locale portoghese nella lista del 50 Best Bar; o al Monkeymash, estensione e ambientazione tropicale, anima sostenibile e zero waste come diktat imprescindibili per i cocktail, che prevedono lunghi passaggi in laboratorio.
Come nel caso del Two Different, con cocco, sedano, cachaca e dry Madeira (con una preparazione che prevede passaggi di re-distillazione in Rotovap, sotto vuoto e centrifuga), o nel Mash Mash, tra una kombucha di zenzero e frutto della passione, tequila, mezcal e togarashi che giocano al palato tra spezie e fermentazioni.
Al Red Frog invece, in una saletta raccolta più cozy e discreta, ci si diverte con un White Negroni (Nouaison Reserve, Chartreuse alla genziana e Mancino ambrato) o un Aviation (Tanqueray 10, Gin Raw Lavander e cordiale Purple Kale) e in un serie di twist che spingono in termini di umami.
Come sempre le menti dietro entrambi i locali sono quelle di due visionari come Paulo Gomes e Emanuel Minez.
Gli altri: Cinco Lounge, Toca da Raposa, Café Klandestino, Hotel das Amoreiras Bar
I RISTORANTI
ENCANTO
Un ristorante vegetale firmato dal cuoco lusitano più importante, Josè Avillez, aperto nel marzo 2022 sulle ceneri del suo vecchio indirizzo bistellato Belcanto, quest’ultimo trasferitosi solo a qualche metro di distanza.
La cucina, giocata elegantemente su un filosofia no waste che si accompagna a un servizio di sala ineccepibile e a un pairing tra vini e succhi, segue con giudizio un trend attuale anche qui sulle rive del Tago, tra verdure, legumi e fermentazioni.
Il menù degustazione però abbraccia sempre i gusti di un ospite che non è strettamente veg, perché le proteine animali vengono adeguatamente rimpiazzate in un percorso avvincente che sa concedersi digressioni di alta cucina a tutto tondo.
Come nel caso del Riso con tartufo nero, asparagi e burro di latte di pecora o nell’ottimo dolce di Meringa con crema al pino e kumquat. Poi, per chi vuole addentare carne o pesce c’è sempre il vicino Belcanto…(www.encantojoseavillez.pt)
TANTURA
Coppia nella vita privata e in quella professionale, Elad Budenshtin e Itamar Eliyahuo sono arrivati nel 2016 a Lisbona e hanno deciso di far crescere tra i vicoli del Barrio Alto il loro progetto di ristorazione. Il locale è dedicato alla cucina del mediterraneo, con un focus specifico sull’area mediorientale e israeliana dalla quale la coppia proviene.
Nasce così Tantura, dal nome di un antico villaggio di pescatori, un locale dove assaporare hummus, banitsa, pita, falafel, shakshuka, e piatti da condivisione al tavolo, con la consapevolezza di poter affrontare un viaggio che abbraccia diverse culture del cibo: dalla Tunisia all’Iraq, passando per la Bulgaria.
Da non perdere gli shots e i cocktails che lasciano spazio anche alle tipicità lusitane, come il liquore Beirao o la Ginja.
O FRADE
Un ristorante di tradizione, che nasce da una famiglia di cuochi e produttori di vino dell’Alentejo, e oggi rappresenta uno degli indirizzi più interessanti in città per “assaggiare” la memoria portoghese mescolata a intuizioni più moderne.
Intorno al counter di un piccola sala, a stretto contatto con la cucina, o in un spazio esterno a pochi metri dal Mosteiro dos Jeronimos, nel quartiere di Belem, il giovane cuoco Diogo Carvalho si destreggia tra Stufati di piovra e fagioli, deliziose Tartare di carne, e Cannolicchi nello stile Bulhao Pato, ovvero con coriandolo, limone e aglio.
O Frade unisce il piacere della convivialità della classica tasca portoghese con alcune peculiarità enologiche da sottolineare, come il vino in anfora della casa e gli ottimi sparkling firmati da Filipa Pato.
PLANTO
Planto è un all-day dining (dalle 9 del mattino all’1 della notte) dove si passa agilmente dalla colazione al brunch, dalla merenda alla cena, mantenendo l’impronta naturale delle preparazioni, con piante, radici e verdure sempre in evidenza. Anche nella brillante proposta di cocktail dell’ottimo miscelatore ucraino Kostyantin Hutnyk tra classici e twist.
Nel quartiere vivace di Cais do Sodrè, ecco quindi una cucina di identità, carattere e molto diretta dove non mancano neanche hamburger, derive asiatiche (vedi il pad thai), il pollo bio alla griglia, crocchette gli spinaci e bolinhos di baccalà. In un ambiente dai toni tropicali e ricco di piante.
Gli altri: Taberna do Calhau, Marlene, Sàla, Fogo, Brilhante
DOVE DORMIRE
Lisbona negli ultimi anni ha praticamente decuplicato la sua offerta nell’ospitalità, a tutti i livelli, bed and breakfast e pensioni comprese. E non passa mese, ancora oggi, che non nasca un nuovo albergo, per un mercato sempre vivace e in grado di raccogliere le adesioni di una nutrita clientela internazionale, ritornata in massa in città nel post pandemia.
Tra i tanti, segnaliamo tre indirizzi che per diverse ragioni (qualità dei servizi e discrezione, tra gli altri) sanno distinguersi e lasciano sempre un buon ricordo all’ospite.
HOTEL LUMEN
Il Lumen Hotel è un nuovo 4 stelle un po’ decentrato, che mescola anima business ed eleganza. Tra i suoi punti di forza la piscina panoramica del rooftop e il Lisbon Light Show, uno spettacolo serale quotidiano che illustra le bellezza della città proiettate sui muri della corte interna, per un video mapping affascinante da gustare anche sulla terrazza del ristorante Clorofila, durante la cena.
HOTEL VALVERDE
L’hotel Valverde, invece, è nascosto lungo la centrale e trafficata Avenida da Liberdade, ma risulta essere un angolo di tranquillità a partire dal piacevole giardino esotico.
Inoltre, cela nelle sue stanze, così come negli spazi comuni, oggetti di antiquariato e opere d’arte evidenziando il lusso della residenza moderna ma con un stile vintage, con in più la cucina ammiccante del nuovo cuoco Bruno Oliveira nel ristorante Sitio, arrivato da pochi mesi.
LOOK LIVING
Chi invece vuole soggiornare in un vero e proprio appartamento può affidarsi a Look Living in rua da Boavista 69.
Qui, negli spazi di un edificio storico non lontano dalla stazione di Cais do Sodré ci si sente davvero a casa, ma con un servizio di concierge, un ristorante (Planto) che serve pasti e colazioni e il design piacevolissimo, in cui si mescolano dettagli di un’antica architettura cittadina opportunamente restaurati a comfort moderni.
Forse il modo migliore per entrare in sintonia con Lisbona, vivendola con un approccio meno turistico e cercando di coglierne l’essenza, tra le pieghe di un antico palazzo.