La città, da sempre riferimento per mode e tendenze, conferma il valore della carta degli spirits
Ben prima che il mondo della miscelazione e dei distillati in generale raggiungesse l’odierno livello di notorietà e penetrazione nel mercato, qualcuno aveva individuato in Milano il luogo ideale per essere raccontato con uno slogan ad effetto che unisse il mood della città e un prodotto identitario di quell’epoca, gli anni ’80.
L’espressione “Milano da bere” nacque per raccontare la vita sociale milanese in un decennio da molti ricordato con nostalgia: lo spot pubblicitario dell’Amaro Ramazzotti, uno dei più celebri amari prodotti in Lombardia, divenne in qualche modo un manifesto del capoluogo lombardo, una frase breve, concisa, ma perfetta per descrivere quanto Milano rappresentasse uno stile di vita ambito da tanti.
MILANO DA BERE, IN PRINCIPIO SOLO UNO SPOT
I quasi 40 anni che ci separano da quello spot raccontano di una trasformazione sostanziale della città che però non ha mai perso alcune caratteristiche legate al modo di vivere il lavoro, la socialità e i momenti di incontro in un luogo che resta il riferimento anche in ambito enogastronomico. Nuove insegne, idee e spazi fanno oggi tendenza grazie a riuscite formule che uniscono cibo e vino, fine dining e miscelazione, riservando il giusto spazio alla carta degli spirits, un tempo riservata solo a un certo tipo di ristorazione e ora invece parte integrante di quasi tutte le proposte gastronomiche di Milano.
Il nostro tour alla ricerca delle migliori carta distilati di Milano non può che iniziare da L’Alchimia il progetto di Alberto Tasinato dalle due anime, ristorante e lounge bar, premiata da Spirito Autoctono La Guida 2023 come Miglior Food Pairing Cucina d’Autore. Se il valore della cucina, oggi guidata da Giuseppe Postorino, è stato riconosciuto dalle più importanti guide di settore, non è da meno il lounge bar con una proposta di mixology curata dal bar manager Valerio Trentani e una carta dei distillati con grappe, liquori, vermouth, rum, scotch, bourbon, tequila, mezcal e vodka.
L’AMMAZZACAFFÈ? GRAZIE, PAGO MA VOGLIO BERE BENE
di Alberto Milan
Chi ha puntato sin dall’inizio sul connubio tra cibo e miscelazione è il Dry Milano, altro award di Spirito Autoctono La Guida 2023, in categoria Miglior Food Pairing Pizzeria. Un locale che ha aperto una vera e propria nuova era, combinando la pizza napoletana con il mondo dei cocktail. Da subito ha conquistato appassionati e addetti ai lavori e anno dopo anno, stagione dopo stagione, continua a sorprendere con nuove idee. L’ultima novità è rappresentata da un menù che dal bancone alla cucina premia la circolarità degli ingredienti.
PIZZA E COCKTAIL, UNA GUSTOSA RIVOLUZIONE
Le ricette di Lorenzo Sirabella trovano eco nella lista cocktail, in cui Edris Al Malat ri-lavora gli ingredienti nelle preparazioni per azzerare gli sprechi, confermando la direzione di Dry Milano. Ed è quindi possibile gustare una Funghi e salsiccia di Bra o una Orto d’Autunno sorseggiando un Clover Bread (Bulldog Gin, Raspberry Osmosis, Bread infused Mancino Dry Vermouth, Bubbles) o un Kill-Bill Vol.1 (Strega Bitter 900, Azelnut, Pear Infused Mancino Vermouth Ambrato) ma è da segnalare anche l’ampia selezione di gin (Bulldog London Dry, Ondina, Monkey 47, Sipsmith V.J.O.P. e Plymouth NS tra gli altri).
MILANO SEMPRE PIÙ SPAZIO ALLA CUCINA ETNICA
La moderna scena gastronomica milanese racconta anche di interessanti insegne di cucina etnica o internazionale che hanno saputo ritagliarsi uno spazio importante, come nel caso del BA Restaurant, riuscito punto di incontro tra la millenaria tradizione orientale e la contemporaneità occidentale. Qui tra vini e una ricca selezione di tè c’è spazio anche per una intrigante varietà di distillati cinesi, grappe, single malt scotch whisky e rum.
Da non perdere anche la carta di Locale, il ristorante milanese che basa la sua filosofia sull’utilizzo esclusivo di materie prime d’eccellenza provenienti dagli immediati dintorni del capoluogo lombardo: nella bottiglieria del ristorante ci sono infatti diversi gin, amari e distillati prodotti nell’arco di cento chilometri dalla città meneghina. Tra questi figurano le bottiglie di Eugin – dal gin all’amaro passando per la vodka -, l’Amaricante di Figlia Felice, gli amari e le grappe di Mazzetti d’Altavilla, i gin Del Professore e de La Fiorida.
Se siete invece alla ricerca di un posto nel quale poter provare la cucina milanese, in chiave sia moderna e che tradizionale, attraverso una proposta storica nell’identità, ma nuova nella forma, c’è Stendhal dove poter scoprire l’interessante menu che abbina a fiori di zucca ripieni, risotto ‘giallo’ Milano e Milanese di vitello a cocktail quali Gin Rosa Shakerato, Vermouth con zafferano in infusione e Negroni Sbagliato.
LA CUCINA D’AUTORE E LE NUOVE TENDENZE
Tornando a parlar di ‘stelle’ giungiamo all’interno dell’hotel Milano Verticale – UNA Esperienze, in zona corso Como, dove c’è il ristornate Anima firmato da Enrico Bartolini. Accanto alla proposta gastronomica dello chef Michele Cobuzzi che trae ispirazione dalla sua terra d’origine, la Puglia, è da segnalare sul fronte mixology, oltre ai classici cocktail, una drink list nella quale poter scegliere dei signature accattivanti e originali, preparati dal bartender Alessio Arru, con i quali poter fare un vero e proprio giro del mondo grazie alla interessante selezione di distillati.
Non può mancare nel nostro tour il Moebius, un luogo d’incontro, uno spazio di condivisione in cui cucina, musica e ospitalità. Qui accanto al Tapa Bistrot e al Ristorante Sperimentale c’è il bellissimo Cocktail Bar dove poter gustare le originali proposte della miscelazione o scegliere tra gin, vodka, tequila, mezcal e rum.
LE TAPPE OBBLIGATE PER VIVERE LA MILANO DA BERE
Un tris d’assi in chiusura: Nottingham Forest, Zelo e Ceresio 7. Il primo, situato in Viale Piave, è una tappa obbligata per ogni amante della moderna mixology, per andare alla scoperta di una filosofia incentrata sulla figura del “barchef”, che prevede la fusione tra le tecniche della cucina (le gelatine, gli spray, le essenze, le riduzioni, le glasse) e i cocktail tradizionali come i martini e i frozen, per dar vita a proposte come Cloud, Infuso molecolare o CSI, ma anche per ammirare la straordinaria bottigliera che offre la possibilità di degustare in purezza i migliori distillati.
Il ristorante Zelo è invece una delle anime gastronomiche del bellissimo Four Seasons Hotel di Milano: in una rassegna di questo tipo non poteva mancare il cocktail bar di un grande albergo, binomio vincente da sempre nel mondo della mixology, che in questo caso risponde al nome di Bar Stilla. Da non perdere la selezione di gin italiani e toniche, oppure gli All Day Cocktails anche in versione analcolica.
Il nostro viaggio alla scoperta delle migliori carte distillati di Milano non poteva che concludersi in uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi della città, il Ceresio 7. Proposta gastronomica di assoluto rilievo grazie a Elio Sironi, una incredibile terrazza per lunch e aperitivo fino a giungere al dopo cena da vivere al bancone dell’American Bar.
Accanto alla intrigante selezione di cocktails miscelati secondo la migliore tradizione della “vecchia scuola” americana, con un twist e un’identità decisamente italiani, c’è una selezione di distillati con non teme confronti, con tequila, mezcal, gin, whisky, rum e cognac.