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Alcol e acquaviti, produzione in crescita. Export Grappa a +8%

Si chiude in positivo il 2022 per le imprese del settore distillatorio, con un aumento nella produzione di alcol ed acquaviti (+12% rispetto al 2021), così come nell’export (un approfondimento in questo articolo), con la grappa che registra un +8% rispetto allo scorso anno.

Assodistil fa il punto su uno scenario a cui si sommano diverse sfide in termini legislativi – con riferimento agli health warning – e di impegno nella promozione degli spirits italiani. Un impegno indispensabile, secondo l’associazione, soprattutto per la grappa a Indicazione Geografica, così da valorizzare la conoscenza della produzione italiana di qualità.

Alcol e acquaviti: dettagli produzione e focus grappa

Cresce la produzione di alcol e acquaviti nel 2022, con un aumentato del 15% in volume rispetto all’anno precedente, per una produzione pari a circa 120 milioni di litri e un fatturato di 500 milioni.


I dati Assodistil sulla produzione di alcol e acquaviti
I dati Assodistil sulla produzione di alcol e acquaviti

Nel dettaglio, lo scenario produttivo delle acquaviti, nel 2022, si presenta in crescita con un volume di 95.410 ettanidri e +10% rispetto all’anno precedente, anche se con valori ben al di sotto diquanto registrato negli anni 2012-2015. I dati indicano un generale segnale di ripresa per le acquaviti nel 2022 con variazioni positive a doppia cifra, ad eccezione delle acquaviti di vino. Impossibile infine non rilevare la crescita degli alcol da cereali.


I dati Assodistil sulla produzione di acqueviti
I dati Assodistil sulla produzione di acqueviti e grappe

In particolare, la grappa con 83.000 ettanidri prodotti nel 2022 segna +12% rispetto all’anno precedente e a questa seguono le acquaviti da frutta, con un volume di 10.000 ettanidri prodotti e un +59% rispetto ai volumi del 2021. In ripresa anche i volumi delle acquaviti da uva che con una produzione di 610 ettanidrimostrano un aumento del 53% rispetto all’anno precedente, mentre le acquaviti di vino mostrano una forte riduzione dei volumi con 1.800 ettanidri in riduzione del 71% rispetto all’anno precedente.


I dati Assodistil sulla produzione di grappa
I dati Assodistil sulla produzione di grappa

L’export della grappa e la promozione di alcol e acquaviti

Continua la corsa della grappa sui mercati esteri (a questo link un approfondimento sull’evoluzione della grappa in Italia). Secondo i dati Nomisma, nel 2022 l’export di grappa ha infatti totalizzato 60 milioni di euro rispetto ai 51,5 milioni del 2021, dato che si traduce in +16% in valore e +8% in volume (circa 14.990 ettanidri di grappa esportata). È la grappa in bottiglia con 10.163 ettanidri pesare per la maggior parte dei volumi di export (in aumento del 7% rispetto all’anno precedente), segue la grappa sfusa con 4.453 ettanidri esportati e un +9%.

Tra i mercati internazionali che apprezzano di più la grappa c’è la Germania, che da sola assorbe il 59% dell’export di settore, seguita dalla Svizzera (14%) e dall’Austria (5%). Da segnalare il positivo risultato nel mercato USA (+31% di export in volume) dove da 5 anni sono attivi progetti di promozione della grappa IG.


I dati Assodistil sull'export della grappa
I dati Assodistil sull’export della grappa

Proprio in tema di promozione, Assodistil diffonde i dati di Format Research, secondo cui il 53% delle imprese della distillazione troverebbe interessante lanciare un piano di eventi promozionali da tenersi nei Paesi dell’UE per incrementare la conoscenza del prodotto e le vendite. Una prospettiva che non sarebbe più percorribile con l’entrata in vigore dell’etichetta sanitaria, in momento in cui, specifica Assodistil «azzerare i progetti di promozione per la grappa e per gli altri spirits rischia di vanificare la ripresa dell’export di tutte le acquaviti e liquori».

A questo si aggiunge il fatto che ancora oggi risulta inspiegabilmente sospeso il Decreto sui Consorzi di tutela delle bevande spiritose, strumento cruciale per la tutela e promozione delle produzioni tradizionali nazionali.

«Auspichiamo che finalmente venga firmato il Decreto che riconosce il Consorzio della Grappa, fermo da cinque anni – prosegue EmaldiLe bevande spiritose devono poter usufruire delle stesse prerogative di cui godono i vini e gli alimenti ad IG, altrimenti con il rischio di produzione di bevande a nome grappa fuori dall’Italia rischia di compromettere il fatturato del comparto che per i soli distillati vale circa 500 milioni».

Health warning, preoccupazione di filiera

Se Federvini nel proprio report annuale sottolinea l’importanza di un approccio educativo nella comunicazione commerciale degli alcolici (ne abbiamo parlato in questo articolo), Assodistil sottolinea anche le conseguenze economiche e sociali a cui potrebbero condurre la demonizzazione del consumo di bevande spiritose e l’assenza di strumenti legislativi che garantiscano tutela e promozione per le bevande spiritose ad Indicazione Geografica. Tra i rischi, c’è quello di compromettere fino a 1.000 posti di lavoro solo nelle distillerie, oltre a inificiare i traguardi raggiunti negli ultimi anni, sia a livello produttivo che di mercato.

«AssoDistil ha attivato un’intensa attività istituzionale per manifestare la propria contrarietà ad ogni misura ingiustificatamente denigratoria per il settore – ha spiegato Antonio Emaldi, presidente di Assodistil – A proposito di restrizioni sul consumo di alcool, vogliamo sottolineare come non si debba e non si possa separare il consumo di vino da quello delle bevande spiritose, ma occorre portare avanti un’unica battaglia in quanto l’etichetta non risolverebbe il serio problema dell’abuso di alcolici, ma rischierebbe di oscurare il contributo positivo che la produzione di distillati offre in termini di occupazione e di sostenibilità».

Nomisma per AssoDistil: grappa e DM tra scenari e tendenze

Ai risultati molto positivi per la produzione di alcol e acquaviti e nell’export, che testimoniano l’aumento dell’immagine del valore della grappa percepito dai consumatori di tutto il mondo si contrappone però un trend negativo della distribuzione moderna nazionale. In questo canale si assiste a una diminuzione delle vendite del -3,4% in valore rispetto al 2021 (fonte: NielsenIQ). Nel primo trimestre del 2023, però, rallenta il calo a volume e i valori mostrano un +0,9% grazie all’inflazione.


Consumi in gdo


Focus Format Research: Imprese dei distillati, le prospettive

Secondo i dati di Format Research l’82% delle imprese del comparto lamenta un incremento dei costi dell’energia, mentre l’87% un aumento dei costi delle materie prime. 1 impresa su 2 ha registrato rincari superiori al 20%. In questo scenario cresce il numero di imprese che si sono rivolte alle banche per ottenere credito: il 34% ha fatto richiesta per un finanziamento e tra queste, nel 67% dei casi l’operazione è andata a buon fine. Sul fronte della sostenibilità 8 imprese su 10 hanno interesse ad essere percepite come sostenibili e il 72% di esse ritiene che il fattore green costituisca un driver per il consumatore in fase di acquisto. Il 21% delle imprese possiede almeno una certificazione green, e il 43% delle imprese non ancora in possesso di tali certificazioni intende dotarsene nei prossimi due anni, percentuale che sale al 46% considerando il prossimo quinquennio.

«Confermo l’attenzione del Ministero alle tematiche promosse riguardo il bioetanolo e confermo l’impegno del dicastero anche a livello comunitario – ha scritto in un messaggio dedicato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin – È necessario che vengano valorizzate le eccellenze produttive italiane di bioetanolo favorendo, ove possibile, nuovi elementi di produzione. È lo stesso cammino di transizione al 2030 che richiede un utilizzo sempre più accentuato del bioetanolo aggiunto alle tradizionali miscele. Il bioetanolo italiano è un prodotto oggi particolarmente apprezzato all’estero. È necessario che analogo apprezzamento si sviluppi sempre più anche nel nostro Paese. In questa occasione intendo ribadire la vicinanza mia personale e del Ministero alle attività promosse dalla Vostra Associazione».

Radici toscane tra Mugello e Chianti, adottata in Veneto tra ombre e bacari. Ha il naso sul vino da quando lo ha tolto dai libri (forse le cose si sono anche un po’ intrecciate…) e un passato tra voli intercontinentali, valigiate di bottiglie, Paesi asiatici e degustazioni. Diplomata Ais, approda alla comunicazione come ufficio stampa e poi nella redazione di VinoNews24.it. Viaggia, assaggia, scrive, ascolta molto e parla quando serve (svariate lingue).

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