Officine Alkemiche, dai malti verso i malti. Da Bella ‘Mbriana al ginepro, arriva anche il whisky, la costante evoluzione della distilleria artigianale salernitana
– di Eugenia Torelli pubblicato su S.A.M. n°1 –
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«Nessuna domanda è stupida. Quando si fa una domanda si può essere stupidi una volta. Se non la si fa, si resta stupidi tutta la vita». Prisco Sammartino è un’anima calma a cui non manca il sorriso. È diventato distillatore dopo un’esperienza di una decina d’anni nel suo birrificio, Bella ‘Mbriana Brewing a Nocera Inferiore (SA), che oggi ha lasciato spazio agli alambicchi.
Anche in questa storia – come nella vita di tanti – una svolta l’ha portata la pandemia. «Dagli inizi di marzo siamo stati chiusi e abbiamo capito che non si trattava di una situazione momentanea – ricorda Anna Rufino, compagna di vita e di lavoro – Allora abbiamo deciso di iniziare con il nostro progetto». Sì, perché il progetto degli spiriti c’era già e l’obiettivo, lavorando già coi malti, era quello di produrre whisky.
CREARE PER GLI ALTRI E FARE CULTURA
Se alle Officine Alkemiche la produzione di birra si è fermata, accanto a quella dei distillati a marchio proprio, si affianca la produzione conto terzi per chi chiede gin o liquori con la propria etichetta. «Stiamo lavorando molto con le aziende del territorio che vogliono valorizzare i propri prodotti – spiega Prisco – ad esempio le albicocche del Vesuvio, con cui abbiamo prodotto un gin. Ne stiamo anche preparando uno con lo zafferano del Cilento».
In Campania, come nel resto d’Italia, attorno alle bevande spiritose c’è fermento e in molti sognano di creare la propria etichetta anche senza avere gli alambicchi. «Certo, non tutte andranno avanti, ma secondo me è un fatto molto positivo – dice Prisco – il voler produrre è sicuramente un’altra spinta per questo settore, perché aiuta a conoscere il prodotto, diffonde cultura e affina ai gusti».
E il whisky? «Sicuramente sarà un whisky del Sud, ruvido nella degustazione, ma elegante. Cercheremo di usare botti in cui hanno riposato grandi vini italiani. Ispirazione? – si chiede Prisco – Più che uno stile, ci ispirano tutte quelle piccole distillerie che riescono con il proprio prodotto a far percepire l’anima del territorio». Quindi si aspetta e, nell’attesa, ci si diverte eccome.
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VERSO IL WHISKY, ATTRAVERSO IL GIN
«Il progetto era partito prima del covid – racconta Prisco – Alla fine del 2019 ho terminato il corso per mastro distillatore alla Scuola Enologica G.B. Cerletti di Conegliano. L’obiettivo a lungo termine era produrre whisky, ma si sa, per quello la strada è lunga e ti devi sostenere con un prodotto più pronto, come il gin». Poi il Covid ha accelerato tutto. «Invece di risparmiare in quel periodo abbiamo speso», sorride Prisco.
Così di gin ne sono arrivati cinque, tutti pensati per valorizzare botaniche e aromi della costiera amalfitana e cilentana. MyCoast è prodotto con le botaniche della macchia mediterranea e Ginnarì’, con l’immancabile Limone Costa d’Amalfi Igp. Passion è un distilled che sfrutta le sensazioni di mirtillo e agrumi, mentre Ficò e GinCafè lasciano ben intuire dai nomi le proprie botaniche principali.
«Con tutte le erbe e i prodotti che abbiamo qui, tra distillazioni e infusioni c’è da divertirsi», esclama Prisco. E infatti è arrivato presto anche Gagà Amaro Edonista. L’ultima arrivata, appena qualche mese fa, è una vodka realizzata a partire da ianculidda, varietà di grano antico del Cilento.