Milano Whisky Festival cover
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MILANO WHISKY FESTIVAL: DIECI PICCOLI ASSAGGI

Chicche, sorprese e colpi di genio. Il meglio dei dram degustati alla 18^ edizione dell’evento milanese dedicato al whisky

La diciottesima edizione del Milano Whisky Festival si è chiusa, le luci si sono spente e in tanti hanno iniziato un periodo di depurazione epatica salvifico dopo i tanti assaggi. Già, ma tra le oltre tremila bottiglie in degustazione, quali sono state le più straordinarie e sorprendenti, quelle che di cui ci si porta a casa un buon ricordo?-

Senza pretesa di enciclopedismo – tremila sono tante da assaggiare in tre giorni – ecco a seguire una piccola top ten. Non i “più buoni”, ma gli indimenticabili. 



DELIZIA 

Glenburgie SINGLE MALT SCOTCH WHISKY 27 anni (1995/2023, Thompson bros, 52.3%) 

Partiamo con le cose semplici. Il whisky più buono che abbiamo assaggiato è questo single cask degli imbottigliatori indipendenti Thompson. Glenburgie è una distilleria poco nota ma molto amata e questo single malt dopo 27 anni raggiunge dei livelli di complessità assoluti. Una frutta evoluta e cerosa che abbraccia il malto ingentilito dal legno. Eccellente da ogni punto di vista. 


Adelphi Single Malt Scotch Whisky Miltonduff 40 anni

NOBILTÀ

ADELPHI SINGLE MALT SCOTCH WHISKY Miltonduff 40 anni (1982/2023, Adelphi, 50.4%) 

Una delle masterclass più imperdibili del MWF è stata quella organizzata da Adelphi, imbottigliatore indipendente che ha appena compiuto 30 anni. E per l’anniversario ha imbottigliato un eccentrico Miltonduff distillato addirittura nel 1982. Malto poco conosciuto (va quasi tutto nel Chivas Regal), a 40 anni in questo caso sviluppa delle note erbacee impressionanti. Potenza aromatica e profilo severo, austero. Da sorseggiare con reverenza. 


Bruichladdich Islay Malt Scotch whisky Centenary 15 anni (1966/1981, 43%) 
Johnnie Walker Blue Label “Umami”

SAPORITO

Bruichladdich Islay Malt Scotch whisky Centenary 15 anni (1966/1981, 43%) 

Johnnie Walker è il blended più consumato al mondo e la Blue Label è la versione più lussuosa, con whisky di grano e di malto di almeno 25 anni. Questa edizione limitata è stata pensata dalla nuova master blender Emma Walker in collaborazione con lo chef Kei Kobayashi per riprodurre il gusto umami. Per questo, sono state aggiunti alla miscela whisky di distillerie come Benrinnes, invecchiati in sherry, dal carattere molto saporito e quasi carnoso. Il risultato è un’esplosione (seppur elegante) di gusto. 



STORIA

Bruichladdich Islay Malt Scotch whisky Centenary 15 anni (1966/1981, 43%) 

Direttamente da un’altra epoca, un decanter celebrativo rilasciato dalla distilleria di Islay Bruichladdich per i suoi primi 100 anni di vita. Single malt di 15 anni di grande armonia ed equilibrio, che come spesso accade ai decanter ha perso un po’ di vivacità al palato, ma che al naso è un sogno ad occhi aperti. Lo ha portato al Festival WineTip. 


Exmu Italian single malt Whisky (2023, 45.2%) 
Exmu Italian single malt

SORPRESA

Exmu Italian single malt Whisky (2023, 45.2%) 

Non è tra i più buoni, ma di sicuro è tra i più sorprendenti il “whisky agricolo” portato al Festival da Exmù. Al birrificio a conduzione familiare, Alessandro e Simona hanno aggiunto un alambicco e – grazie a un’ottima selezione dei barili – hanno rilasciato due versione di un single malt sardo di grande sincerità e di buonissima prospettiva. Giovane, ruspante, ma con tutte le cose al proprio posto. La versione in botti vergini ha una marcia in più rispetto all’ex bourbon. 


Hazelburn 21 anni Campbletown Single Malt Scotch Whisky (2023, 43.2%) 
Hazelburn 21 anni

DELICATEZZA

Hazelburn 21 anni Campbletown Single Malt Scotch Whisky (2023, 43.2%) 

Springbank è una delle distillerie più amate dagli appassionati perché lavora in maniera tradizionale e senza compromessi con la modernità. Produce l’omonimo single malt, il torbato Longrow e Hazelburn, distillato tre volte. Ed è proprio il 21 anni Hazelburn a vincere la palma fra i tre: un 21 anni delicato, con splendide note floreali e dolci e un’aria marina che aleggia su un whisky di rara finezza. 


Ruadh Mhor Single Malt scotch whisky 11 anni (2011/2023, WhiskyFacile, 54.9%)
Ruadh Mhor 11 anni

GASTRONOMICO

Ruadh Mhor Single Malt scotch whisky 11 anni (2011/2023, WhiskyFacile, 54.9%)

WhiskyFacile è stato il primo blog di recensioni di whisky in italiano, ma da qualche anno è diventato brand indipendente. La loro ultima “Black Cat Series” dalle etichette divertenti conta un ottimo Laphroaig e un bevibilissimo Balblair, ma quello che sposta gli equilibri è un single malt torbato a 80 ppm (più di Ardbeg e Lagavulin) prodotto dalla distilleria Glenturret. Un torbato “di terra” con note gastronomiche di toma, bacon e salsa barbecue; sapido e affumicato, bello grasso, un eccentrico guizzo nei territori del fumo e della brace. 


Tamdhu Speyside Scotch Whisky 18 anni
Tamdhu 18 anni

INTENSITÀ

Tamdhu 18 anni (2023, 46.8%) 

Nello Speyside, fare whisky invecchiato in botti di sherry non è facile: l’ombra dei mostri sacri Macallan e Glenfarclas è ingombrante. Tamdhu è una distilleria meno rinomata ma i cui single malt sanno conquistare i palati appassionati delle note di cioccolato, uvetta, tabacco, eccetera. In particolare il 18 anni sta guadagnando ampi consensi: denso, intenso, masticabile e vivacissimo sulla frutta rossa. 


Yamazaki single malt japanese whisky 18 anni Mizunara (2023, 48%) 
Yamazaki 18 anni Mizunara

ESCLUSIVITÀ

Yamazaki single malt japanese whisky Mizunara 18 anni (2023, 48%) 

Quest’anno il whisky giapponese compie un secolo, perché nel 1923 venne fondata da Masataka Taketsuru la distilleria Yamazaki. Tra i tanti imbottigliamenti speciali per celebrare l’anniversario, il colosso Beam Suntory ha scelto questo 18 anni invecchiato in rare botti di rovere giapponese Mizunara per la masterclass del Festival. Una bottiglia preziosissima (2mila euro circa) per un whisky equilibrato, con un gran bel corpo e un idilliaco mix di note di malto, legno e incenso.


Cognac Hommage Laurichesse
Cognac Hommage Laurichesse

 LO STRANIERO

Cognac Hommage Laurichesse (1970/2023, 47.4%) 

Chiudiamo con un “non whisky”, ovvero un cognac della casa Laurichesse selezionato da Valinch & Mallet. Invecchiamento importante, forza inaspettata, sensazioni vibranti di frutta. Un cognac perfetto per i bevitori di whisky, in cui la “finesse” non è sinonimo di eterea perfezione, ma di un’intensità inattesa. Una pepita d’oro in un mare di seta. 

(Foto di copertina: ©The Nuts Agency)

Formazione scientifica, professione artistica, passione alcolica. Il cognome tradisce le radici lombardo-venete che, se scrivi di spiriti, sono un plus. Collabora con diverse testate e qualche testata la rifila pure, ma rigorosamente solo al pallone.

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