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TRIESTE DA BERE IN INVERNO

Caffè storici, miscelazione e tappe spiritose nella città che abbraccia l’alto Adriatico

Tra le cose che ti restano addosso di Trieste c’è la sua luce. Sembra fredda e calda al tempo stesso, una luce di mare oltre che di cielo, che tocca ogni superficie. Non ti colpisce in maniera diretta, piuttosto ti avvolge e, quando te ne vai, ti resta dentro, assieme a quella sua aria densa di storia e di storie.

Multiculturale e mitteleuropea, Trieste è stata nel corso dei secoli il fiorente porto dell’Impero austro-ungarico e un centro culturale in grado di attrarre e affascinare intellettuali come James Joyce e Rainer Maria Rilke, oltre a ispirare Italo Svevo, Umberto Saba, Claudio Magris e molti altri. Contesa nella prima metà dello scorso secolo tra Italia e Jugoslavia, da sempre parla e pensa tanto italiano quanto sloveno, assorbendo dai balcani, così come dall’Austria, tradizioni e anche ingredienti, che si ritrovano tra tavole, banconi e gastronomie, tutti da scoprire.


Trieste Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia, Trieste (© Helena Volpi)

Tra i caffè storici sui versi di Saba

A Trieste ove son tristezze molte / e bellezze di cielo e di contrada, c’è un’erta che si chiama Via del Monte / Incomincia con una sinagoga / E termina ad un chiostro; a mezza strada / Ha una cappella; indi la nera foga / Della vita scoprire puoi da un prato / e il mare con le navi e il promontorio / e la folla e le tende del mercato”.

Umberto Saba aveva un rapporto molto intimo con la propria città, che traspare anche in questi versi. Si può provare a immaginarlo facendo una passeggiata tra il verde e i monumenti commemorativi del Parco della Rimembranza. Un luogo di raccoglimento, da cui godere anche una bellissima vista sulla città e fino al mare.


Antico Caffè San Marco
L’Antico Caffè San Marco

Il 900 triestino dei caffè letterari

A pochi passi, si può imboccare proprio la Via del Monte di Saba e discenderla alla ricerca dei caffè storici e letterari della città. In questo caso non si può non partire dall’Antico Caffè San Marco. Fondato nel 1914, è una delle insegne più rappresentative del ‘900 triestino ed è bellissimo. Oggi caffetteria, libreria, ristorante e pasticceria, non sono pochi quelli a cui è capitato di incontrare tra i suoi tavolini Claudio Magris, sorseggiando un caffè o magari un Vermut firmato dai liquoristi triestini Piolo e Max.

Se il pallino sono i dolci però, prima di scendere verso il mare è il caso di raggiungere la Pasticceria Pirona, aperta a inizio ‘900, che di quegli anni conserva la splendida veste liberty. Oltre a un pacchettino degli immancabili biscotti secchi con lo stampo della casa, ci si può perdere nella scelta tra pasticcini, croissant e le invitanti praline decorate a mano.


Pasticceria Pirona
Le praline della pasticceria Pirona

Il lungo mare ad alta gradazione

Andando verso il mare, per gli amanti dell’alta gradazione, merita una sosta l’Antico Caffè Torinese. Gli arredi e le decorazioni in legno e ottone sono ancora quelle di inizio secolo, che conservano il tocco dell’ebanista triestino Giuliano Debelli, conosciuto per aver arredato le navi passeggeri Vulcania e Saturnia. Aperto dal mattino fino al dopo cena, il caffè valorizza prodotti del territorio, come il liquore di Terrano (a base di vino Terrano e spezie), gin e vermouth locali, ma anche miele locale, cioccolato e pasticceria artigianali.

Non troppo lontano, in Piazza Nicolò Tommaseo, si trova il Caffè Tommaseo, insegna di epoca asburgica e tra le più antiche della città, fondata nel 1830. Un passaggio dalle sue sale sontuose ed eleganti è d’obbligo, che sia per la colazione, per la buona cucina o per un drink.

A questo punto si può percorrere il lungo mare, fino a raggiungere l’imponente Piazza Unità d’Italia. Qui, il Caffè degli Specchi vi attende nella sua maestosità. Aperto dal 1839, ha visto scorrere al proprio interno molta della storia della città. Caffè e cioccolata (assieme a tutte le possibili combinazioni) sono ancora un’istituzione qui.

In una bella giornata è il caso di godersi la splendida vista, anche dai tavolini all’aperto, gustando un caffè e un pasticcino, oppure un aperitivo con stuzzichini in quella. Magari si riuscirà a cogliere l’abbraccio che il Golfo di Trieste propone al mare e quel suo “senso dell’aperto” e di “orizzonte sconfinato che sembra preludere ad altri, più grandi mari e oceani”, lasciandosi ispirare come Magris.


Harry's Bar
Il bancone dell’Harry’s Bar

Cocktaillerie d’avanguardia, tre spunti di sosta

In Piazza Unità d’Italia ci siamo fermati e proprio da qui ripartiamo con un’insegna che da buoni cultori dell’alta gradazione avevamo in testa come perfetto trait-d-union tra la storicità e il guizzo contemporaneo della miscelazione triestina. Si tratta dell’Harry’s Bar, bancone del Grand Hotel Duchi D’Aosta e spalla liquida del bistellato Harry’s Piccolo, oltre che del Bistrot.

Per gli irriducibili della bevuta territoriale, i signature da provare sono assolutamente Terra del Terrano (gin al miele, liquore di Terrano, succo di limone, amarena, albumina) e Il Piccolo 2.0 (vermouth rosso, pelinkovac, sciroppo al cetriolo e alloro, spuma di birra IPA), ma si può spaziare anche tra i classici o tra i tanti spirits in carta, spezzando la fame con piccoli appetizer d’autore.


Berlam Coffee Tea & Cocktail

Trieste tra storia e avanguardia

Sempre a metà tra storicità della location e avanguardia in miscelazione, il Berlam Coffee Tea & Cocktail accoglie nelle sale del meraviglioso palazzo ex-RAS di inizio Novecento, ora sede dell’hotel Double Tree by Hilton Trieste. Sotto un soffitto dorato lampadari d’altri tempi, i cocktail si abbinano a sandwich e piatti semplici ma gustosi dalla cucina.

Per gli amanti delle dolcezze, il consiglio è il signature Berlam (vodka aromatizzata alla vaniglia, passoa, frutto della passione, vaniglia. Accompagnato da shot di Prosecco), mentre per i più audaci Out of Control (Tequila Reposado, lime, agave, maraschino, succo di pompelmo, Lemon Cortese).


MOR Cocktail Bar Trieste
MOR cocktail bar

In tema di mixology, una delle insegne che si sta guadagnando un meritato posto tra i banconi più in vista della città è il MOR. Il nome sta per “misceliamo ogni ricetta” e non è un caso che si sottolinei il concetto di ricetta, dato che qui ogni drink è un po’ come se fosse un filtro magico, dall’attenzione con cui viene studiato e preparato all’esperienza del servizio.

Il 7 Anni in Tibet (distillato di osmanthus, Blue Lie vodka, sciroppo di mele cotogne, acqua di karkadé) viene letteralmente miscelato in una campana tibetana e “suonato” prima del servizio, mentre lo Scrigno di Davy Johnes (Appleton Rum 12 al cioccolato fondente, sciroppo di caffè d’orzo, Angostura bitter, assenzio, frutti rossi), arriva al tavolo dentro un forziere con tanto di tocco prezioso. In abbinamento, stuzzichini semplici ma realizzati con ottimi ingredienti.


Lo Scrigno di Davy Jones
Lo Scrigno di Davy Jones

Chiusura in bellezza (ad alta gradazione)

Una più vicina al mare e una più lontana, sono le due tappe spiritose che gli appassionati non possono perdere. La Piccola Bottega Spiritosa di Piolo e Max, in via Venezian, è la sede di rappresentanza dei liquoristi Paolo Basolo e Massimiliano Zocchi. Un luogo in cui le bottiglie parlano tutte le lingue e attraversano tutte le culture di Trieste, dai Balcani al Golfo, fino all’Austria, inseguendo ricette vicine e lontane.

Lontano dal laboratorio, questa è il negozio in cui degustare e acquistare i loro prodotti, dal Bitter Beirut all’Amaro Trieste, dal DivinTerrano (loro storico liquore di Terrano) alle grappe aromatizzate, ma anche il Piolinkomax (interpretazione del balcanico pelinkovac), il Vermut, le creme di liquore, il Gin Mitteleuropeo e tante altre delizie. Va detto, che troverete diverse di queste etichette anche sparse tra i locali triestini.

Un esempio è proprio l’Antico Caffè San Marco con il Vermut già citato, ma ce ne sono molte altre che gli instancabili Piolo e Max non mancano di visitare, tra un’infusione e l’altra.


Old London Pub Trieste
Old London Pub

Per la seconda tappa spiritosa invece, occorre spostarsi verso il quartiere di San Giacomo. L’Old London Pub è un vero paradiso per gli amanti del distillato. Interni in legno e atmosfera in stile vecchio pub all’inglese. Ci sono due passioni dichiarate qui, la birra e – restando ovviamente in tema di malti – lo Scotch Whisky.



La scelta che si apre è tra circa 250 etichette di Single Malt, per ricomporre tutti gli angoli della Scozia in una bottigliera. Tutte le etichette sono in mescita, ma molte sono anche disponibili per l’acquisto, nel caso dal tour triestino, oltre agli spiriti locali, se ne volesse sovversivamente portare a casa uno straniero.

Trieste è “un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore”, scriveva Saba. E a chi sa essere altrettanto vorace offre esperienze intriganti (non solo per gola).

Radici toscane tra Mugello e Chianti, adottata in Veneto tra ombre e bacari. Ha il naso sul vino da quando lo ha tolto dai libri (forse le cose si sono anche un po’ intrecciate…) e un passato tra voli intercontinentali, valigiate di bottiglie, Paesi asiatici e degustazioni. Diplomata Ais, approda alla comunicazione come ufficio stampa e poi nella redazione di VinoNews24.it. Viaggia, assaggia, scrive, ascolta molto e parla quando serve (svariate lingue).

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