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MICHELIN, FINE DINING E CARTE DISTILLATI IN ITALIA

Oltre la cucina, attenzione sempre più intensa alla carta dei distillati, anche nei possibili nuovi stellati

Fermento Michelin, ovvero la settimana dell’assegnazione – o della sottrazione! – delle tanto agognate Stelle assegnate dalla Guida Michelin. Piaccia o no, la Rossa, come viene chiamata dai fan più attivi, è la guida gastronomica più autorevole e prestigiosa del Pianeta. Certamente quella che riesce a catalizzare l’attenzione di appassionati, esperti e professionisti del settore. Un stella in più o meno, può cambiare il percorso intero e, talvolta anche il destino, di un ristorante e persino di un hotel, se all’interno vi risiede una cucina aperta agli esterni.

Ormai “Esperienza” è uno dei termini più utilizzati quando si vuol descrivere la proposta gastronomica di un ristorante di alto livello. Da quelli che possono fregiarsi di uno o più Macaron a quelli più pop nella formula, ma altrettanto interessanti per ricerca delle materie prime e costruzione del menu. Tante le insegne nel nostro Paese per le quali “vale il viaggio” per citare una delle indicazioni della Rossa.

E se un tempo il focus principale di addetti ai lavori e clienti era il cibo e l’abbinamento dei piatti con i vini, sempre più spesso viene dedicata maggiore attenzione alla selezione dei distillati. E proprio noi, potevamo sottrarci?

Aperitivo, dopo cena, in purezza, nella miscelazione: gli spirits sono divenuti parte integrante della famosa “esperienza”, accompagnando in parallelo la componente food, talvolta arrivando anche a sostituire il vino nell’abbinamento al cibo.

Purezza e miscelazione, le due anime degli spirits

Il nostro viaggio virtuale nelle migliori cucine del Paese parte dalla Liguria, nello specifico Portofino, al DaV Mare, il primo ristorante DaV aperto al di fuori degli spazi di Da Vittorio della famiglia Cerea. Qui la cucina di mare è grande protagonista, ma la carta dei distillati è sicuramente meritevole di una menzione: Bartender selection, Sparkling e Spritz al Mare per la miscelazione, l’ampia selezione di Gin, le tante referenze di Whisky, dal Springbank 1967 al Miltonduff 1978, senza dimenticare Tequila, Vodka, Mezcal e Rhum per gli assaggi in purezza rendono la carta davvero di rilievo.


L'esterno del ristorante DaV Mare Michelin
L’esterno del ristorante DaV Mare

Da Portofino ci spostiamo a Milano da Ratanà, Osteria Moderna, una delle prime in Italia, concepita per fare la differenza e contribuire allo sviluppo e alla promozione di una cultura gastronomica sostenibile. La cucina di Cesare Battisti è tra le più apprezzate del panorama gastronomico nazionale, e dopo aver gustato piatti classici e interpretazioni moderne, è possibile gustare un Marc de Bourgogne 1991, Domaine de la Romanée – Conti, un Matsui Pure Single Malt, Kurayoshi Distillery o un Tokinoka Japan Whisky. Sempre a Milano è da sottolineare l’ottimo lavoro fatto da Alberto Tasinato da Alchimia, dove l’esperienza gastronomica di alto livello è accompagnata da un lounge bar che non teme rivali: diviso in due sale, la prima con tavoli e sedute alte e il bancone dal fascino retrò; la seconda, più appartata con un piccolo camino. Oltre ai vini e i classici della mixologia internazionale, il Bar Manager Valerio Trentani ha creato 6 signature cocktail tutti da scoprire, tra i quali “La Bella e La Bestia”.


La proposta del ristorante Alchimia

Firenze città d’arte e non solo

Una delle mete turistiche più frequentate è sicuramente Firenze, capoluogo toscano apprezzato per arte e architettura che negli anni ha saputo affiancare a una solida tradizione culinaria alcune moderne realtà gastronomiche. Accade con Atto, quattro outlet ristorativi, quattro ambienti distinti, quattro anime diverse legato dal filo conduttore rappresentate dallo chef Vito Mollica. Se il menu del ristorante è l’asse portante del ristorante, la drink list dell’Eye Bar è la spalla ideale con i suoi signature, l’ampia selezione di Gin (da Italia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Olanda, Giappone), Tequila (Clase Azul e Don Julio 1942), Rum (Caroni 21yrs Trinidad e Zacapa Royal) e Whisky (Mortlach 18 yrs e Macallan 18yrs Double Cask).


La sala del ristorante Atto di Firenze 1 stella Michelin
La sala del ristorante Atto di Firenze

Firenze vuol dire anche Gucci Osteria (1 stella Michelin), uno dei tanti progetti di successo firmati da Massimo Bottura, che pone la stessa attenzione alla cucina contemporanea di Karime Lopez ed alla miscelazione firmata Martina Bonci, apprezzata anche per il suo Mémoire di Negroni, variante deliziosa del classico cocktail Negroni, che unisce ingredienti quali il Gin Peter in Florence, il Bitter Bianco Luxardo, il Martini Vermouth Ambrato, il sake allo yuzu, il bitter al pompelmo The Bitter Truth e il butterfly pea flower.

L’ultimo indirizzo da non perdere in città è quello dell’Atrium Bar, insegna di riferimento per il bere bene, situato all’interno del magnifico Four Seasons Hotel Firenze con il ristorante il Palagio (1 Stella Michelin). Il mix fra grandi classici e cocktail originali riesce a rendere speciale il momento dell’aperitivo o quello del dopocena degli ospiti dell’hotel e della clientela esterna. Tra soluzioni d’ispirazione antica come il carrello del Negroni e del Martini, preparati direttamente al tavolo dal bartender, e il menu “vinile” con tanti signature da non perdere è una delle chiavi del successo del locale.


Firenze “Città Aperta”, da scoprire con gusto

Fotografia di una città dall’anima fusion, dove c’è da sbizzarrirsi con una proposta enogastronomica che va dal fine dining con mixology alla tradizione cinese e dal lampredotto al whisky.


Gli indirizzi POP per bere bene

Volti giovani e nuovi progetti con un focus importante su distillati e mixology sono ben presenti nel nostro paese, e tra gli indirizzi più interessanti c’è sicuramente quello di Scatto Torino, il nuovo ristorante fine dining a firma Costardi Bros. La sperimentazione è da sempre uno dei tratti distintivi del lavoro di Christian e Manuel, e anche in questa nuova avventura c’è spazio per sorprendenti soluzioni come quella rappresentata da “Scatto” di Gin Tonic! Tanquery Ten e Fever Tree Tonic Water come base da abbinare a tre differenti soluzioni: Savoia Americano Rosso, Fernet Branca e un sentore vegetale per aromatizzare ulteriormente. Da Torino ci spostiamo a Brescia per varca la soglia del Ristorante Forme di Arianna Gatti, la giovane chef che ha da poco ricevuto il premio Cuoco emergente 2024 dal Gambero Rosso, riconoscimento dedicato ai talenti emergenti della cucina italiana. Nel suo locale è possibile scoprire una cucina ancestrale, rigorosa, verticale e magari chiudere il pasto con un Gin & Tonic preparato con Engine – pure organic gin, il distillato di Paolo Dalla Mora, prodotto biologico e con ingredienti da filiera controllata e di provenienza italiani.


Mise en place del ristorante Forme

Il nostro tour fa tappa anche nelle isole, nello specifico la Sardegna, per raccontare l’ottimo lavoro di Pierluigi Fais e del suo team da Josto a Cagliari, dove è possibile gustare una cucina moderna ma di ispirazione antica per materie prime e territorialità. Qui, oltre ad una interessante carta dei vini, si può scegliere cosa bere dalla selezione di miscelati per l’aperitivo oppure optare per una delle tante referenze presenti in una ricca carta che comprende distillati, liquori ed amari.

Da Roma a Milano passando per Bologna

Se si pensa a una carta dei distillati di qualità nella Capitale il primo nome che viene in mente è quello del Marco Martini Roma. Chef di grande talento, cucina da stella Michelin, ma soprattutto un lavoro quasi pionieristico con la miscelazione d’alto livello grazie al bellissimo cocktail bar in terrazza.

Il menu degustazione dei cocktail quale apripista per un meticoloso lavoro di ricerca e selezione di distillati di pregio e creazione di cocktails originali. Scotch irlandesi e giapponesi, bourbon e sake tra le referenze da provare!

Lungo l’asse tra Roma e Milano è d’obbligo far tappa a Bologna da I Portici, unico ristorante con stella Michelin della città, dove lo chef Nicola Annunziata, pupillo di Anthony Genovese, in cucina giostra tra stile mediterraneo e contaminazioni contemporanee. Una realtà dalle varie anime che comprende anche una bottega e una pizzeria, e che consente di sorseggiare a fine pasto una delle referenze della selezione di Whisky (Caol Ila, Lagavulin 16 anni e Woodford tra gli altri), grappe bianche o barricate, Rum Zacapa 23 anni, Cognac (Hine VSOP o Delamain X.O) e il Brandy Villa Zarri 12 Anni.


Il ristorante di Marco Martini 1 stella Michelin
Il ristorante di Marco Martini

Il nostro giro d’Italia alla ricerca delle migliori carte dei distillati di ristoranti con stella Michelin o comunque con una proposta gastronomica di alto livello si conclude a Milano con il PitBeef. Carne, legno e whisky sono le parole chiave del locale situato in Via Gaetano de Castillia in zona Porta Garibaldi: in una carta con oltre 60 referenze è d’obbligo una menzione per il Cadenhead’s Tennessee Bourbon 2003 16 yo, l’Aultmore Darkness 11 yo – Oloroso Cask Finish e il Tomatin 15 yo Moscatel.

Insomma che sia un locale che vale la sosta – 1 stella – oppure che vale la deviazione – 2 stelle – o addirittura valga il viaggio – 3 stelle -, domani 14 novembre scopriremo i nuovi segnalati dalla Guida Michelin. E chissà, magari tra i nuovi stellati ci saranno anche queste insegne. Ci piace pensare che magari i commissari della Guida, oltre che dalla cucina, dal servizio e dalla location, magari si sono fatti convincere anche dalla proposta oltre i 16°.

(Immagine di copertina: © Gucci Osteria)

Classe 1975, napoletano di nascita, romano d’adozione. Laureato in statistica, giornalista e critico enogastronomico, collabora con varie testate nazionali (Forbes, Cook_inc., Italia Squisita, Gruppo Food) e con alcune guide di riferimento (L’Espresso). Appassionato di cucina, non disdegna metter le mani in pasta anche se preferisce assaggiare pizze e dessert. Sulla sua tavola non manca mai il vino ma se si sposta sul divano il calice lascia il posto ad un cocktail.

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