Distilleria, ristorante, due resort e una struttura dedicata ai grandi eventi, Mombaruzzo faro dello spiriturismo italiano
Per costruire una storia di successo, distillare vinacce serve, ma non basta. Ciò che davvero è necessario distillare sono idee, progetti e una visione da perseguire ogni giorno. Così, lo slancio imprenditoriale delle Distillerie Berta di Mombaruzzo (AT) – dalla fondazione nel 1957 fino a oggi – ha portato occasioni di sviluppo anche per il territorio circostante, le dolci colline del Monferrato, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, in cui l’azienda ha investito per sviluppare l’offerta turistica con un’accoglienza di alto livello, dalle strutture alberghiere alla ristorazione.
Dal territorio al distillato e ritorno
Relais di lusso, ville in mezzo alla natura, percorsi benessere e ancora passeggiate, visite alla scoperta della distillazione, tra museo, laboratori creativi per i più piccoli e molto altro. Quello di Berta oggi è un vero e proprio universo fatto di esperienze che ruotano intorno al distillato di vinaccia, costruite anno dopo anno attraverso investimenti nella rivalorizzazione del territorio.
«È un anno decisamente buono – afferma Chicco Berta, alla guida dell’azienda di famiglia – Pensare di ripetere ogni anno gli exploit del dopo pandemia, in cui si è assistito a un’esplosione importantissima dei consumi e delle presenze in tutto quello che è divertimento fuori casa, sarebbe irrealistico ovviamente. Tuttavia, pur avendo assistito a un graduale ritorno a una situazione più tranquilla, almeno dal canto nostro la stagione turistica si sta rivelando soddisfacente», spiega, sottolineando come la stagione turistica in Monferrato sia molto estesa.
«Parte da Pasqua e arriva fino a novembre inoltrato. Tradizionalmente, il Piemonte enogastronomico è una meta molto amata dai turisti stranieri alla ricerca di esperienze tailor-made e contesti calmi e tranquilli». Un esempio è Villa Prato, meravigliosa residenza storica dell’omonima famiglia, acquistata da Berta nel 2007 e riportata allo splendore attraverso un restauro conservativo durato nove anni. Oggi è un ‘Relais de Charme’, nel cuore di Mombaruzzo, con vista sul panorama circostante, dotata di otto suite, una cigar lounge e un bistrot in cui gustare le specialità locali, oltre a una spa ipogea con sauna, bagno turco e piscina termale e non solo. Proprio a partire dalle vinacce, sono stati studiati dei prodotti di bellezza che oggi compongono la ‘grappaterapia’, un trattamento benessere disponibile per gli ospiti della struttura. A pochi minuti dal borgo, a Castelletto Molina, Villa Castelletto completa la proposta hospitality, con 12 stanze in mezzo al verde, piscina, un’accogliente sala e wine-bar.
Degustazioni, ma anche matrimoni in distilleria, un nuovo trend
«Le degustazioni con tour dell’azienda e delle cantine, che abbiamo con orgoglio aperto nel weekend già da molti anni, sono chiaramente l’aspetto che va per la maggiore, sia da parte di stranieri che di italiani – specifica Simonetta Ghignone, amministratrice delegata dell’azienda – La gestione di Villa Prato e di Borgo Roccanivo, rispettivamente Relais e spazio eventi, ci permette di avere anche il polso della situazione sul comparto eventistica e matrimoni. Da questo lato, una decisa tendenza che combina eventistica e turismo è quella dei destination wedding». Si tratta nello specifico, di matrimoni piuttosto intimi e contenuti nel numero di partecipanti, con una modalità all-inclusive. «Il matrimonio si allunga su due o più giornate organizzate al dettaglio, durante le quali gli sposi e i loro più stretti cari godono della bellezza dell’italian lifestyle – spiega Ghignone – In questo senso, la visita alla cantina o la degustazione diventano un bellissimo add-on da proporre per rendere ancora più esclusiva e tipica l’esperienza complessiva».
Se Villa Prato può fare da ambientazione per i matrimoni più piccoli (fino a un massimo di 60 persone), Borgo Roccanivo può ospitare cerimonie più ampie, dopo la ristrutturazione che nel 2021 gli ha donato una veste rinnovata e moderna con annessi ampi spazi dedicati alle cucine professionali.
La bellezza come leva per il marketing
Quando un buon flusso di turisti inizia a spostarsi, diventa un’opportunità per tutto il territorio. «La grappa, ma più in generale qualsiasi attività produttiva che generi bellezza e interesse, ha un enorme potenziale nel creare occasioni per tutte le attività della zona – dice Giulia Berta, figlia di Chicco e responsabile marketing e comunicazione – Pensiamo in maniera immediata alle strutture ricettive, ai bar e ai ristoranti, proseguiamo verso le attività dove si può fare leisure spending, come negozi di abbigliamento, accessori, librerie, e gastronomia, dalle enoteche alle salumerie, fino a panifici e negozi di ortaggi.
I souvenir enogastronomici sono tra i più acquistati, soprattutto da chi viaggia con la propria auto», specifica Giulia, indicando potenziali benefici anche per il settore immobiliare. «Sono molti i casi di persone che, dopo aver conosciuto il Monferrato come turisti nel corso degli anni, hanno scelto di acquistare case e cascine per cambiare vita o come buen retiro». Il meccanismo, per Giulia Berta ruota intorno a un concetto apparentemente semplice, quello della bellezza, di cui talvolta – soprattutto noi italiani, per abitudine – ci dimentichiamo. «La bellezza chiama bellezza e di bellezza si può e, nel caso dell’Italia, si deve vivere. Bellezza non è un concetto contrapposto a indotto, ma anzi è un tramite per l’indotto che fa davvero la differenza. Vivere di bellezza non vuol dire sedersi sugli allori e guardare il proprio orticello, anzi è esattamente l’opposto: vivere di bellezza vuol dire fare sistema e progettare tutto, spazi, infrastrutture, attività con la giusta qualità e livello di servizio, mettendo sempre al centro chi usufruirà di questi», aggiunge Giulia.
Spirituristi, sempre più donne
Qual è il turista-tipo dello spiriturismo? La risposta è ampia, come spiega Annacarla Berta, figlia di Gianfranco Berta e responsabile del comparto amministrativo. «Il settore dello spirit tourism e del wine tourism è molto vario, ogni gruppo o turista ha una storia a sé e arriva da noi con un diverso bagaglio di esperienze e aspettative. È fondamentale per noi coglierle e riuscirle a interpretarle al meglio per regalare a ognuno un ricordo positivo». In questo settore Annacarla nota però una tendenza in atto.
«Le età delle persone che vengono a trovarci variano dai circa trent’anni in su e iniziano a vedersi anche gruppi in maggioranza oppure anche di sole donne. Segno del fatto che ci stiamo liberando dello stereotipo secondo cui il distillato è un prodotto eminentemente maschile». Anche le nazionalità sono particolarmente varie. «Passiamo dal turista italiano, per la maggior parte proveniente dalle grandi città del nordovest, che più tipicamente sceglie il Monferrato come modo per passare una notte fuori nel relax, ai turisti nordeuropei che fanno focus di tre-quattro giorni in un’area specifica, fino ai turisti americani e dell’Estremo Oriente, per i quali il Monferrato è una tappa di una vacanza più lunga e strutturata».
Turisti in Italia, appassionati a casa
Poi il viaggio in Monferrato finisce e i turisti rientrano a casa, in paesi anche molto lontani e diversi dal nostro. «La prima cosa che speriamo, prima ancora della consapevolezza di ciò che è il nostro territorio, è che la visita nel Monferrato crei emozione – dice Chicco Berta – Ciò che ci emoziona resta con noi per sempre. In un mondo così complesso, in cui l’informazione, non sempre di qualità, è debordante, e in cui qualsiasi occupazione lavorativa richiede di tenersi sempre aggiornati, è proprio l’emozione a fare da discrimine tra ciò che approfondiamo nelle nostre ore libere, investendo tempo ed energie, e ciò da cui invece ci lasciamo sfiorare senza curarcene».
Non è solo questione di brand ma, secondo Chicco, le singole azioni e le esperienze fatte vivere dai produttori possono alimentare l’immagine positiva di tutto il comparto grappa. «Il ricordo di una cantina sospesa nel tempo, con una musica suggestiva ad accompagnare l’invecchiamento dei distillati, può arricchire l’esperienza di degustazione una volta tornati a casa e generare un senso di affetto verso il brand e verso l’intera categoria di prodotto. Da qui alla curiosità, e dalla curiosità all’informazione e alla consapevolezza, il passo è breve». Un’opportunità che il comparto distillatorio non può lasciarsi scappare.