Energiche, visionarie, delle vere e proprie pioniere. In vista dell’8 marzo, Festa della Donna, un focus su alcune delle figure femminili che hanno segnato e segnano oggi il mondo della distillazione nel nostro paese
Quando pensiamo agli spirits, il pensiero va erroneamente a incasellare questi prodotti in uno spazio prettamente maschile, dove l’idea che le donne siano consumatrici, e prima ancora produttrici, è ancora una novità (qualcuno la sta sapendo cogliere in pieno Leggi Qui). Ma da amanti di questo settore – oltre che da consumatori -, della sua storia e del ruolo che le persone hanno all’interno di ogni processo produttivo, per noi dare lustro, visibilità e riconoscimento alle donne che hanno determinato il futuro del distillato, non è solo un piacere ma una vera e propria responsabilità.
Perché se l’idea, in questo ventunesimo secolo, è ancora quella che il distillato non appartenga all’universo femminile, vi stupirete certamente nello scoprire come le storie di tante aziende, che oggi rappresentano il presente dell’arte distillatoria in Italia, siano radicate in un passato dove a porre la prima pietra e a portare avanti lunghe storie aziendali, fu proprio una donna e di quante di queste figure siano riuscite a adattarsi ai cambiamenti sociali e di costume, favorendo il superamento di un gap di genere che ancora, comunque, esiste.
Che si faccia dunque da parte l’impostazione patriarcale, ma anche un’idea troppo stereotipata e settoriale di gusto maschile o femminile e si renda indistintamente omaggio a chi ha pensato ieri gli spirits che sono oggi sulle nostre tavole.
In vista dell’8 marzo, Festa della Donna, vi raccontiamo di quattro “donne spiritose” attraverso ritratti, di ieri, oggi e domani.
Sabina Marzadro: tornare a casa per creare distillati da sogno
Il racconto della distilleria Marzadro inizia nel 1949. Dopo aver prestato servizio in una casa di un deputato di Roma – attività che molte ragazze in difficoltà a quel tempo svolgevano, in cerca di una situazione di vita migliore – Sabina Marzadro torna a casa in Trentino, con la volontà e il desiderio di iniziare la produzione della Grappa, con le vinacce che rimangono inutilizzate nelle case dei tanti contadini della zona. Ad aspettarla a casa e ad affiancarla in questo nuovo progetto, che getterà le basi di quella che oggi è la Distilleria Marzadro, c’è il fratello Attilio, da sempre attivo contadino.
È così, che nella casa di Brancolino di Nogaredo, nella provincia di Trento, Sabina riesce con molti sforzi a costruire un piccolo alambicco a fuoco diretto e da lì la produzione della Grappa non si ferma più. Quando non distilla, Sabina passa il suo tempo a raccogliere erbe alpine spontanee, radici e bacche da unire alla Grappa, cercando sempre più di soddisfare la richiesta dei clienti, che dopo poco, iniziano a chiedere al bar un “bicchierino di Marzadro”, consacrando il nome di una famiglia e legandolo indissolubilmente al mondo dei distillati di qualità.
Nella storia di Marzadro altre donne sono state fortemente determinanti, e tutt’oggi lo sono e mantengono vivo quel sogno di impresa e qualità, che nel dopo guerra smosse con forza la giovane Sabina Marzadro. Qualche mese fa, ben due prodotti Marzadro si sono aggiudicati l’Ampolla d’Oro di Spirito Autoctono-La Guida 2023 (Leggi Qui).
Priscilla Occhipinti: il maestro distillatore più premiato al mondo
Quello di Priscilla Occhipinti è un racconto contemporaneo che parla di capacità, volontà e talento. La storia della Distilleria Nannoni inizia con Gioacchino Nannoni, che nel 1973, nella Maremma Toscana, precisamente ad Aratrice, in provincia di Grosseto, trasforma un’antica casa padronale in una distilleria. Lo stesso Gioacchino diventa maestro e guida professionale di Priscilla, alla quale lascia un’azienda che, con i suoi svariati successi, la consacra fra i maestri distillatori più autorevoli e conosciuti al mondo.
Una donna che ha saputo cogliere la bellezza e la generosità di un territorio, che ha donato identità ad ogni singola distillazione, creando oggi una distilleria dinamica, contemporanea e fortemente proiettata verso il futuro. Impegno e dedizione vengono ripagati negli anni da una serie di importanti riconoscimenti, come i ben 9 Trofei “Acquavite dell’Anno” e oltre 180 Medaglie d’Oro e Doppio Oro ottenute a livello internazionale dal 2011 al 2021 che permettono di affermare la distilleria Nannoni fra le più premiate al mondo. Appena pochi mesi fa, il Maremmamaro di Nannoni si è aggiudicato l’Ampolla d’Oro di Spirito Autoctono (Leggi Qui).
Oggi Priscilla, insieme alle socie Rossana e Morena, guida la Nannoni verso un futuro sempre più sostenibile e in linea con ciò che sarà il desiderio di beva dei distillati di domani.
Anna Maschio: le pari opportunità sono la chiave di una distilleria di successo
Anna Maschio insieme al fratello Andrea, rappresenta la quinta generazione della Distilleria Bonaventura Maschio di Gaiarine, in provincia di Treviso (Leggi Qui). Entra a lavorare in azienda fin da giovanissima e nel tempo scopre che il mondo della distillazione è davvero il percorso da intraprendere nella sua vita.
Dopo essersi laureata in Lettere Antiche all’Università di Padova e aver conseguito il master in Export Marketing alla Bocconi, oggi Anna è la responsabile commerciale per l’estero dell’azienda e il suo continuo viaggiare e confrontarsi con professionisti sempre diversi, le ha permesso di tornare a casa ogni volta con un bagaglio ricco di idee e prospettive, utili nel rendere la Bonaventura Maschio una distilleria contemporanea e al passo con i tempi.
Insieme alla sua famiglia, Anna ha sempre curato e seguito con molta attenzione le risorse umane aziendali, dando un importante ruolo a parità di genere e pari opportunità, portando sempre un forte sostegno e cercando soluzioni lavorative idonee per le donne e gli uomini dell’azienda, specie quando affrontano la maternità. Equilibri, quelli tra lavoro e vita privata, che per lei sono fondamentali sia a livello di dinamiche aziendali interne, che a livello di settore, per abbattere i preconcetti di genere nel mondo degli spirits.
Giannola, Cristina, Antonella ed Elisabetta Nonino: la storica distilleria dall’anima al femminile
Per raccontare tutta la storia della Distilleria Nonino servirebbe un tempo lunghissimo, con pagine e pagine ricche di successi, professionalità e tutto ciò che lega una famiglia ad un progetto lungo 126 anni. In questa famiglia e in questa azienda le donne sono da sempre una forza e un centro nevralgico di creatività, intuito e grande imprenditorialità.
La Distilleria Nonino inizia con Orazio Nonino nel 1897 e arriva a Benito e Giannola, che con le figlie Antonella, Cristina ed Elisabetta sono oggi il presente e il futuro di questa storica azienda friulana. Giannola Nonino, quando sposa Benito sposa anche quella professione che diventa per lei un centro di vita e di passione. È una donna energica, che nel corso della sua carriera sa innovare e rendere sempre contemporanea la propria azienda e i valori ad essa legata, dove la famiglia è il centro e il motore di tutto. Fra i tanti e innumerevoli successi di Giannola, il primo è il più determinante, raggiunto insieme a Benito con la creazione, nel 1973, della Grappa Monovitigno Picolit, valorizzando per la prima volta gli aromi del singolo vitigno nel distillato. Una svolta epocale nel sistema di produzione della Grappa (Leggi Qui). Da quell’anno, la Nonino e le sue donne saranno sempre un marchio di qualità, tradizione, tecnica e innovazione indiscutibile nel campo dei distillati, in tutto il mondo.