Quattro amici danno vita ad un prodotto a dir poco originale, in nome della passione e dell’amore per la Sicilia
Valorizzare, con un approccio anticonvenzionale, la cultura, i profumi e la tradizione delle meravigliose terre di Sicilia. Questo l’obiettivo che Federico Vincenzi, Davide Fregonese, Augusto Prusso e Michele Di Carlo hanno posto al centro del loro progetto: Agalìa. Un distillato ottenuto dalla ‘zabarra’, il termine con cui viene indicata in loco l’agave. Una pianta capace di conferire una forte impronta distintiva al gusto e che, in questo liquore, si arricchisce di note aromatiche. Grazie alle botaniche di Sicilia come il limone verdello e le pale di fico d’India.
Circa 12 anni fa un gruppo di amici mi chiese di realizzare un gin e la prima domanda che ci ponemmo fu: “Perché nessuno ha mai pensare di distillare la Zabarra siciliana? L’idea piacque immediatamente e quindi iniziammo a sperimentare. Grazie alla successiva collaborazione con l’Università Federico II di Napoli è poi nata Agalìa, un distillato ottenuto utilizzando botaniche siciliane che nascono e crescono spontaneamente. Mettere tutto il buono della Sicilia in un bottiglia è diventato il nostro mantra. Una terra dalle mille sfumature, ricca di cultura, con una forte influenza di provenienza araba nell’utilizzo delle botaniche. Il risultato è quello d’avere oggi un distillato che non ricorda la tequila ma che ha una sua forte identità. Un prodotto fantastico di cui siamo orgogliosi” sottolinea Michele Di Carlo, docente, filosofo del gusto – ‘gustosofo’ – consulente di grandissima esperienza.
Agave, agrumi e fico d’india
Agalìa Srl, da subito riconosciuta come start up innovativa, è quindi una società moderna e ad alto valore tecnologico, che fa tesoro della tradizione siciliana, sua musa ispiratrice, riuscendo a dar vita a un distillato artigianale di agave sisalana ed altre botaniche siciliane -agrumi, piante e foglie -, dalla gradazione Alcolica di 43,3°, limpido e trasparente con un leggero accenno al giallo paglierino. Ideale per essere degustato liscio a 10/12° C di temperatura, diventa anche protagonista della moderna miscelazione.
“Siamo rimasti soddisfatti del prodotto sin dal primo tentativo di distillazione. Anche se nel tempo abbiamo lavorato su alcune note ottenendo oggi una versione di Agalìa che si fa apprezzare per la delicatezza nell’ingresso in bocca. Ora che il progetto può crescere abbiamo in programma d’aprire un opificio: al momento infatti la fase di distillazione è a carico della Federico II. Ci stiamo anche attrezzando per coltivare la zabarra e le altre botaniche, dal fico d’india alle foglie di ulivo, per continuare a realizzare questo prodotto dalla forte identità” aggiunge Di Carlo.
Il suo utilizzo? Liscia prima di tutto, ma è interessante anche nella versione Sour con limone e zucchero per la sorprendente facilità di beva, senza dimenticare l’Agalìa in tonic.
Tutta la tecnologia di Agalìa
I quattro soci hanno voluto dare nuova vita alla ‘zabarra‘. Non più e non solo una pianta ornamentale, ma il punto di partenza per creare diverse produzioni. Agalìa è il risultato di una serie di distillazioni ed estrazioni alcoliche utilizzando matrici vegetali endemiche del territorio siciliano.
Un prodotto innovativo poiché le estrazioni effettuate sono frutto di interazione tra macchinari brevettati e sistemi di estrazione in fase di patent pending ad alto valore tecnologico. Il risultato permette di ottenere estratti con un contenuto in principi attivi controllato.
“Parliamo di una vera novità assoluta nel panorama dei distillati recenti, non la si può confondere con nessun altro prodotto, crediamo sia una carta vincente per il futuro poiché ha rotto gli schemi della distillazione classica. In fase di produzione non voleva che fosse caratterizzata dal sentore di bruciato, cotto, affumicato, un difetto congenito della tequila. È stata utilizzata una macchina sperimentale fornita dall’Università per iniziare un percorso completamente diverso, cercando di mantenere intatta la freschezza delle botaniche evitando di cuocerle, per non perdere le componenti aromatiche. Abbiamo estratto la parte aromatica delle botaniche con il naviglio estrattore, sottovuoto, per poi estrarre l’alcol dalla parte rimasta delle botaniche, in corrente di vapore alternata sottovuoto per non raggiungere temperature che fanno sviluppare le parti difettose della distillazione, ottenendo un distillato pulito”.
Una bottiglia da collezione
Nella fase di caratterizzazione del prodotto è stata dedicata grande cura anche alla creazione della bottiglia, realizzata con la piastrella di Caltagirone. Vetro trasparente dai profili decisi, base quadrata e lati leggermente svasati verso il collo della bottiglia stessa. Ogni bottiglia da 0,50 litri, è decorata con il logo Agalìa serigrafato e una piastrella di ceramica di Caltagirone numerata e applicata a mano su ogni singolo contenitore. Il progetto non si esaurisce con la fase di distillazione.
“Siamo impegnati nella riqualificazione del territorio forgiando una azienda circolare, a impatto zero, creando nuove opportunità e impegnandoci e perseguire l’obiettivo dello spreco zero. Le botaniche vengono infatti utilizzate nella loro interezza, per creare in una seconda fase prodotti per la cosmesi, l’edilizia e la farmacopea. Da studi effettuati è emerso che la zabarra ha un potere ossidante maggiore dell’aloe vera. Oppure che i mattoni che la contengono sono resistenti al fuoco e alle scosse telluriche. Una vera rivoluzione nel contesto edilizio” conclude Michele Di Carlo.