L’evento di Berlino commentato da Michele Di Carlo: tra piccoli produttori a caccia di idee e grandi aziende, lo storytelling conferma i suoi limiti
BCB, ovvero Bar Convent Berlin. Quello appena conclusosi nella capitale tedesca è un appuntamento fisso, entrato ormai a pieno titolo nel panorama degli eventi imperdibili a livello internazionale per l’industria di produzione degli alcolici, superalcolic&Co – bibite gassate e non, sciroppi e concentrati di frutta, drink no alcool – e quant’altro può contribuire alla dotazione indispensabile per l’allestimento dei locali pubblici di settore.
La fama di questo evento è sicuramente dovuta alla cura nell’organizzazione e alla presenza non solo delle grandi aziende internazionali ma anche a quella di tanti piccoli produttori artigianali, o pseudo tali, che espongono i loro prodotti e le ultime novità.
Ed è proprio partendo da questo assunto che è balzata agli occhi una – per me – realtà. Di queste decantate novità non ce n’erano poi molte e anche tra quelle presenti la maggior parte era la copia (spesso mal riuscita) di quanto il mercato offre già abbondantemente.
Ovvero un’infinità di pseudo gin artigianali, di Tequile e similari (Mezcal, sotol, ecc.), ognuno con una favoletta da raccontare ma, paradossalmente, con un fattore comune. La scarsa conoscenza delle più elementari regole della distillazione dell’alcool per uso edibile umano. Quasi tutti con una spiccata presenza di residui di aldeidi alcoliche acetali e metiliche che hanno il solo pregio di provocare tremendi cerchi alla testa.
Capitolo No Alcool al Bar Convent
Soprassiedo alle distese di bibite sodate – che vorrebbero essere delle toniche -, per focalizzarmi sulla grande truffa dei drink No alcool, il cui nome corretto sarebbe “bibite”, tanto per essere chiari.
Una delle aziende presenti al Bar Convent in questo settore ha attirato la mia attenzione per quanto scritto sull’etichetta frontale del prodotto presentato: etichetta che riportava la dicitura Distilled Water. Con ovviamente lo 0% di alcool. Leggendo la retro etichetta, ho trovato i seguenti ingredienti: aromi, dolcificanti, edulcoranti, addensanti, stabilizzanti. Perché se metti degli estratti e degli aromi in acqua, e non usi zucchero e alcool per conservarli, diventa necessario trovare dei sostituti i quali, di solito, hanno effetti collaterali ben più invasivi di ciò che si è provato a evitare.
Salta quindi agli occhi, che questa nuova tendenza, patrocinata dalle aziende multinazionali che possono permettersi investimenti pubblicitari importanti, è un’immensa presa per i fondelli. Operatori e consumatori disinformati e con scarse conoscenze merceologiche difficile che sappiano cogliere in fallo l’etichetta. Cosa, questa, che si poteva dedurre anche dalle domande della maggior parte dei presenti all’evento con il biglietto visitor.
A Berlino, occhio attento della distribuzione internazionale
Diverso invece l’approccio degli operatori della distribuzione professionale internazionale. Domande mirate sulle specifiche tecniche e un approccio alla degustazione molto attento per permettere al prodotto di mostrarsi per ciò che è, a prescindere dai racconti di fantasia, instaurando contatti che, se approfonditi in modo corretto, potrebbero portare ad interessanti sviluppi anche commerciali.
A questo proposito, saltava agli occhi un particolare filo conduttore nel loro muoversi attraverso gli stand. In molti hanno accuratamente evitato quelli dei piccoli espositori, focalizzati quasi solo sulla proposta cocktail e l’utilizzo di bartender. Ben diverso il discorso per le grandi aziende, che avevano per la maggior parte predisposto uno spazio dedicato agli incontri commerciali.
Passando alle conclusioni finali, trovo che il Bar Convent Berlino sia ben strutturato da parte degli organizzatori, ma la maggior parte degli espositori non si prepara all’evento in modo congruo. Non basta esserci, affinché la presenza sia proficua e costruttiva. La partecipazione al Bar Convente, è necessario studiarla nei minimi dettagli e da ogni angolazione possibile, altrimenti diventa solo uno spreco di prodotto, di denaro e di energie.