Niente dazi della Cina su Brandy e Cognac dell’UE. Per il momento

Il Ministero del Commercio cinese non applicherà le misure anti-dumping su Brandy e Cognac europeo, ma resta aperta l’indagine

E’ di queste ore la decisione della Cina di rinunciare a imporre tariffe su brandy e Cognac importati dall’Ue. La notizia è stata riportata dalle principali agenzie mondiali compresa l’European Food Agency (EFA).

A comunicare la decisione di Pechino è stato il Ministero del Commercio cinese (MOFCOM) che ha tenuto a precisare come, secondo l’organismo cinese, l’indagine antidumping relativa alle acquaviti di vino e di vinaccia dell’Unione europea aperta a gennaio scorso, abbia determinato l’effettiva esistenza di dumping.

Gli antefatti

Come spiega chiaramente The Spirit Businnes, la Cina sta conducendo – dall’inizio del 2024 – un’indagine antidumping sul Cognac e sul Brandy europei. Il dumping è una pratica pericolosa che si verifica quando un’azienda vende un prodotto in un mercato estero a un prezzo inferiore a quello che applica nel mercato interno. L’azione è considerata ingiusta in quanto il prezzo nel mercato estero non rifletterebbe il vero valore del prodotto.

E’ di luglio l’incontro tra una delegazione di produttori e aziende europei e il MOFCOM per affrontare l’argomento dumping. Come dichiarato agli inizi di agosto, sono arrivate in queste ore le tariffe decise dal MOFCOM in caso di dumping accertato.


Cognac, al centro del braccio di ferro tra UE e Cina dazi
Cognac, al centro del braccio di ferro tra UE e Cina

La decisione

La Cina ha confermando che i dazi provvisori saranno pari al 34,8% per le Aziende che hanno collaborato all’indagine e del 39% per le Aziende che non hanno cooperato, ovvero che non hanno partecipato alla redazione dei questionari – spiega Federvini.

Il MOFCOM ci tiene comunque a sottolineare che al momento i dazi non saranno attivati, mentre invece l’indagine resta in corso e prevede di chiudersi a gennaio 2025.

Una buona notizia – conferma l’EFA – anche se temporanea, in quanto secondo alcuni osservatori internazionali la decisione potrebbe essere legata all’esito della proposta della Commissione Europea di adottare dazi aggiuntivi (fino al 36,3%) sui veicoli elettrici prodotti in Cina. Opzione che andrà in votazione il prossimo ottobre.



Le reazioni

Secondo Federvini è un attacco ingiustificato al settore, soprattutto alla luce dell’impegno di quest’ultimo nel fornire tutte le delucidazioni necessarie ad evitare dazi ingiusti che andrebbero a colpire significativamente l’export europeo.

Ove i dazi della Cina fossero applicati in via definitiva – commenta Micaela Pallini, Presidente di Federvini – avrebbero un impatto molto significativo sull’exportIl settore ha collaborato attivamente all’indagine fornendo tutte le informazioni richieste con tempistiche a dir poco fulminee, dimostrando la debolezza delle argomentazioni sollevate dalle Autorità cinesiInvitiamo alla massima prudenza, nell’auspicio che la Commissione europea scongiuri qualsivoglia escalation che andrebbe a colpire ingiustamente il settore”. Prosegue la Presidente di Federvini: ”già altre volte siamo stati al centro di guerre commerciali estranee al nostro comparto: in questo scenario generale di incertezza non è possibile incorrere nel rischio di bloccare improvvisamente un mercato”. 

Dello stesso avviso Ulrich Adam – direttore generale di Spirits Europe – che sulle pagine del The Spirits Business dichiara: “Siamo molto delusi da questo annuncio. Le tariffe, se applicate, costituirebbero una barriera ingiustificata all’accesso al mercato e avrebbero un impatto negativo sulle esportazioni UE di alcolici a base di vino e vinaccia verso la Cina, che rappresentano la quota maggiore (circa il 90%) delle esportazioni dirette di alcolici UE verso la Cina in termini di valore.
Questa decisione è ancora più incomprensibile perché il nostro settore ha collaborato pienamente con le autorità cinesi durante l’intero processo di indagine avviato a gennaio 2024 e ha dimostrato completa trasparenza nelle sue pratiche. L’unico aspetto positivo in questa fase è che i dazi provvisori non si applicheranno per ora.

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