Amaro Alpino, simbolo delle Alpi e Marchio Storico dell’Identità Nazionale, tra storia e citazioni cinematografiche
Nelle profonde gole scavate dai torrenti impetuosi, laddove la roccia nuda si erge come baluardo contro i venti gelidi, si cela un segreto ancestrale custodito gelosamente dalle Alpi. È qui, tra i massicci imponenti e i pascoli verdeggianti, che nasce l’Amaro Alpino, una delle ultime testimonianze di un’antica arte di infusione tramandata di generazione in generazione.
Storia di un amaro iconico
Fin dal 1930, quando il laboratorio di Fortunato Depero impresse sulla sua etichetta quella audace impronta futurista, l’Amaro Alpino ha rappresentato un legame viscerale con le terre alte. Gli ingredienti che lo compongono – radice di genziana, salvia sclarea, fiori di sambuco e bacche di ginepro – sono gli stessi che da secoli vengono raccolti sulle pendici di queste montagne, tramite un processo di infusione rimasto invariato nel tempo.
Negli anni ’50, quando il fondatore volle creare una versione più intensa e robusta, nacque l’Amaro Alpino Super, una riserva destinata a diventare un’icona del dopoguerra. Le sue tonalità scure e il suo profilo aromatico avvolgente, quasi come l’abbraccio delle cime, lo resero ben presto un compagno inseparabile di generazioni di bevitori.
Ma l’Amaro Alpino non è solo un semplice liquore. Esso è diventato un’autentica espressione dell’identità alpina, presente sui banconi dei bar di montagna così come sullo schermo argentato del cinema. Dai classici “Amici Miei” di Monicelli al contemporaneo “Chiamami col tuo nome” di Guadagnino. La sua inconfondibile botticella di ceramica disegnata dalla maestra Antonia Campi ha attraversato gli anni, diventando un’icona del design e della cultura italiana.
Oggi, mentre il Ministero dello Sviluppo Economico gli riconosce il prestigioso titolo di Marchio Storico di Interesse Nazionale, l’Amaro Alpino sembra risorgere dalle ceneri di un passato che pareva svanito. E quando il suo profumo si fonde con il fumo lento e avvolgente di un sigaro Toscano, è come se l’anima stessa delle Alpi ritrovasse la sua forza, pronta a sfidare il crepuscolo del tempo. Io l’ho degustato con soda e ghiaccio mentre fumavo un Toscanello XXL Rosso.
L’abbinamento
Il Toscanello XXL Rosso è corposo e aromatico, con note di legno, spezie e naturalmente caffè. Il volume più grande dona alla fumata un volume più intenso.
Questi due prodotti si abbinano bene perché il corpo e il profumo del sigaro si accompagnano piacevolmente all’amarezza e alla complessità aromatica dell’Amaro Alpino. In oltre la soda e il ghiaccio aiutano a bilanciare la forza e la persistenza del sigaro, creando un contrasto piacevole.
Il risultato è un abbinamento equilibrato e appagante, in cui i due prodotti si esaltano a vicenda. Può essere un’ottima scelta per una pausa di gusto, magari in compagnia di amici.
Nell’amaro di radici e bacche, nell’aroma intenso e persistente, vi è un richiamo ancestrale che riesce ancora a risvegliare l’orgoglio di chi conosce il valore di queste terre. E chissà, forse un giorno, quando il bicchiere si svuoterà e la cenere del sigaro cadrà, resterà solo il silenzio carico di memorie. In attesa di un nuovo giorno in cui l’anima alpina potrà rinascere, più forte che mai.