ALEXANDER ROBLES E MATTEO FORNARO

Ein Prosit Summer Edition e le idee miscelate di Azotea Torino

Matteo Fornaro, bar manager del locale torinese di cucina nikkei, firmerà a Tarvisio i cocktail gastronomici per gli chef Lazzarini, Sadhu e Tokuyoshi

Ein Prosit regala sempre grandi sorprese e grandiose perle di gusto, tra influenze di pensiero e connessioni. L’eco è sempre il. medesimo. Dall’incontro di culture diverse nascono meraviglie, alcune si perdono nelle tradizioni familiari, altre danno vita a qualcosa di così memorabile da meritare un nome ad hoc. Come il termine Nikkei, attribuito a quella speciale cucina capace di far incontrare i sapori e le consistenze di due mondi apparentemente distanti come il Giappone e il Perù.

Azotea è uno dei punti di riferimento della cucina nikkei a Torino e in generale in Italia. Il suo nome vuol dire “terrazza” ed è un ristorante cocktail bar situato vicino a Piazza Vittorio Veneto. Il progetto nasce dall’esperienza di Noemi Dell’Agnello, anima della sala a cofondatrice di Azotea, dello chef peruviano Alexander Robles e del bar manager Matteo Fornaro.


Matteo Fornaro, barmanger e socio di Azotea -
Matteo Fornaro, barmanger e socio di Azotea – credits Azotea

I cocktail firmati Fornaro all’Ein Prosit Summer Edition

Proprio Fornaro, il 26 e 27 luglio, sarà a Tarvisio (UD) per Ein Prosit Summer Edition 2024.
Il bartender di origine vercellese preparerà i cocktail d’aperitivo rispettivamente per la cena a 4 mani di Michele Lazzarini (Contrada Bricconi nel bergamasco) e Prateek Sadhu (Restaurant Naar in India) servita al Ristorante Golf Club Ai Confini, e per quella di Yoji Tokuyoshi (Bentōteca di Milano) servita al Ristorante Buon Arrivo.

Territorio e cultura sono due parole chiave di Ein Prosit Summer Edition, così come di Azotea” – spiega Matteo Fornaro. “Partecipare a un evento di caratura internazionale, con la nostra filosofia nikkei, è per noi un’occasione più unica che rara. Avremo l’opportunità di raccontare i due territori ai quali siamo più legati – Perù e Giappone – con la nostra miscelazione, di fronte a un pubblico di altissimo profilo. Ringrazio il collega Domenico Carella, che mi ha coinvolto in tutto questo, un professionista che stimo anche per l’aspetto umano”.


Cocktail giardiniera di azotea
Il cocktail Giardiniera ispirato alla nota conserva piemontese – credits Azotea

Tre i cocktail proposti da Fornaro a Ein Prosit per la coppia di chef Lazzarini – Sadhu. 

Melanzana

Ispirato allo studio avviato nel 1992 dal chimico alimentare svizzero François Benzi, Melanzana sperimentare l’abbinamento tra due ingredienti solo sulla base di una comunione molecolare. Il risultato? Binomi sorprendenti come fegato-gelsomino o kiwi-molluschi. Proprio sulla base di quest’ultimo mix, il bar manager ha messo a punto il cocktail Melanzana, specificatamente pensato per abbinare un primo piatto con i molluschi. In questo drink la melanzana viene cotta a cannello, poi in forno e quindi sottovuoto, prima di essere abbinata al kiwi: un frutto dalla spiccata acidità, rinfrescante e con sentori sapidi. A completare la bevuta, Mezcal Vida Del Maguey, e un cordiale di pepe verde, zenzero e menta. 


Il drink gastronomico Che Cavolo, a base di cavolo viola
Il drink gastronomico Che Cavolo, a base di cavolo viola – credits Azotea

Giardiniera

Nasce dall’idea di riproporre l’omonima conserva piemontese a base di verdure fermentate in aceto di vino bianco all’interno di un cocktail. Il risultato, dalla forte spinta acetica, viene ricavato frullando la ricetta gastronomica, filtrandola con una superbag (filtro a maglie finissime) e poi abbinandola al succo di mela chiarificato in un cordiale. A conclusione della ricetta, vermouth Dry Carpano e mostarda di frutta. 

Spicy Negroni

Un twist sul classico della miscelazione nato nel 1919, al Caffè Casoni di Firenze. L’idea del bar manager di Matteo Fornaro è quella di rivisitarlo, aggiungendogli una nota piccante, data dall’utilizzo dell’Ancho Reyes, un distillato di canna da zucchero messicano qui aromatizzato in fatwash con burro. In questa variante del Negroni, non manca poi anche una parte gastronomica ed esotica, data da un mango cotto in forno e frullato assieme a bitter Campari e vermouth Carpano Classico.



Azotea e i tre cocktail per lo chef Yoji Tokuyoshi. 

Hongos y laurel

Il drink che richiama i sapori peruviani dell’omonimo binomio funghi-alloro: un classico abbinamento, utilizzato per aromatizzare le carni. In questo caso, i due ingredienti vengono infusi in un blend di whisky – 70% Tennesse whiskey (Jack Daniel’s) e 30% scotch torbato (Lagavulin) – e miscelati con vermouth Antica Formula ridotto del 30%, decotto di foglie fresche di alloro, acido citrico e malico. 


il cocktail Nami nasce dalla macerazione del vermouth dry Carpano in fiori di lavanda - credits Azotea
il cocktail Nami nasce dalla macerazione del vermouth dry Carpano in fiori di lavanda – credits Azotea

Che cavolo

Un drink gastronomico a base di cavolo viola, che si caratterizza per un gusto dolce e più delicato rispetto a quello di cavolo cappuccio e cavolo riccio, oltre che per il colore così caratteristico. L’ortaggio viene cucinato con aceto di riso, alloro e zucchero, quindi frullato, filtrato e poi miscelato con mezcal, Amaro Gabelle di Zoppi Distillery e pomodoro chiarificato.

Nami

Per concludere un signature creato a partire da una macerazione di vermouth dry Carpano in fiori di lavanda, sakè Konishi, dal grande aroma fruttato e floreale, liquore al tè verde homemade, soda alle foglie di sedano. Il drink, particolarmente aromatico, è un low alcohol. Gli ingredienti utilizzati sono in questo caso delicati, volutamente scelti per accompagnare un sakè non invecchiato e quindi dal profilo aromatico leggero.

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