Un impero che parla francese e fondato sul vino, ma con radici che affondano tra gli alambicchi. Il mondo degli spirits visto da Les Grands Chais de France, nell’intervista a Eric Heckmann, area director del gruppo
Nel campo del vino è inarrestabile. Primo esportatore di vino francese nel mondo con 170 mercati di destinazione – per intenderci, una bottiglia su 4 di vino francese è venduta da loro. Solo in Italia nel 2022 ha raggiunto un giro d’affari di 6 milioni e 800mila euro, per 1,3 milioni di bottiglie.
Les Grands Chais de France (GCF) è il gruppo fondato e gestito da Famille Helfrich che, oltre alle tenute di proprietà in Francia e all’estero, mette a sistema quasi 140 produttori di cui è partner privilegiato. Un vero e proprio impero che si è sviluppato in un tempo relativamente breve – a partire dalla nascita nel 1979 in Alsazia, ad opera di Joseph Helfrich – e che oggi punta a valorizzare le varie specificità di ogni area di produzione in cui opera.
Ma, a dispetto della stazza e delle performance realizzate fino a oggi grazie al vino, le origini del principale Gruppo vitivinicolo francese non partono dalla vigna, bensì dagli alambicchi. Joseph Helfrich era infatti il primo tra i sei figli del distillatore René Helfrich, che produceva soprattutto i brandy di frutta tipici del territorio alsaziano, come Kirshwasser, Schnapps, e brandy bianco di prugne.
L’attività di Joseph, prima di “diversificare” con il vino, era inizialmente partita con focus sul Cognac e anche se oggi gli spirits restano una parte molto più contenuta del business di Les Grands Chais de France, l’expertise resta assieme a una ben assortita serie di brand e alla capacità di sondare i mercati.
Il gin e il whisky made in France
Accanto alle etichette di vino dalla Francia e dalle tenute del Nuovo Mondo, GCF ha appena lanciato in Italia una serie di gin chiamata “Antidote” e pensata per inserirsi in quell’onda che vede il distillato in forte crescita in Italia (+22,7% le vendite nel 2022 secondo i dati dell’Osservatorio Federvini-Nomisma). Dal più secco London Dry a tre referenze dal carattere agrumato, in linea con una delle mode del gin “mediterraneo”, ma c’è anche un’etichetta zero alcol, per completare la gamma di proposte che ultimamente non possono mancare in bottigliera. Alle referenze firmate Antidote, si unisce Mr H, un gin dolce e balsamico, che ricorda certe caratteristiche degli Sloe e degli Old Tom e che valorizza le caratteristiche del luppolo e di altre 22 botaniche alsaziane. Tratto che li accomuna tutti: la base è un alcol di vinacce provenienti dalle tenute del gruppo.
Ma non ci sono soltanto i gin. Tra gli spirits del gruppo, arrivano in Italia anche i Cognac Comte Joseph e Karavan, l’Armagnac Prince d’Arignac e il Rhum Bologne di Guadalupa (distribuito da Ghilardi Selezioni). Nel frattempo tra i partner del gruppo c’è anche Rozelieures, che in Francia produce whisky con i propri malti provenienti da suoli vulcanici – uno dei pochi che hanno in mano tutti i passaggi della produzione – invecchiandolo in botti di Vin Jaune e Vin de Paille dallo Jura (in copertina, uno scatto dei suoi alambicchi).
Tra referenze spirits e trend di mercato, Eric Heckmann, direttore Benelux, Italia e Svizzera per Les Grands Chais de France, parla di punti di vista e aspettative sul mercato italiano nell’audio-intervista a Spirito Autoctono (in lingua inglese).
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