Jacopo Poli racconta la distilleria vista dall’obiettivo, tra aneddoti e dietro le quinte delle serie tv che l’hanno scelta come set cinematografico
Una storia lunga oltre 120 anni, fatta di alambicchi, vapori, bevande “infuocate” e una famiglia, che resta legata alla propria vocazione una generazione dopo l’altra. È praticamente inevitabile che Poli 1898 diventi anche una fonte di ispirazione per il cinema. Mentre sul fronte dell’offerta il portfolio cresce sfornando novità – tra le più recenti anche un whisky, il Segretario di Stato – in azienda l’alambicco più antico è in funzione da quasi un secolo e permette da solo un tuffo nel passato fino alla fine degli anni Venti, quando il fondatore, GioBatta Poli, ne montò le prime tre caldaiette.
Accade così che da fonte di ispirazione, la distilleria Poli si trasformi in un vero e proprio set cinematografico, per far da sfondo a storie che si intrecciano con la tradizione di una delle bevande più rappresentative d’Italia, la grappa.
Appena due mesi fa debuttava proprio a Bassano, al cinema all’aperto del giardino Parolini, il telefilm tedesco ‘High Spirits’, girato lo scorso anno a Bassano e, in particolare, tra gli alambicchi di casa Poli. Ma non era la prima volta in distilleria per le macchine da presa.
Cristiana Capotondi in una delle scene di ‘Di padre in figlia’ girate alla Distilleria Poli
Jacopo Poli, lo scorso anno la distilleria è stata scelta dalla regista austriaca Sabine Derflinger per le riprese della serie tv tedesca “High Spirits”. Perché, secondo lei, la scelta è ricaduta proprio su di voi?
«Non è la prima volta che la Poli Distillerie viene scelta come location di una fiction, anche in questo caso è stata l’atmosfera della nostra distilleria di famiglia a catturare l’attenzione della produzione cinematografica, che qui ha trovato degli elementi fondamentali per la buona riuscita delle riprese: un antico alambicco a vapore in funzione, una famiglia con una storia centenaria da cui trarre ispirazione e una nostra particolare attenzione all’accoglienza, da non sottovalutare anche gli spazi adeguati per ospitare troupe e attori».
Una regista austriaca ha scelto l’italiana Poli per raccontare la storia di una distilleria tedesca. L’avete preso come un complimento?
«Per noi è stato un onore, da sempre lavoriamo attraverso il nostro Poli Museo della Grappa per creare cultura intorno al prodotto “Grappa” e per far conoscere il nostro distillato di bandiera fuori da confini italiani, ben venga quindi una fiction internazionale, che andrà in onda in prima serata sulla rete nazionale tedesca. Confidiamo che High Spirits possa stimolare la curiosità degli spettatori a saperne di più sulla Grappa e che incentivi il turista a venire a visitare la nostra distilleria e il territorio circostante».
Non è la prima volta sul set per le distillerie Poli. Quali sono le altre occasioni in cui siete stati scelti per le riprese di film, serie o programmi televisivi?
«Nel corso degli anni la distilleria è stata protagonista di alcuni noti programmi televisivi, tra cui Mela Verde, EAT Parade, Studio Aperto e Ulisse – il Piacere della scoperta, presentato da Alberto Angela. Indubbiamente l’esperienza più importante risale al 2017, quando siamo stati scelti come location principale della serie Rai ‘Di padre in figlia’, andata in onda in prima serata su Rai Due. Quattro puntate che hanno raccontato le vicissitudini professionali e personali di una famiglia di distillatori bassanesi, la Distilleria Franza & Figli. Il regista Riccardo Milani cercava una distilleria artigianale, che fosse coerente con il periodo storico della serie, ambientato dal 1958 agli anni ‘80. Gli attori Alessio Boni e Cristiana Capotondi hanno infatti distillato con le caldaiette dell’antenato fondatore della distilleria, il mio bisnonno Gio Batta Poli. Per un mese la distilleria è diventata un vero set cinematografico. Quando hanno cambiato l’insegna esterna ho ricevuto parecchie telefonate di amici che temevano avessimo ceduto l’attività, è stata un’esperienza interessante!»
L’immagine di una bottiglia di grappa utilizzata per le riprese di ‘High Spirits’
Sono emersi dei pezzi della vostra lunga storia di famiglia all’interno delle sceneggiature?
«Sono convinto che la distilleria abbia un’anima, tante sono le persone che qui hanno lavorato, sacrificato, costruito. Tutto questo in qualche modo viene percepito e rielaborato da coloro che vengono a trovarci. In “High Spirits” il “carattere Poli” si fa notare subito, dalla prima scena, ma non posso dire di più… È molto evidente anche l’ispirazione del nome scelto per la famiglia protagonista: “Preus 1898”.
Per la serie “Di padre in figlia” abbiamo avuto modo di confrontarci molto con le sceneggiatrici, tanto che il finale dell’ultima puntata trae ispirazione da un fatto vero: il viaggio che mio padre Toni Poli fece nel lontano 1951 in sella alla sua moto, una Guzzi Airone di colore rosso. Nell’ultima puntata Sofia, la figlia del capofamiglia, parte con una moto Guzzi rosso fiammante alla ricerca dei luoghi di origine della famiglia Franza, è lo stesso sentimento che spinse Toni Poli a conoscere il mondo e che mi è da stimolo tutti i giorni nel custodire un’attività di famiglia che ha più di cento anni. La serie tv si chiude con un brindisi, un aperitivo con un’etichetta molto simile al nostro Airone Rosso, un vero tributo alla memoria di mio padre Toni».
Cosa succede in concreto alla normale operatività della distilleria, quando arriva una produzione per le riprese? ci sono degli accorgimenti particolari a cui voi o le troupe dovete prestare attenzione?
«La nostra è una realtà produttiva, va da sé che le riprese incidono sulle normali attività. Per “Di padre in figlia” abbiamo distillato in notturna per diverse settimane, perché l’alambicco era diventato un set durante il giorno. Fortunatamente abbiamo ampi spazi e l’azienda ospita tutti i giorni visite guidate di turisti e appassionati, pertanto i nostri collaboratori e l’attività produttiva “convivono” già serenamente con questa seconda anima aziendale dedicata all’accoglienza”.
Il team Poli 1898 nei panni del team Preus 1898 per le riprese di ‘High Spirits’
Ci sono state scene in cui il vostro personale ha dovuto partecipare per tenere in azione gli alambicchi?
«Sì, anch’io ho tolto gli abiti da distillatore e indossato quelli da comparsa. Abbiamo distillato, subìto una retata della Guardia di Finanza, partecipato a feste lussuose e pianto, tutto davanti al nostro alambicco di famiglia. Nella finzione come nella realtà, tutto gira intorno a lui».
Quali sono le riprese che hanno richiesto più tempo e più impegno?
«In “High Spirts” c’è una scena molto impegnativa, girata all’interno della nostra barricaia, che ha richiesto una giornata intera per le riprese. Non posso svelare ovviamente nulla, diciamo che ci sono stati momenti “di fuoco” tra le barrique».
C’è qualche aneddoto significativo o divertente che ricorda relativamente alle ultime riprese o a quelle precedenti?
«Beh, durante le ultime riprese ho acconsentito a simulare la rottura di una botte e l’allagamento delle cantine di invecchiamento, abbiamo passato la notte ad asciugare il pavimento!
Durante le riprese di ‘Di padre in figlia’ invece, ci siamo spaventati a morte quando Cristiana Capotondi ha alzato con troppa forza il pesante coperchio della caldaietta, e questo è caduto violentemente rischiando di spaccarle in due la testa. A volte bisogna fare attenzione a non confondere la realtà con la finzione».
Cristiana Capotondi e Alessio Boni alle caldaiette in una delle scene di ‘Di padre in figlia’
La vostra è un’azienda che presta molta attenzione alle visite e allo “spiriturismo”. Che importanza hanno per voi queste collaborazioni a livello promozionale?
«Moltissimo, perché ci aiutano a veicolare con maggiore forza la nostra filosofia. Uno sceneggiato tv può contribuire a comunicare i valori di un’impresa famigliare, pur raccontando una storia di fantasia, nel momento in cui l’azienda stessa ha un valore percepito nel territorio e possiede gli strumenti per comunicare. In seguito alla messa in onda di “Di padre in figlia”, che ha generato un aumento di richieste di visite guidate, abbiamo assunto nuovo personale per fornire il servizio anche il sabato. È quindi un circolo virtuoso, con ricadute positive su tutto il territorio e sull’indotto di persone e attività connesse alla vita aziendale: collaboratori, turisti, albergatori e ristoratori».
Vi è mai capitato che dei visitatori siano arrivati da voi dopo aver visto la distilleria in tv?
«Sette milioni di persone hanno seguito le vicende della famiglia Franza in tv; nei due mesi successivi alla messa in onda della fiction Rai abbiamo constatato un aumento del 25% di visite guidate, quasi 4mila persone sono venute in pellegrinaggio per vedere dal vivo la “Distilleria Franza”. Ancora oggi ci chiedono di vedere la Guzzi Airone e alcuni sono convinti che la fiction sia la storia della nostra famiglia, quando gli spieghiamo che non è così ci rimangono un po’ male, ma li rincuoriamo con un assaggio dell’aperitivo di Toni, l’Airone Rosso. Ci auguriamo che possa accadere lo stesso con la fiction ‘High Spirits’, considerato che la Germania rappresenta per noi un mercato molto importante. La fiction uscirà a fine settembre, durante la campagna di distillazione, che è il momento migliore per visitare la distilleria, nel pieno della sua attività ed energia. A buon intenditor…»