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Dry January: dal New York Times i consigli per affrontarlo al meglio

Dalle pagine del New York Times una selezione dei migliori preparati senza alcol per affrontare il Dry January con gusto e divertimento

Gennaio è il mese dei buoni propositi. Fra questi il più disatteso, insieme all’abbonamento in palestra, è sicuramente quello di cambiare abitudini alimentari. Certo è difficile evitare di bere e mangiare smodatamente ma si può provare almeno per un mese. Per chi volesse dare una regolata all’apporto quotidiano di proteine animali basta compilare il form al sito ww.veganuary.com per riceve un ricettario con le ricette di preparazioni vegane da preparare durante tutto il mese di gennaio. Se diventare vegani, anche solo per un mese, non fa per voi allora potete cimentarvi nel Dry January.

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Lanciata a gennaio 2013 dall’Alcohol Change UK, il Dry January è una campagna internazionale ideata da Emily Robinson, socia dell’Associazione, per condividere la rinuncia all’alcol che lei stessa aveva sperimentato. Partito timidamente con soli 4 mila iscritti, il Dry January contava a dicembre 2024, oltre 9 milioni di persone intenzionate ad accettare la sfida. Dal sito dell’Associazione è possibile scaricare l’app Try Dry dove impostare obiettivi personalizzati, monitorare i benefici come l’aumento delle forze, il miglioramento della qualità del sonno e dell’umore.

Fra i consigli pratici su come affrontare, e uscire vincenti dalla sfida c’è anche l’acquisto di bevande no-alcol. In un articolo su Wirecutter, il magazine indipendente di consigli per gli acquisti del New York Times, il giornalista gastronomico Mace Dent Johnson, ha stilato un elenco dei migliori dealcolati, confrontandosi con esperti del settore per provare a capire cosa rende una bevanda 0 alcol un buon prodotto.

I consigli

Dalla lista di Johnson abbiamo estrapolato qualche proposta più “intrigante” che si può acquistare online.

Aperitvi fra erbe officinali e falsi Negroni

Fra gli aperitivi ci ha incuriosito il No. 2 di Curious Elixirs, un’azienda che realizza cocktail già imbottigliati, e analcolici. “Pensiamo – scrive Johnson – che sia il miglior prodotto di Curious Elixirs. Si tratta di un twist del Margarita all’ananas arricchito con le noti piccanti dello zenzero e infuso di damiana. Per sottolineare la sua somiglianza col Margarita serviremmo il No. 2 in un bicchiere bordato di sale e con una spruzzata di seltzer”.

Dry January: il Curious N°2 è un twist sul Margarita al gusto di Ananas

St. Agrestis è una distilleria ubicata a Brooklyn che realizza twist analcolici del Negroni. “Dal panel d’assaggio – dice Johnson – sono stati segnalati sentori di ciliegia con una palatabilità simile all’alcol. Alcuni, invece, hanno paragonato il sapore del Phony Negroni (Falso Negroni) a quello dello sciroppo per la tosse. Il nostro esperto di Negroni ha amato il Phony Negroni servito con ghiaccio una fetta di limone”. St. Agrestis ha creato anche il Phony Espresso Negroni e il Phony Mezcal Negroni.

Arancia amara, rosmarino, rabarbaro e una miscela di botaniche, distillati ed estratti caratterizzano Wilfred’s, il bitter analcolico nato a Wimbledon, Londra, che è un’ottima base di partenza per lo Spritz no alcol. “Dalla degustazione – sottolinea Johnson – sono emerse note di miele, di mirtillo rosso, di arancia rossa, di rosmarino e di cola e un sapore di punch alla frutta che evocava gli Otter Pops (ghiaccioli alla frutta molto diffusi negli Usa ndr). Il suggerimento è di miscelarlo con acqua gassata e limone per domare la dolcezza della bevanda e renderla più rinfrescante”.

L’alternativa no alcol al whisky

Per gli intenditori del piccante che vogliono l’esperienza del calore che si sprigiona nel corpo dopo aver bevuto del buon whisky il consiglio è l’Uncle Waithley’s Vincy Brew. Prodotta dalla Uncle Waithley’s Beverage Co. di Harlem, è una birra analcolica allo zenzero miscelata con Scotch Bonnet, un pepe popolare nelle culture caraibiche e africane.

Dry January: il Pathfinder è distillato in alambicchi di rame e ricorda i Whisky più morbidi

Il Pathfinder, invece, è un fermentato di canapa distillato in alambicco di rame a cui vengono aggiunti assenzio, radice di Angelica, zenzero, salvia, ginepro, zafferano, buccia d’arancia e corteccia d’abete di Douglas. Il risultato è una bevanda che richiama il whisky più morbido con sentori erbacei e balsamici ottimo per la mixology alcol free.

Melati Classic è uno spirit non alcolico corposo con un finale secco, adatto agli amanti del whisky. Le bacche di Goji, l’ibisco fresco e il cacao raw sono bilanciati dall’arancia amara e uniti a un mix di spezie asiatiche. Per completare l’esperienza della degustazione si possono accendere le candele fatte a mano dalle donne delle Isole Riau, in Indonesia, a cui va il 60% del ricavato delle vendite.

Dry January: Melati Classic è uno spirit analcolico amato dagli appassionati di Scotch

Dopo cena alcol free

Feragaia è un distillato scozzese di oltre 14 botaniche accuratamente selezionate tra cui troviamo la verbena, il ribes nero, ma anche l’alga Sugar Kelp. Il tutto arricchito con una miscela segreta di spezie, fra cui spicca il pepe rosa. Oltre che gustato in purezza, Faragaia, accompagnato da spirits senz’alcol, è la base perfetta per i twist dei cocktail più bevuti.

Dry January: miscelando il Pentire si possono avere degli ottimi cocktail digestivi

Un altro prodotto del Regno Unito è Pentire, un distillato di erbe costiere della Cornovaglia. In particolare l’etichetta Seaward è ottima come dopo pranzo, grazie alle proprietà digestive delle sue botaniche. Pompelmo rosa, rosmarino di mare, woodruff, biancospino, alghe, olmaria e succo d’arancia gli regalano note agrumate e piccanti che si stemperano nei toni verdi rinfrescanti della miscela segreta di piante Pentire e si chiudono con i sentori delle bacche di olivello spinoso e delle alghe selvatiche.

E se proprio non ce la fate…

Per chi proprio non riesce a smettere completamente di bere alcol c’è la versione soft del Dry January, il Damp January. Il “gennaio umido” è la proposta alternativa per tutti coloro i quali vogliono godere dei vantaggi di una pausa di un mese dall’alcol ma non si sentono pronti ad affrontare un impegno così oneroso. Con loro gli esperti sono indulgenti e spiegano che sforzarsi a ridurre seriamente il consumo di bevande alcoliche può comunque apportare benefici alla salute.

I siciliani si dividono fra siciliani di terra e siciliani di mare. Quelli di terra rimangono nell’Isola, quelli di mare viaggiano in giro per il mondo ma tornano sempre a casa. Io sono una siciliana di mare e le passioni conducono la mia vita. Ho fatto dell’amore per la scrittura la mia professione e per questo sono diventata giornalista. Racconto storie di vita, di territori, di viaggi e cibi attraverso la lente delle mie esperienze e del mio sentire. Esploro il territorio insieme alle persone che mi raccontano le loro emozioni e il loro saper fare, un sapere millenario frutto dell’unione di tradizioni e di tecnologie moderne.

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