Sedici etichette tra distillati, liquori e vermouth da sfoggiare a tavola. Perché la bottigliera perfetta è il più scintillante degli addobbi
Che sia un distillato o un liquore, un amaro o una grappa, il bere oltre i 17° è argomento di discussione sempre, ma durante le feste, vuoi per il tempo che si trascorre intorno alla tavola dal pranzo alla cena, vuoi perché erroneamente il distillato si considera un digestivo – e durante le feste di Natale, si ha tanto bisogno di corroboranti digestivi veri o per semplice consolidata consuetudine -.
Avere una buona selezione, anzi una bottigliera salomonica che possa accontentare tutti i commensali non è per niente cosa facile. Durante le feste c’è – sempre… – lo zio che produce ottimo vino fatto in casa e temibili quanto indimenticabili acqueviti di contrabbando, che regolarmente tira fuori dalla sporta benzina al 4%. Poi c’è l’amico che la sà lunga perché ha fatto il corso da sommelier nel lontano 1934, e ogni calice lo analizza come lo scienziato pazzo di “Avanti Un’Altro”.
E poi c’è il “gintonichista” secondo per pedanteria solo all’alfista e al lancista. Lui vive di Gin&Tonic, e quando gli chiedi qual’è il suo gin preferito, la risposta è sempre la medesima: “quello sardo…Mare“. Inutile fargli notare che il suo gin preferito si chiama Gin Mare e non è prodotto in Sardegna. Anzi, nemmeno in Italia, ma in Spagna. Poi ci sono i Vaja – cit. Panariello – che bevono solo etichette anni 70, dal Vov al Caffè Sport Borghetti, ma solo quando non sono a casa vostra. Dalla vostra bottigliera vogliono il meglio, come minimo. E infine, ci sono quelli che sanno che a casa vostra si beve bene. E questi non si possono deludere, perché siamo in quel periodo dell’anno in cui dobbiamo essere tutti più buoni.
Come si costruisce la bottigliera
Quindi come si costruisce una bottigliera versatile, sorprendente, completa e senza necessariamente impegnare la tredicesima dei prossimi tre anni? Il primo suggerimento è quello di acquistare Spirito Autoctono La Guida in libreria oppure QUI, all’interno si possono trovare tutti i suggerimenti utili, dalle etichette alla storia, passando per le temperature di servizio e gli abbinamenti più indicati per ogni prodotto.
In alternativa, se si vuole rendere una bottigliera davvero adatta a ogni occasione e accontentare anche lo zio più fastidioso di tutta la famiglia, basta avere l’accortezza di non lasciare nulla al caso. Nella proposta devono essere presenti almeno un Rum, una grappa, un amaro, un gin. Almeno due vermouth, un paio di liquori, un whisky e un whiskey. E almeno un rum agricole per la merenda a base di formaggi e sigari.
Quelli che seguono sono alcuni consigli interessanti, con tanto di suggerimento per gli abbinamenti e fascia oraria. Ovvero, in quale momento della giornata è meglio servire un prodotto piuttosto che l’altro e perché. Vi basterà seguirli, non solo farete una bella figura, ma potrete godervi i pranzi e le cene più belle dell’anno senza ansie e con tanta gioia. L’importante, dopo, è non guidare.
La Bottigliera delle feste. Aperitivo
Vermouth di Torino Superiore Bianco \ Canone Occidentale
Andare oltre i confini. Quelli dell’estetica canonica dei Vermouth, quelli del disciplinare, perché lì dove le regole concedono fino al 50% di vino da uve non locali, questa linea pretende che si lavori solo su vino 100% piemontese. In questo caso si tratta di Piemonte DOC Cortese. Una scelta interessante per un vermouth leggero e delicato, elegante, da avere assolutamente in bottigliera. La ricetta prevede ben tre diversi tipi di artemisia (essenziale nel vermouth torinese): Absintium, Pontica e Vallesiaca. A questi si aggiunge un mix speciale di menta piperita locale e lavanda francese. Sono la firma discreta e affascinante del finale di questo prodotto. Perfetto anche freddo, con un cubetto di ghiaccio, mentre a tavola viene servita la frutta.
Tuscan Dry Vermouth Bianco \ Winestillery
Distilleria e vino. Vigna e distillati. La filosofia dell’azienda di Greve in Chianti è chiara, semplice, facile da comprendere e da gustare. Nessuna tipologia di aggiunta di zuccheri raffinati o caramello, alcol da vino, forte impronta territoriale e un disciplinare che Enrico Chioccioli, fondatore dell’azienda, si è autoimposto. Una strada che li ha portati naturalmente ad aderire alla Carta del Vermouth Toscano, che ha proprio il vino come cuore territoriale del progetto. In questo caso il vino è il Trebbiano da uve raccolte a piena maturazione e da vendemmia tardiva, in cui vengono poi infuse botaniche tradizionali toscane, con il risultato di un naso solleticato da fiori bianchi ed erbe officinali, come una passeggiata in un campo di fiori. Elegante e deciso, è uno dei pochi vermouth italiani adatti a un Martini Cocktail, magari da abbinare a tartine con paté di olive nere. Toscane ovviamente.
London Dry Gin Disonesto \ Panegos & Co.
A Natale siamo disposti ad abdicare a una delle nostre passioni: il gin gastronomico. Lasciamo da parte questo distillato dal pairing affascinante ma complesso e scegliamo l’etichetta per il gin tonic perfetto. Fresco, non invadente, traversale negli abbinamenti. Complesso ma elegante al contempo, con note di ginepro chiaramente riconoscibili, ma bilanciate da alcune botaniche tra cui liquirizia, limone e coriandolo. Fresco e beverino è perfetto per il Gin&Tonic di Natale, sia durante l’aperitivo che a metà tra la frittura del 24 sera e l’abbacchio del pranzo del 25. Da scegliere per aiutare a gestire – con eleganza – quell’apostrofo che sta a metà tra digestione e “mamma aiuto”.
Me Pink Pepper Gin \ MZero Lab
Se è vero che nel piccolo mondo dei gin aromatici l’errore è costantemente dietro l’angolo, è evidente che quest’azienda non ha angoli pericolosi. Ed è per questo che anche nell’ottica di un cocktail pre-cena a Natale, il pepe rosa saggiamente dosato di quest’etichetta è la scelta giusta. Unico, intenso, da inserire nel novero dei pochi distillati gastronomici a 360° attualmente sul mercato in Italia. Avvolgente e lievemente piccante, profondo nella connessione con il palato. Ottimo nel Gin&Tonic, è perfetto da bere in purezza. Per l’amico intenditore, i mignon di pasticceria con crema e lamponi, o con quella tartelette al formaggio di capra francese che hanno servito con l’aperitivo.
Foglie di Fico Liquore \ Opificio Numquam
Nato da un’antica tradizione toscana, l’infusione di foglie di fico regala un prodotto genuino a 360°. Decisamente originale per il vostro aperitivo, si sposa bene anche per una sostituzione alcolica del tè delle 5. Mai troppo dolce, è invece supportato da decise venature vegetali, in cui la frutta fa capolino leggermente. Vellutato e morbido al palato, il fico, in predominanza secco, arriva nel retrogusto regalando una buona persistenza. È decisamente un passe-partout per la bottigliera perfetta, capace di conquistare si chi ama il dolce che gli appassionati di amari e liquori più erbacei e meno abboccati.
Ron Extra Anejo 11 anni \ Santiago de Cuba
Un Ron che potrebbe arredare anche la casa, non solo la bottigliera, data la collaborazione con la designer Nephthys Illustrated per la creazione di una serie di stampe ad hoc per le feste natalizie. Al calice è perfetto per chi ama i grandi distillati ma non si vuole lanciare in qualcosa di eccessivamente complesso. La bevuta è interessante ma agile – ed è un pregio – nonostante gli 11 anni di invecchiamento. Dolce e gentile, è caratterizzato da delicati aromi di vaniglia, cocco e note di mandorla tostata. Perfetto per un twist sul Daiquiri mentre in tavola sfilano gli appetizers.
La bottigliera delle feste. Dopocena
Animo Whisky \ Mazzetti d’Altavilla
Successe che un bel giorno uno dei distillatori più conosciuti d’Italia decise di intraprendere la via del Whisky. E successe che ci riuscì anche piuttosto bene. Con i suoi 48 gradi alcol Animo è perfetto per il dopo cena – o per il tutto pasto…-, e in realtà si presta molto bene alla miscelazione base Whisky. Adatto a chi non ama eccessivi sentori torbati, anche la tostatura del legno qui risulta leggera, elegante, non troppo invasiva. Un pregio. La chiusura tannica e le note d’orzo a rinfrescare il palato rendono questo distillato capace di rubare le papille gustative di molti appassionati. Al momento tra le migliori novità del whisky all’italiana, segnalato anche da Spirito Autoctono Magazine #7 (leggi qui)
Mediterraneo Vermouth di Marsala \ Insulae
Per Natale la banalità è bandita. E se si cerca un prodotto profondamente appassionato e territoriale, Il Seel Sheet Mediterraneo è decisamente la scelta giusta. L’intreccio coinvolgente tra il Marsala e le lavorazioni tipiche del Vermouth, per la bottigliera più cool di sempre. Il Marsala utilizzato è invecchiato almeno 12 mesi in botti di rovere e poi lavorato con un mix di botaniche in parte locali, come l’arancia e la genziana, in parte ereditate dalla tradizione piemontese del vermouth, come l’artemisia. Il risultato è morbido, un po’ piacione ma non troppo, adatto alla miscelazione ma anche e soprattutto a una bevuta liscia. Burroso al naso e con un tocco di vaniglia sul chiudere, per il pairing prediligere dolci non troppo zuccherini, con un’acidità più intensa che possa contrastare la naturale dolcezza del Marsala.
Amrut Spectrum 004 2021 Whisky \ Amrut
Chi si aspetta il classico – per quanto ottimo – Scotch dalle sobrie note torbate resterà deluso. Questa è la bottiglia giusta da esibire se volete fare colpa su un nerd del Whisky. Prodotto in India, è il figlio di una maturazione che avviene in due fasi: prima in botti ex-bourbon, e poi in botti create appositamente con 4 tipi diversi di doghe (rovere americano vergine carbonizzato a livello 3, rovere francese vergine lievemente tostato, ex-Oloroso ed ex-PX Sherry). Uno scrigno decisamente prezioso che fa capolino con delle note acide, di frutti di bosco, decisamente di gran carattere, per poi evolvere in cuore profondo quasi quanto l’inchiostro. Sarebbe perfetto da sorseggiare con una fetta di Foresta Nera, ma anche un quadrato di fondente 85% e un sigaro andranno benissimo.
Reserve Master’s Collection Bourbon Whiskey \ Woodford
La prova del 9 per sconfessare chi osa dire che il Bourbon non può essere elegante. Ogni anno, dal Kentucky, Chris Morris ed Elizabeth McCall lavorano al blend dei loro sogni, mettendo in commercio la Master’s Collection. Quella del 2021 attualmente in commercio è un trionfo di dolcezza mai stucchevole all’olfatto, mentre al palato la frutta un po’ macerata, il pepe e un pizzico di tostatura lo rendono un prodotto capace di competere con molti distillati europei. Se volete stupire i vostri commensali, una verticale di Parmigiano Reggiano in varie stagionature vi renderà la star di queste festività.
Milone Nero Amaro \ Liquorificio Lacinio
Destinato agli amanti del gusto intenso, è un passe partout per il dopo cena. La china, vera protagonista della ricetta, lo rende intenso e corroborante, assenzio e rabarbaro gli fanno da spalla. L’arancia invece, con il suo tocco di gentilezza, lo rende trasversale nei gusti e negli abbinamenti. Persistenza e lunghezza al sorso ne sono una delle caratteristiche principali, insieme al retrogusto amaro e affascinante come un film noir. La liquirizia è una firma territoriale decisa, ma è anche la chiave per cambiare il gioco e rendere un buon amaro, un prodotto ottimo. Da bere ben freddo, mentre gli amici aprono la tombola e si sceglie la cartella fortunata.
Amaro Camatti \ Sangallo Distilleria Cinque Terre
La storia della Liguria e delle sue coste spigolose in un amaro che non invecchia dal 1929. Non abbiamo bisogno di conoscere la ricetta segrete per dire che il valzer di mandorlo, genziana e arancio amaro lo rendono perfetto con qualsiasi dolce. Che sia il panettone o gli struffoli napoletani. Mediterraneo, affascinante, mai troppo dolce. Indubbiamente un piccolo capolavoro di equilibrio tecnico, rinfrescato da un tocco di menta piperita e da qualche altro ingrediente che non è dato conoscere. La degustazione liscia con un cubetto di ghiaccio è la sua cifra perfetta, ma funziona anche raffreddato in freezer e servito ghiacciato.
La bottigliera delle feste. Dopocena
Pecora Nera Liquore di Liquirizia \ Distillerie Rau
Liquore di liquirizia. Facile a dirsi, si direbbe, eppure questo è sicuramente l’anno di questa radice simbolo delle coste italiane del sud. Per le feste di Natale è un all in. Amabile ma non dolce, non andrà a impastare palati già provati da cene pantagrueliche. Rendendosi al tempo stesso fortemente d’aiuto alla digestione. La bottiglia, dulcis in fundo, è anche un oggetto da regalo discretamente delizioso. Al bicchiere – come in bottigliera – è nato per stupire, e non accetta di essere dimenticato. L’infusione in alcol puro contribuisce a mantenere intatti aromi e sapori della botanica principale, ma è il bilanciamento perfetto con lo zucchero a rendere l’esperienza assoluta e divertente. Perfetto per il carrello dei formaggi a fine pasto.
Clairin Sajous 9 Récolte 2021 Rhum Agricole \ Clairin
Rum bianco, per veri intenditori. Questo però non deve trattenere dall’offrirlo ai propri ospiti, perché è un omaggio di grandissima qualità che renderà felici anche i palati meno avvezzi. Prodotto nella piccolissima distilleria Michel Sajous, nasce da puro succo di canna della varietà Cristalline. Un piccolo gioiello complesso e splendente. Distillato complesso nell’anima come nella produzione, fatta di fermentazioni spontanee come è di tradizione al nord di Haiti. Al naso è delicato, raffinato, quasi superbo, se non fosse che il rum haitiano è tutto fuorché snob. È perfetto con i dolci al miele e le paste frolle più delicate del carnet del pasticcere. Può mancare in bottigliera?
Grappa Del Mè \ Bruno Pilzer
Nell’epoca delle grappe scure a prescindere, anche quando in realtà non si sa cosa si sta ordinando, la grappa Trentina è orgogliosamente contraria. Di questa tradizione lunghissima, la “Del mè” firmata Bruno Pilzer è una gemma. E un racconto, perché nasce dall’usanza della Val di Cembra di accogliere in casa gli amici offrendo il meglio della propria cantina. Al naso è molto varia e armonica, il gusto è altrettanto ricco di note aromatiche, morbido e persistente. Ottenuta dalla combinazione di otto Grappe monovitigno, distillate separatamente e poi unite in un blend unico, è il distillato perfetto per le notti di Natale, ma anche per la bottigliera si servizio tutto l’anno. Magari con della frutta secca e le carte del Mercante in fiera.
Grappa Barolo Ometti \ Distilleria Montanaro
Cosa succede se un vino elegante, uno dei più eleganti, diventa un distillato? Succede che mettiamo a segno il colpo migliore delle Feste e troviamo la risposta perfetta al cugino che dopo cena ci chiede “una grappa, ma che sia buona”. Ottenuta dalle migliori vinacce di Nebbiolo da Barolo, invecchia in fusti di rovere di Slavonia per svariati anni, diventando gentile come la danza di un’étoile. Frutta passita e secca, le stesse che sono sul vassoio al centro del tavolo, padroneggiano il naso di una bevuta non agilissima, ma mai pesante. Speziata, divertente, briosa come un buona chiacchierata con un amico particolarmente arguto. Ignorate il pairing, sta benissimo da sola. Anzi, potremmo dire che gode della sola compagnia del bicchiere.