Classico, tradizionale oppure frutto della creatività di grandi chef, ad ogni lievitato va il suo distillato
Non c’è Natale senza panettone, impossibile davvero immaginare il periodo delle feste senza un goloso scartare, affettare, assaggiare lievitati. Di cosa lo facciamo scegliere a voi girovagando fra le nostre proposte.
“Lievitati e distillati” è oramai un appuntamento imperdibile per i gaudenti lettori di queste pagine. Come funziona? Dopo meticolose chiacchiere, sorseggiando spiriti, autoctoni spesso, alloctoni altre e assaggiando alcune fra le migliori produzioni dell’anno, decidiamo in totale autonomia e senza infilarci negli anfratti perigliosi delle inutilissime classifiche, di proporvi una selezione.
Alcuni big li troverete sempre, spesso cambia il lievitato. Vuoi non fare giocare Maradona, Pelè e George Best avendoli disponibili e in forma? Altri nuovi li scoprirete boccone dopo boccone.
La regola d’ingaggio è sempre la stessa e declinata poi alla maniera che il maestro lievitista ritiene: nessun compromesso sulla qualità. Inoltre, ad ogni lievitato va il suo distillato, come da tradizione e da rima baciata. Prima di svelare la nostra gustosa selezione va ribadito ulteriormente un concetto anche a costo di risultare pedanti, se così fosse poco ci importa.
Nessuna classifica, solo buoni lievitati
Questa non è una classifica. Su questo ci piace essere netti e inequivocabili, se permettete con una punta d’orgoglio. Pensiamo che i professionisti dell’informazione dovrebbero stare alla larga da certi strumenti che stimolano la gazzarra tanto amata sui social e creano solo dissapore. Noi ce ne tiriamo volentieri fuori. Non siamo pasticceri, né tantomeno lievitisti.
Nessuno si può arrogare il diritto di enunciare, secondo criteri diversi da quelli di un professionista di settore, cosa sia oggettivamente migliore rispetto ad altro. Non siamo food blogger o content creator, siamo giornalisti e facciamo informazione. Il nostro dovere è quindi quello di informarvi sul buono che c’è, non di creare sanguinose arene, specie a Natale dove dovremmo essere tutti più buoni, come recita posticcia e trita insegna.
Abbiamo diviso in due uscite la nostra fatica lievitata, sette lievitati e altrettanti distillati per ogni sessione. Quindi indossate le vostre pantofole più comode, la vostra giacca da camera modello crooner consumato e fate partire il solito medley. Buona degustazione!
Bubbo Brunella Bakery
La collaborazione dello chef calabrese Salvatore Iuliano, del bistellato St.George by Heinz Beck di Taormina, con il team di Bubbo Brunella Bakery svela, in questo sodale, tutta la trama di un riscatto orgoglioso della provincia del profondo sud. Il panettone che nasce è la naturale conseguenza dell’incontro fra eccellenze e prodotti eccellenti. Protagonisti della ricetta sono le mandorle salate, caramellate con cura, le olive e le arance delle colline calabresi, candite e armoniosamente accostate a un cioccolato fondente. La combinazione è sorprendente: la lieve amarezza delle olive si fonde con la sapidità delle mandorle, il profumo intenso delle arance e la profondità avvolgente del cioccolato, creando un equilibrio che esalta l’anima della tradizione calabrese.
Amaro MZero
Mzero, l’amaro nato a Diamante dall’ingegno di Raffaele Cammarella, è una vera celebrazione del Mediterraneo. Primo al mondo ad abbinare cedro calabrese e acqua di mare, racchiude il profumo della Riviera dei Cedri, dove la tradizione incontra l’innovazione. Al naso, esprime intensità con note di arancia cotta, radici e un tocco balsamico di menta. Il gusto è un viaggio tra agrumi, spezie, cannella e una sottile dolcezza, mentre il finale si distingue per la sua elegante amarezza. Perfetto con questo lievitato.
Spaziale di Valter Tagliazucchi
Sì, il nome è quello vero. Il panettone “spaziale” è il lievitato più rappresentativo del Giamberlano, targa storica della famiglia Tagliazucchi ed emblema dello stesso Valter, un lievitista puro e coraggioso fatto di anima e lievito madre, come lui stesso ama dire. Da Pavullo nel Frignano nel modenese, un lievitato davvero emozionale, che racconta una storia di famiglia e di un passaggio generazionale dolce, come quello fra Valter e la talentuosa Stella. Soffice e burroso accoglie in un abbraccio duraturo arancia con la scorza, albicocca di Romagna e uva grande e gustosa. Il panettone spaziale è un’esperienza stupenda da regalarvi per Natale, perché Natale è famiglia come quella del Giamberlano.
Crude Grappa di Albana Invecchiata
La Grappa Crude Albana è un tributo all’arte distillatoria italiana, frutto delle uve Albana, simbolo dell’Emilia-Romagna. Dopo un lungo invecchiamento in botti di rovere, si rivela al naso con note di frutta secca, spezie dolci, vaniglia e legno tostato. Al palato, è vellutata e armoniosa, con un perfetto equilibrio tra sapori fruttati e speziati. La sua persistenza elegante invita a un altro sorso. Ideale da sola, a fine pasto, o in abbinamento a dessert ricchi e lievitati “spaziali”, è l’esperienza perfetta per chi cerca autenticità territoriale e raffinatezza.
Gran de mej di Anna Sartori
Anna Sartori è l’accademica dei lievitati. Ad Erba porta avanti con gioia e competenza una tradizione di famiglia che ha saputo rinnovare e sviluppare con concetti filosofici, come “Il metodo FEIS”, acronimo di Fisicità, Emotività, Intellettualità e Spiritualità. Ogni lievitato è incanalato in una di queste categorie, sta a noi conoscerci attraverso i prodotti.
Quello che abbiamo scelto è il “Gran de mej” con farina di mais e di miglio che profumano l’impasto di natura e tradizione, e fiori di sambuco per rifarsi allo storico prodotto PAT del Pan Meino tipico lombardo, il tutto ammorbidito con mele candite. L’idea è legarsi ai prodotti della tradizione contadina come granturco, miglio, sambuco e mele. Se è vero che il piacere va conquistato, da Anna Sartori possiamo solo imparare, non per altro è fra i fondatori del Consorzio per la Tutela del Lievito Madre da Rinfresco.
Liquore ai Fiori di Sambuco Antico Laboratorio San Giuseppe
Il Liquore ai Fiori di Sambuco è un omaggio alla natura più autentica, nato dall’infusione idroalcolica di una generosa quantità di fiori di sambuco selvatico. Puro nella sua essenza, privo di conservanti, coloranti o aromi artificiali, racchiude in sé la freschezza incontaminata della primavera. I fiori, raccolti rigorosamente a mano una sola volta all’anno, provengono dalle siepi campestri e dalle rive del Brenta, nelle vicinanze della storica Villa Angaran San Giuseppe, dove prende vita questa creazione. È un sorso che racconta il territorio, la cura artigianale e il profumo di un tempo scandito dalla lentezza della natura.
Panciucco di Stefano Lorenzoni
Quando la provincia chiama Stefano Lorenzoni risponde presente. Nel suo caso non è solo un chiamo, ma una vera e propria scuola. Da Monte San Savino, in provincia di Arezzo le sue dolci creazioni spiccano il volo inserendolo fra i grandi lievitisti di questo paese. Ampia e vasta la produzione, dal tradizionale (uno dei migliori in circolazione) al panettone “Gold” nella categoria cioccolato. Noi abbiamo assaggiato il suo romantico lievitato a Km0, il Panciucco di Baldovino e quando in Toscana si dice “ciucco” significa solo una cosa. Una favolosa bagna al vin santo super locale impreziosisce questo lievitato talmente domestico che Lorenzoni chiama “di casa”. Completano l’opera succulente uvette, arancia candita artigianalmente e una bella vaniglia tonica dal primo all’ultimo morso.
Savinus Toscana Vinsanto D.O.C. 2001 “San Luciano”
Per la San Luciano, Savinus è molto più di un Vin Santo: è un tributo a Monte San Savino, terra che amano e custodiscono con dedizione. Le uve, lasciate appassire fino a febbraio, svelano aromi avvolgenti di miele, fichi secchi e mandorle tostate. Dopo anni di riposo, nasce un vino dal colore ambrato e dal sapore complesso, dove dolcezza e freschezza si incontrano in perfetto equilibrio. Savinus racconta la Toscana più autentica con la sua intensità e il suo fascino senza tempo, perfetto per accompagnare formaggi erborinati e dolci della tradizione.
Albicocca e cioccolato di Vincenzo Tiri
Venghino siori venghino! Ammirate tutti i gioielli di Acerenza, non abbiate timore, l’imbarazzo della scelta è servito! Per Vincenzo Tiri le regole non esistono, esistono solo le eccezioni, come cantava Jovanotti. Ad Acerenza, in Basilicata, continua a scrivere pagine bellissime nel racconto dei lievitati italiani. Del suo tradizionale molto si è detto e molto si dirà ancora, inossidabile, granitico, assoluto. Se volete spingervi oltre e sprofondare nella golosità più edace il gusto albicocca e cioccolato fa al caso vostro. Dopo il sold out di Pasqua con la colomba, Vincenzo Tiri ha deciso di portarlo anche a Natale. Clamoroso, poco altro da aggiungere.
Aquavitae di Albicocca “Pellecchiella” del Vesuvio Casale Pietropaolo
Un distillato che è pura poesia: l’acquavite di albicocca del Vesuvio, ottenuta esclusivamente dalla pregiata varietà “Pellecchiella” (la stessa che Tiri utilizza nel panettone, ndr), coltivata sulle pendici del Monte Somma nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio. Le albicocche mature fermentano lentamente, prima di essere distillate con cura a bagnomaria, dando vita a un nettare che sprigiona tutto il carattere del frutto. Al naso, l’aroma intenso dell’albicocca si intreccia a delicate note mandorlate, mentre al palato incanta con una morbidezza vellutata e un gusto avvolgente, persistente e privo di spigoli. Un’esperienza di pura eleganza che celebra la generosità della terra vesuviana.
Re Moro di Ciccio Sultano
Nome evocativo quello scelto dal mago di Ibla, per rappresentare un mondo più che un lievitato. Il moro è una cavalcata nelle radici storiche dell’isola, di cui Sultano è sempre valido narratore. Estremamente goloso, buono per verità e per ingredientistica, epicureo per definizione. Re moro è sicuramente il panettone che non ti aspetti, diverso da qualsiasi cosa in commercio. Glassato e ricoperto con fette di limone e arancia candite e biscotto al cioccolato, lo riconosci subito. Il cioccolato è utilizzato è il “Noalya” di Alessio Tessieri, la produzione sartoriale, non oltre i 400 pezzi, è affidata al suo braccio destro storico Marco Corallo. Per gustarlo al meglio non mettetelo sul termosifone, rischiate di fare un disastro col cioccolato. “Basta abbracciarlo in due” – ci suggerisce Sultano.
Marsala Vergine Riserva Florio 2011
Il Marsala Vergine Riserva 2011 incanta subito con il suo colore d’oro antico, preludio di un bouquet avvolgente dove miele, mandorle, burro e scorza d’arancia candita si intrecciano con eleganza. Al palato, si rivela caldo e setoso, con uva matura e miele che regalano un’intensità gustativa persistente. Prodotto da uve Grillo surmature, fermentate in cemento e affinate per 18 anni in piccoli tini di rovere vicino al mare, questo vino esprime una profondità unica, arricchita dal respiro delle onde.
Panettone Milano Da Vittorio
La grande famiglia della ristorazione italiana maestra in tutto, dalla tavola, all’hotellerie, all’accoglienza, capace di rendere imperituri e iconici alcuni piatti che rappresentano l’Italia nel mondo. Insomma, un vero e proprio modello di Made in Italy che andrebbe studiato nelle scuole. Sui lievitati anche i grandi chef sbagliano, loro no. Che la famiglia Cerea sforni fra i panettoni migliori d’Italia non lo scopriamo di certo noi. A noi piace parlarne però, spesso e volentieri, visto che tirare fuori il coniglio dal cilindro pare essere la loro specialità. Il panettone più classico che diventa, appunto, la novità dell’anno. Fra l’ampia selezione che troverete sul loro shop, svetta questa versione senza la tradizionale ghiaccia “on top”. Il panetùn milanese sic et simpliciter. Stupefacente nella sua burrosa bontà esplode in una piacevolissima canditura agrumata. Chapeau!
Biava Moscato di Scanzo
Il Moscato di Scanzo rappresenta il gioiello della cantina Biava, un passito rosso ottenuto da uve autoctone coltivate sulle colline di Scanzorosciate. La vinificazione e l’affinamento avvengono in acciaio, con una lunga macerazione che ne esalta le peculiarità. Questo vino regala un bouquet complesso e affascinante, con note di ciliegia, spezie orientali, legni pregiati e frutta essiccata, accompagnate da sfumature che si svelano lentamente. Al gusto è dolce, elegante e avvolgente, arricchito da una piacevole vena sapida.