L'opera di André Saraiva per Glenfiddich

Da Campari a Absolut, l’arte di promuoversi con l’arte

Spirits e arte contemporanea. Dal futurismo di Depero alla PopArt di Warhol passando per la visione di Saraiva per la distilleria Glenfiddich

Arte e spirits, un connubio ormai consolidato da tempo, un operazione che fonda le basi del marketing spicciolo e concreto alla forma più moderna del mecenatismo rinascimentale. Absolut e Glenfiddich non sono certamente le prime aziende del settore a unire il loro nome al mondo dell’arte e della cultura. Dalle grandi distillerie scozzesi che già nel 1700 sostenevano giovani artisti locali con piccoli finanziamenti, in cambio di carboncini da trasformare in etichette, passando per la lunga collaborazione tra Davide Campari e Fortunato Deperone abbiamo scritto qui – che si trasformò in una delle più grandiose affinità tra imprenditoria e arte, la storia ne è testimone.

E dagli anni ’20 del Futurismo, si arriva ai mitici anni 80, gli anni della vera discomusic, del Presidente Regan. Gli anni dell’arte e della cultura Pop. E proprio a metà mandato del 40° Presidente degli Stati Uniti, nel 1985, Andy Warhol creò un’opera ispirata alla sua particolare adorazione per la bottiglia della popolarissima vodka svedese Absolut.

L’artista americano, padre della Pop Art, non solo si ispirò alla bottiglia, ma creò un legame duraturo tra l’arte e il marchio Absolut. La sua opera originale, dedicata a Absolut Vodka, è stata il primo passo di una lunga serie di collaborazioni. Dopo di lui, altri artisti si unirono a questa visione creativa: da Keith Haring a Damien Hirst, da Annie Liebovitz a Spike Jonze, molti hanno contribuito a dare vita alla collezione di opere d’arte ispirate al distillato svedese.

Arte e distillati in Italia

Con un salto temporale di quattro decenni tra ispirazioni, colori, gallerie e vernissage newyorchesi, si tona in Italia con “Saw This Made This”. La campagna dello storico brand di gin Bombay Sapphire dedicata al potere dell’ispirazione e della creatività fu lanciata nel 2022. L’iniziativa nacque per sensibilizzare e promuovere la libera espressione della creatività individuale. Tutto al grido di «The world is a gallery: what do you see?», la provocazione lanciata dal regista Baz Luhrmann, ideatore della campagna. Un invito a liberare la propria espressione creativa e a guardare il mondo che ci circonda con occhi nuovi. In Italia, il progetto vide il lancio di un’etichetta “artist edition”, realizzata in collaborazione con il direttore creativo e influencer Paolo Stella.

Bombay Sapphire murales Rosk
Il murales firmato Giulio Rosk per Bombay Sapphire

Appena un’anno dopo, sempre Bombay Sapphire e sempre Milano a fare da scenario e tela. Nacque l’iniziativa Murales e l’iconica bottiglia blu di Bombay Sapphire arrivò a colorare alcuni palazzi dislocati in zone strategiche della città. A firmare le opere, quattro virtuosi street artist italianiGiulio Rosk, EricsOne, il collettivo OrticaNoodles e Nicholas Perra – chiamati a raccontare il mondo creativo che si cela dietro al cocktail Bombay&Tonic. Il percorso creativo ha visto ciascuno degli artisti interessati prendere spunto dal profilo del cocktail, reinterpretando con il proprio tocco stilistico l’iconica bottiglia blu.

Ispirazione e creatività artigiana come forma d’arte, un pò come in un ritorno delle Arts and Crafts, la collaborazione annunciata nelle scorse settimane tra Hennessy, rinomata maison a livello mondiale nel settore del cognac, e l’artista contemporaneo Jean-Michel Othoniel. Famoso per le sue sculture monumentali e le opere in vetro soffiato a mano. Othoniel porta la sua visione artistica in due nuove creazioni: l’Hennessy X.O Masterpiece e l’Hennessy X.O Limited Edition. – Ne abbiamo scritto qui

Il ritorno di Warhol (in blu) con Absolut

E se è vero che i ritorni del tempo non finiscono, questa lunga storia continua ancora oggi. È stato scritto infatti un nuovo capitolo del rapporto tra Andy Warhol e Absolute Vodka. Non una semplice trovata pubblicitaria, ma il passato che torna sublime. La presenza di una seconda versione autografa di Absolut Warhol, il quadro del 1985, sembrava una leggenda del mondo dell’arte, eppure si è rivelata realtà. Il quadro è stato esposto al pubblico per la prima volta il 17 ottobre 2024 nello Spiritmuseum di Stoccolma all’interno della Absolut Art Collection, per la mostra Andy Warhol, Money on the Wall. Ma l’evento non poteva fermarsi qui e l’omaggio si è trasferito sul vetro grazie alla collaborazione con la fondazione dedicata all’artista dello Studio 54.

La bottiglia blu che lo aveva ispirato è stata serigrafata e le pennellate vitali di Warhol hanno ripreso vita. Con tutte le sfumature del blu che lui amava. Il vetro amplifica, distorce e modifica infinite volte l’effetto del colore, anche quando è nel bicchiere. Il tutto per un’edizione limitata dedicata alla mostra e al ritrovamento del quadro. Per omaggiare l’amore per il colore di Warhol il brand svedese ha lanciato un cocktail, l’ABSOLUT Warhol’s Milk Punch. Vodka, burro di cacao, liquore alla banana, succo di limone piccante e latte infuso con cornflakes per celebrare l’uomo, l’artista e le sue intuizioni. In una piccola memoria concreta del potere dell’arte.

Il mecenatismo con Absolut e Glenfiddich

Non è storia recente, così come per Absolut e Warhol, che le grandi distillerie di Scotch abbiano un rapporto intimo con l’arte. È così per la Glenfiddich, che da sempre sostiene arte e cultura e lascia incontrare l’eccellenza nel bicchiere e quella su tela – e non solo -. L’ultima delle celebri collaborazioni in tal senso è quella con André Saraiva, noto esponente della scena del graffitismo. L’occasione? Il lancio di “Grand Château”, la più recente edizione limitata della Grand Series. Per l’occasione l’artista svedese ha reinterpretato il mondo di quest’etichetta iconica, lasciandosi ispirare dalla tradizione e dalle terre del Whisky. Il risultato è un’edizione limitata visivamente audace e dirompente, che racconta due culture e la loro unione in soli 250 esemplari.

Glenfiddich nuova release
“Grand Château” – credits Glenfiddich

Speyside e Bordeaux

È stata l’anima stessa di questo Whisky invecchiato 31 anni a ispirare André (così è conosciuto nella scena artistica). Lo Scotch, infatti, riposa a lungo in botti ex Bordeaux (fatto abbastanza raro nel settore), che gli regalano un profilo aromatico unico. Ciliegie, mele caramellate e spezie in un tourbillon sensoriale decisamente opulento. Per celebrare tutto ciò Mr.A – il personaggio che anima tutte le opere dello svedese – visita la distilleria Glenfiddich e seleziona le sue batch preferite. Un gioco divertente, proposto attraverso la stampa Toile de Jovy, tecnica tradizionale francese. “Sono un appassionato di Whisky – ha dichiarato l’artista – e il legame con la Francia di questo distillato ha offerto ampie possibilità creative.



Glenfiddich, un prodotto unico

Oltre la bellezza delle opere di Saraiva, il Grand Châteaux è solo l’ultimo atto di un lungo progetto di Glenfiddich, la Grand Series. All’interno di questo viaggio tra Whisky prestigiosi, anche il Grand Yozakura rappresenta l’ultima aggiunta alla Grand Series di Glenfiddich, che include altre edizioni limitate prestigiose. Tra queste Grand Yozakura, un whisky in edizione limitata di 29 anni, il primo Single Malt Scotch Whisky ad essere affinato in rare botti ex-Awamori. E se il Grand Château omaggia i grandi rossi, il Grande Couronne, 26 anni in botti di quercia e 2 in ex Cognac – strizza l’occhio al re dei distillati francesi. Chiudono il cerchio Glenfiddich Grand Cru (perfezionato in botti di Cuvée francese), il Gran Cortes che deve tutto allo Sherry e, infine, il Glenfiddich Gran Reserva, con rifinitura finale in botti di rum caraibico.

Sardo per nascita, italiano per convinzione, battitore libero per natura. Giornalista e gastronomo, autore, ghost writer, avvocato mancato (per fortuna!) e cuoco mancato (ma c’è sempre tempo!). Vivo e “divoro” il mondo per passione prima che per professione. Quattro i punti deboli: le donne che bevono whisky, i cani, la Mamma e i “Paccheri alla Vittorio”. Poche cose mi irritano come “Gioco di consistenze”, rivisitazione, texture e splendida cornice! Un sogno nel cassetto: vedere “enogastronomia ” quale materia di studio nella scuola dell’obbligo… chissà, magari un giorno!

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