Spirits Selection Concours Mondial de Bruxelles

G7 Agricoltura, la parola passa agli spirits

Federvini e le principali organizzazioni europee e internazionali di vini e spirits, per parlare di crescita e sostenibilità

E’ la prima volta che il settore vini e bevande spiritose partecipa al G7 Agricoltura. Ad ospitare quest’anno il “gruppo dei sette” – Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – è la Sicilia. In particolare la splendida e accogliente isola di Ortigia, che già da qualche giorno ha accolto i rappresentanti europei e internazionali del settore.

Il focus del G7 Agricoltura è innovazione, cooperazione con Paesi in via di sviluppo e reciprocità nel commercio, per riaffermare il ruolo dell’agricoltura nella gestione del territorio e nella produzione di cibo e bevande di qualità. Un tema particolarmente sentito in una terra così duramente colpita dal problema della siccità.


vigneto siciliano
Un vigneto siciliano

La Sicilia patria della distillazione

Quale luogo migliore della Sicilia, per parlare di alcolici? Se lo è chiesto Ulrich Adam, Direttore Generale di spiritsEUROPE che ha proseguito: “E’ stato qui, nel XII secolo, che l’arte della distillazione decollava davvero e iniziava a essere utilizzata per la produzione di alcolici su larga scala. Da quel momento, il settore degli alcolici è cresciuto per i successivi 900 anni, è quindi fantastico tornare in Sicilia e discutere di come possiamo basarci su questa orgogliosa eredità culturale e culinaria per creare un futuro sostenibile più luminoso.

L’intervento è avvenuto all’interno dell’atteso convengo internazionale “The Wine & Spirits Sector: Creating Value in a Spirit of Moderation”  promosso da Federvini, nel doppio ruolo di protagonista del dibattito e associazione di categoria del Paese ospitante il G7 Agricoltura.
All’incontro hanno partecipato CEEV – Comité Européen des Entreprises des Vins, DISCUS – Distilled Spirits Council of the United States, FIVS – Fédération Internationale des Vins et Spiritueux, IARD – International Alliance for Responsible Drinking, WSA – World Spirits Alliance e spiritsEUROPE.

Un appuntamento eccezionale che – secondo la Presidente di Federvini, Micaela Pallini – è importante per due motivi. “Il primo è quello del forte legame con i territori e le comunità agricole di cui il settore è espressione, in molti casi con radici millenarie, il secondo è quello dell’avvio di un confronto e dialogo al massimo livello globale in una fase in cui sia in Europa che a livello internazionale si assiste a tentativi di demonizzare i prodotti del settore, ignorandone i valori sociali, culturali ed economici”.


Un momento del convengo internazionale “The Wine & Spirits Sector: Creating Value in a Spirit of Moderation”  promosso da Federvini al G7 Agricoltura
Convengo internazionale “The Wine & Spirits Sector: Creating Value in a Spirit of Moderation”  promosso da Federvini

Le principali dimensioni economiche del settore

Nel 2022 nella UE il settore vitivinicolo ha contribuito per 130 miliardi di euro al PIL, generando quasi 3 milioni di posti di lavoro, pari all’1,4% del totale dell’occupazione dell’Unione. A livello mondiale l’industria del vino conta su un’estensione pari a 7,2 milioni di ettari di vigneti ed esprime un valore di export globale pari a 36 miliardi di euro. Sempre nel 2022, nelle prime 20 economie mondiali l’industria degli spiriti ha generato, in via diretta e indiretta, un valore aggiunto di 110 miliardi di dollari, metà del quale a favore degli agricoltori, e un gettito fiscale di 33 miliardi di dollari.

Il benefico effetto a catena della produzione di alcolici

Dall’acquavite dell’Europa medievale al baijiu dell’antica Cina, ogni sorso di alcol racconta la storia del suo luogo di nascita. “Mentre tuteliamo e promuoviamo questo prezioso patrimonio culturale – spiega Helen Medina, CEO di World Spirits Alleancedobbiamo anche riconoscere la trasformazione del settore in una sofisticata potenza globale”.


New York World Wine & Spirits Competition 2023
Degustazione di distillati

Il settore degli alcolici non solo è strettamente legato all’agricoltura, ma svolge un ruolo fondamentale nel supportare i settori dell’ospitalità e del turismo in tutto il mondo, alimentando allo stesso tempo una vasta gamma di ritorni economici per i fornitori terzi quali, ad esempio, i trasportatori o i produttori di bottiglie. E’ quello che viene chiamato l’effetto a catena della produzione di alcolici.

Spiriturismo, agricoltura e storia

Gli alcolici sono “prodotti con una storia” – conferma Ulrich Adam, SpiritsEurope – hanno un legame unico con le persone che li producono e in genere sono un riflesso diretto del luogo, il terroir, da cui provengono.” Basti pensare al turismo, nella sua eccezione più spiritosa. Secondo i dati, l’Europa è la destinazione turistica più visitata al mondo. Il turismo degli alcolici è la sorella minore dell’enoturismo, anche se dopo il Covid sta guadagnando punti importanti. Una tendenza che Spirito Autoctono vi aveva raccontato qui:



Nel Regno Unito – prosegue il direttore di SpiritsEurope – l’anno scorso abbiamo visto di nuovo più di 2 milioni di turisti degli alcolici riversarsi nelle distillerie scozzesi. In Irlanda, siamo di nuovo vicini al milione e la regione del Cognac rimane popolare con circa 400.000 visitatori all’anno. Tutto questo mentre i nostri amici negli Stati Uniti hanno appena festeggiato 25 anni del percorso del Kentucky Bourbon Whiskey questo mese! Il turista medio degli alcolici è culturalmente curioso e appassionato”.

Le priorità per la crescita sostenibile

L’incontro è stato l’occasione per avviare una riflessione sulle priorità dei settori e sulle linee guida per una crescita del settore sostenibile, data la rilevanza che riveste a livello socio-economico.

E’ indubbio il ruolo del settore dei vini e degli spiriti come parte del patrimonio culturale e e gastronomico e come pietra miliare della sostenibilità socio-economica delle aree rurali dell’UE.  Al fine di tutelarne la competitività, è stata richiamata l’attenzione sulla necessità di facilitare l’armonizzazione degli standard normativi, rafforzare la protezione legale e la promozione dei prodotti di alta qualità. In quanto settori profondamente vocati all’export, resta cruciale sostenere un commercio internazionale basato su regole condivise per eliminare le barriere di accesso al mercato.

Al G7 l’impegno per il consumo responsabile

In primo piano, tra i temi affrontati, quello del consumo responsabile. Anche al fine di scongiurare pericolose derive proibizionistiche. Le associazioni di rappresentanza del settore hanno voluto sottolineare l’importanza di unire le forze al fine di sensibilizzare ad uno stile di consumo responsabile ed equilibrato.

Negli ultimi anni, gli alcolici sono stati colpiti da controversie commerciali internazionali non correlate, che hanno portato a dazi di ritorsione dannosi sui produttori, sia grandi che piccoli. Ecco perché l’apertura del mercato e un sistema basato su regole sono imperativi. Alla WSA, crediamo che sia imperativo promuovere una cultura in cui il piacere delle bevande alcoliche vada di pari passo con la moderazione. Pertanto, ci impegniamo a collaborare con l’OMS e i governi di tutto il mondo per promuovere abitudini di consumo responsabili” – spiega Helen Medina.


Micaela Pallini  di Federvini al G7 agricoltura
Micaela Pallini, Presidente di Federvini

Il modello italiano al G7

Il modello italiano, si distingue come “best in class” nei consumi moderati e resta l’emblema di uno stile mediterraneo equilibrato ed ispirato alla convivialità, come testimonia il video mostrato da Federvini “Un sorso di Italia”.

“Per il nostro settore, il G7 Agricoltura di Siracusa ha rappresentato un’opportunità unica per avviare un coordinamento e una collaborazione, a livello mondiale, tra le organizzazioni dei produttori di vini e di spiriti e i rappresentanti dei Paesi del G7 – ha concluso Micaela Pallini – È un primo passo e non dobbiamo fermarci nell’affrontare la grande sfida di tutelare valori sociali, culturali, ambientali e industriali in cui riconoscerci, nel rispetto delle nostre identità e diversità”.

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