Distillerie de Monaco, l’unica distilleria del Principato

Un irlandese è l’anima della distilleria De Monaco, dove produce liquori e Gin con le materie prime del territorio Monegasco

È fiero di ciò che ha realizzato, dal nulla, il pacato e sempre concentrato Philip Culazzo.
Sguardo e origini irlandesi, ha viaggiato sin da giovane seguendo gli spostamenti del padre durante la sua carriera diplomatica, laurea in giurisprudenza e un business cominciato poco più che ventenne nell’intermediazione per l’ittico dai diversi paesi del mondo come Yemen e Uganda. Nel frattempo la sua crescita era scandita da lunghi soggiorni tra Italia e Costa Azzurra, dove trascorreva le estati con la famiglia, finendo per legarsi moltissimo a questa zona.
Qui ha deciso di fermarsi.

Abito a Monaco da 14 anni, con la mamma irlandese e il papà italiano facevamo le vacanze estive sempre in Liguria – racconta – e la Costa Azzurra, a pochi passi, è come la mia seconda casa. Sono appassionato di vini sin da ragazzo. Ho spesso pensato a come fosse possibile che in un posto così globale come Monaco non esistessero prodotti legati al territorio. Ho fatto un po’ di ricerca e ho scoperto che fino al XVIII secolo quest’area era una realtà agricola dedita alla produzione di agrumi e olive, anche grazie al porto naturale da dove le merci partivano verso i grossi mulini di Marsiglia”.


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degustazione – credits La Distillerie De Monaco

Le arance amare della corona

Il territorio del Principato, in effetti, una volta era molto più vasto. Alcune porzioni vennero vendute alla Francia e si è mantenuta soltanto la rocca e ciò che oggi conosciamo. Fra lusso e gioco d’azzardo, anche gli agrumi a Montecarlo sono preziosi. In esattamente due chilometri quadrati crescevano – e crescono ancora – circa 600 alberi di arance amare di proprietà della corona.
Non belle ma decisamente profumate, e soprattutto non trattate in alcun modo. Sono sempre state lì, ad adornare i viali cittadini: dai 10.000 ai 15.000 chili di frutta raccolta tra gennaio e febbraio di cui quasi il 90% buttato via perché le arance erano troppo acide (2.4 di ph). Soltanto alcune famiglie le utilizzavano per le marmellate.



Ho allora deciso di contattare il governo – racconta Culazzo – per capire se fosse possibile usarle per fare degli esperimenti. Ho assunto un enologo per capire come lavorarle e la prima idea è stata quella di puntare su un liquore, un prodotto che davvero rappresentasse questo territorio. Dalle prime prove ci si è resi subito conto che l’idea funzionava e, ricevuti i dovuti permessi, è stata aperta la distilleria nel centro del Principato. Correva l’anno 2017, la grande fortuna fu trovare un locale non solo con l’altezza necessaria (4 metri), ma fornito anche di un piano sotterraneo dove praticare le lavorazioni e addirittura un pozzo con dell’acqua di fonte.”
L’alambicco è stato inaugurato nel 2018 e nel 2019 Philip e la sua squadra sono partiti con le prime produzioni della Distilleria De Monaco.


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Philip Culazzo di La Distillerie De Monaco – credits La Distillerie De Monaco

L’Orangerie

Le cassette in legno contenenti le arance amare arrivano puntuali in distilleria durante i primi due mesi dell’anno. In maniera del tutto artigianale le scorze vengono pelate e lasciate in infusione per completare una lenta e dolce macerazione. E’ in questo momento che avviene l’estrazione di tutti gli oli essenziali ed i profumi. Nasce così il concentrato e naturale liquore L’Orangerie: tenue, elegante, dal leggero dosaggio di zuccheri, privo di coloranti, aromi e stabilizzanti, viene filtrato per eliminare l’eccesso di olii essenziali, che comunque rimangono presenti in una bocca ricchissima. La parte amara è ben bilanciata, soprattutto nella seconda parte dell’assaggio. Il risultato è un liquore versatile, da poter utilizzare tanto per laccare un’anatra quanto in pasticceria o in miscelazione. Ma solo tra le mani di esperti bartender.


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L’orangerie, liquore de La Distillerie De Monaco – credits La Disitillerie De Monaco

Il liquore dell’albero della vita

C’è poi il Caroubier, il liquore di carruba frutto dell’albero presente tra Nizza e Monte Carlo da duemila anni. All’inizio del XIX secolo ci fu una carestia e la popolazione sopravvisse cibandosi di carrube. Tanto che nel 1987 il Principe Ranieri di Monaco lo nominò albero nazionale. Al momento si contano 116 esemplari, tutti di proprietà della corona. I frutti vengono torrefatti e in seguito macerati, così da estrarne tutte le note più calde e complesse. Tipiche del frutto di quello che viene anche denominato “albero della vita” per le sue proprietà officinali. Dall’anima naturalmente dolce e avvolgente, ha un profilo gusto-olfattivo che ruota attorno al cacao, al caffè, al caramello, tutte componenti del sapore di base di cui la carruba è portatrice sana.

Sono diventato un master distiller e ho cominciato a lavorare alla mia azienda solo dopo aver lavorato molto con l’enologo in fase di avvio e aver proseguito con tante consulenze, amicizie e consigli. Soprattutto dal Piemonte e dall’azienda che ha costruito per me l’alambicco (la Kothe Destillationstechnik dalla Germania), che mi ha fornito una grande dose di know how. Penso che questo sia un lavoro che si può imparare e io ogni volta che posso, approfondisco e miglioro.


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Gin aux Agrumes, de La Distillerie De Monaco – credits La Distillerie De Monaco

Al momento mi sento pronto ma ovviamente c’è tanto su cui migliorare. E’ stato difficile e come in tutte le cose, si commettono errori per poter capire. Ho iniziato con un alambicco di 100 litri in acciaio inox e un capannone in affitto a Guarene, in Piemonte, dove andavo a lavorare le arance ogni week end. Faceva freddo e quindi si conservavano perfettamente, ma le fermentazioni non partivano. Qui a Monaco invece la temperatura è perfetta. Insomma stiamo crescendo con un passo alla volta”.

Gin Aux Agrumes

Ultimo ma non ultimo il Gin Aux Agrumes: un gin agrumato che parla della Costa Azzurra. Base d’alcol di grano bio toscano, lavorato con materie prime locali che macerano insieme per 24 ore a 50°. Timo limone, zenzero fresco, coriandolo, arancia amara e dolce di Monaco, pompelmo, lime, cedro, bergamotto, limone e pepe del Sichuan. Nonostante la componente agrumata importante, mantiene un profilo molto verticale, secco e netto all’assaggio, dove gli olii essenziali vengono sprigionati sia al naso che in una bocca avvolgente, ricca e fresca.

Giornalista nato in Abruzzo e vissuto a Chieti finchè non ha ricevuto la “chiamata”: subito dopo il diploma infatti, comincia il percorso nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che lo ha poi portato a ciò che è oggi, un gastronomo. Specializzato nella cucina (e non solo) dell’America Latina, vive a Milano e conduce il suo programma televisivo “Mangio Tutto Tranne” su Gambero Rosso Channel.

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