Portofino Dry Gin Ocean Month 2024 Ocean Cocktail 2

Salvare gli oceani, un bicchiere alla volta

Portofino Dry Gin e One Ocean Fondation, il cuore blu del progetto è l’Ocean Cocktail: azzurro, come il mare che vuole preservare

Giugno è il mese dell’Oceano, e Il fatto che molti di noi lo scoprano ora è la dimostrazione di un grande malinteso. L’umanità è convinta di abitare la Terra ma in realtà è l’Oceano il padrone di casa. Non solo rappresenta il 90% della biosfera, ma copre il 71% della superficie terrestre, assorbe il 50% delle emissioni di gas serra e la fotosintesi delle piante che lo abitano (non solo alghe), fornisce fino al 70% dell’ossigeno del pianeta. Più di tutte le foreste. A patto, naturalmente, di non comprometterne l’equilibro.

L’8 giugno è il World Ocean Day. Ma è anche la giornata mondiale del Gin. E se credete che queste due ricorrenze non abbiano nulla in comune, abbiamo qualcuno da presentarvi.


Posidonia Oceanica nei mari italiani

IL GIN DI PORTOFINO

Portofino Dry Gin è una giovanissima impresa artigianale italiana nata a Portofino dall’amicizia decennale dei tre fondatori: Ruggero Raymo, Chris Egger e Alessandro Briola. Quest’anno, in collaborazione con One Ocean Foundation, l’organizzazione italiana senza scopo di lucro e riconosciuta a livello internazionale per l’impegno concreto nella conservazione dell’ambiente marino e la promozione della “Blue Economy”, ha creato una iniziativa che sta coinvolgendo una lunga schiera di locali.


Portofino Dry Gin – credits Portofino Gin

Il cuore blu del progetto è l’Ocean Cocktail: un cocktail azzurro, come il mare che vuole preservare.  

La sostenibilità fa parte dei nostri valori fin dalla nascita del nostro brand e spazia dalle materie prime alla scelta del packaging” – afferma Chris Egger, Creative Director e cofondatore di Portofino Gin. “Sosteniamo numerose iniziative legate all’ambiente ma quella con One Ocean è la più grande. Lo scorso anno abbiamo deciso di aderire al loro progetto Blue Forest, che si occupa di ripiantare la Posidonia nel Golfo di Tigullio”. 

Il progetto coinvolge numerose coste italiane, dalla Liguria alla Puglia, e si basa sulle straordinarie caratteristiche della Posidonia. La pianta infatti non solo cattura anidride carbonica generando ossigeno, ma è anche l’habitat e il nutrimento di molte specie marine.

Siamo un brand molto legato al territorio e cercavamo una associazione che lo fosse altrettanto – racconta Egger – One Ocean agisce concretamente nella salvaguardia del mare. L’abbiamo vista al lavoro, abbiamo toccato con mano il loro impegno. Così quest’anno, oltre a proseguire nel progetto Poseidona, abbiamo voluto proporre noi qualcosa di nuovo”.  

IL COCKTAIL DELL’OCEANO

Nasce così l’Ocean Cocktail dalla ricetta originale del brand ambassador Paolo Gastaldo.

“Per tutto il mese di giugno – prosegue Egger – abbiamo pensato di invitare i nostri clienti a unirsi a noi nella celebrazione dell’Ocean Month, inserendo all’interno delle loro drink list l’Ocean cocktail originale o una loro interpretazione. Sono molti i locali che hanno aderito e altri si stanno aggiungendo in queste ore. Per conoscerli basta accedere al nostro sito e consultare la mappa in continuo aggiornamento. I clienti che ordineranno l’Ocean Cocktail durante il mese dell’oceano riceveranno tutte le info sia da parte del locale che attraverso un QR Code che racconta l’impegno di One Ocean Foundation nella salvaguardia dell’ambiente. All’interno di un numero selezionato di locali sarà inoltre possibile partecipare a delle Masterclass esclusive tenute dal nostro Brand Ambassador Paolo Gastaldo, che includeranno anche la preparazione della nostra versione del cocktail”.

Per chi volesse provarlo a casa, ecco la ricetta di Portofino Gin.



Appena ideato il cocktail abbiamo coinvolto i locali amici. Poi grazie al nostro distributore Velier il progetto è uscito anche dai confini della regione – spiega Chris Egger – fino a coinvolgere locali e persone in tutta Italia. L’obiettivo è vivere questa esperienza insieme e magari anche incontrarsi nei locali aderenti per assaggiare le loro versioni del cocktail”.

LA FAMIGLIA PORTOFINO GIN

Tra gli ingredienti dell’Ocean Cocktail ci sono anche loro: i legami umani e gli incontri capaci di generare progetti. Per un brand nato dall’amicizia sui banchi di scuola dei suoi soci, sembra il percorso naturale.

Quando a 15 anni ho conosciuto i miei attuali soci – racconta Chris– non avrei mai immaginato di trovarmi oggi con loro a condividere questa grande avventura. Io e Ruggero Raymo (CEO di Portofin Dry Gin) ci siamo conosciuti a scuola in Svizzera, dove sono nato. Ruggero è di origini italiane e un’estate mi ha ospitato nella sua casa a Portofino. Qui abbiamo conosciuto Alessandro Briola, portofinese da otto generazioni”.


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I soci fondatori di Portofino Gin: (da sinistra a destra) Alessandro Briola, Ruggero Raymo e Chris Egger – credits Portofino Gin

Amiamo Portofino, ma ognuno ha una relazione diversa con la città. Tra noi tre c’è chi ci è nato e ci lavora, chi ha la casa qui per via degli antenati e chi – come me – una volta arrivato come semplice turista si è innamorato. Sia del luogo che della persona con cui divido la vita. Hai presente la canzone “I found my love in portofino”? Ecco, è andata esattamente così” – ride.

ASCOLTARE IL MARE

Parlando con Chris Egger viene da chiedersi quale sia il suo rapporto con questo luogo da cartolina e in generale con il mare.

Da svizzero credevo di avere un rapporto privilegiato con la montagna. Ora invece so che tra i due sceglierei il mare. Per tanto tempo ho vissuto il mare solo nella sua dimensione leggera, legata alle vacanze e al divertimento. Negli ultimi due anni invece ho imparato tanto delle problematiche ecologiche che lo colpiscono. In fondo basta guardarlo. Ad aprile, quando raggiungo Portofino prima dell’inizio della stagione per avviare le collaborazioni con i locali, il mare è turchese. Limpido, libero dalle imbarcazioni e bellissimo. Durante l’estate, così come anche la costa francese, cambia radicalmente aspetto. Si vede che è un mare in sofferenza. Prima di tornare del suo colore naturale che avviene non prima di settembre, ottobre.


portofino
Veduta di Portofino

E’ la nuova dimensione del turismo mordi e fuggi. Migliaia di turisti ogni giorno, che invadono le stradine del centro fermandosi giusto il tempo di un gelato e una foto ricordo. Un fenomeno comune a molte città italiane.

Io sono ormai portofinese di adozione e posso assicurare che la vita reale qui è un’altra cosa, difficile da vedere durante i mesi estivi quando la città viene presa d’assalto dal turismo di massa. Non esiste un modo semplice e veloce di risolvere questa situazione ma vedo che le nuove generazioni di portofinesi stanno cercando di fare le cose in modo diverso. Lo vedo nei ristoranti e nei locali che cercano di crescere ma in modo più sano. Rispettoso anche del vero turismo che ci vuole qui: un po’ più calmo, un po’ più slow”.



RIVOLUZIONE IN STILE APERITIVO

Del resto, in un modo abituato a consumare tutto in fretta, dal pasto alle vacanze, dal cocktail al panorama, gli italiani sono il popolo dell’aperitivo. Dove la lentezza e la compagnia sono un ingrediente fondamentale del nostro stile di vita.

Confermo. Quando sono arrivato in Italia ho apprezzato subito la cultura dell’Aperitivo e anche del dopo cena. Col tempo mi sono appassionato alla mixology e ai diversi prodotti autoctoni che non conoscevo. In Svizzera abbiamo pochissimi vermouth e Bitter. Attraverso la nostra distilleria, l’Antica Distilleria Quaglia, ho scoperto una ricchissima serie di prodotti e quello che era nato come un lavoro si è trasformato in una immensa passione. Molto spesso accade il contrario, che il lavoro spenga la scintilla inziale. Io ho avuto la fortuna di vivere l’opposto. Lavoro a contatto con bartender, mixologist, e mi sorprendo ancora della creatività che gli italiani riversano in questo settore ogni giorno”.
Anche nella difesa dell’ambiente.


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Il rito italiano dell’aperitivo

NUOVI MODI DI AGIRE

Le azioni che One Ocean Foundation ha messo in campo durante il mese di giugno ne sono la dimostrazione. Convegni, incontri nelle scuole, eventi capaci di coinvolgere tutti, dai singoli alle aziende più influenti del mondo.

La soluzione è responsabilità di tutti. Ma è chiaro ormai che non usciremo da questa situazione limitandoci a fare la raccolta differenziata. La situazione è più complessa e coinvolge tutti, dal piccolo brand come noi a marchi giganteschi come Rolex. One Oceans agisce concretamente su più livelli  ispirando leader, aziende, istituzioni e individui attraverso la divulgazione dell’ocean literacy e la promozione della Blue Economy.”


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Blue Forest, il progetto di One Ocean che si occupa di ripiantare la Posidonia nel Golfo di Tigullio – credits One Ocean

Fuori da qui, il mare. Cosa vedi all’orizzonte?

Interesse. E sempre un maggiore coinvolgimento. Non mi riferisco solo al nostro settore, dove i distributori stessi sono presenti e ci chiedono cosa stiamo facendo per l’ambiente. Mi riferisco anche alla maggiore attenzione da parte dei consumatori. Se da un lato assistiamo ancora a persone che buttano la sigaretta in mare – una cosa inconcepibile nel 2024 – dall’altra ci sono consumatori giovani sempre più attenti a scegliere le aziende con il minore impatto possibile sulla natura. Ne è una dimostrazione il successo degli influencer specializzati in sostenibilità. Sono seguitissimi e il loro lavoro è proprio quello di studiare il mercato, smascherare il finto impegno da copertina e promuovere i brand che lavorano con associazioni serie in difesa dell’ecosistema”.

Siamo partiti parlando dell’Oceano e ora concludiamo questa conversazione su una immagine chiara che viene dal mare ligure. Quella di una generazione più critica rispetto alle precedenti, anche riguardo la scelta dei prodotti da consumare in base al loro impegno verso l’ambiente.

E’ giusto che cresca questa consapevolezza . Quando andavo a scuola io ricordo che c’era pochissima informazione, nonostante il tema fosse già allora importante. Oggi però non possiamo più fare finta che vada tutto bene. Ma questo i ragazzi lo sanno”.

Lettrice appassionata, esperta ricercatrice di refusi. Inizio a lavorare giovanissima per la cronaca locale. Amo Roma, la mia città, credendo certi giorni di esser corrisposta. Grande appassionata di piante, caffè e ricerca delle fonti. Dopo un periodo di pausa torno a calcare le tastiere, per la redazione di Spirito Autoctono. Adoro il Gin Tonic separato - Gin da un parte, tonica dall’altra - e recentemente ho anche fatto pace con gli Amari

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