Credit - Richard Mounteney

Profondo e misterioso: ecco “The Abyss”, l’Ardbeg che riscrive il mito

In anteprima la nuova esclusiva release della distilleria scozzese. 34 anni di invecchiamento, sole 400 bottiglie, un profilo unico che affonda le radici nell’epica vichinga

Dalla barca, all’ancora a poche miglia da Clàs Uig, non arriva neppure l’eco delle centinaia di persone che affollano la distilleria. Sulla minuscola isola di Islay è tempo del Feis Ile, il festival che celebra la produzione locale di Scotch whisky torbato. Oggi è il giorno che chiude la festa, il giorno dedicato ad Ardbeg.

Così, su questo scoglio galleggiante delle Ebridi interne, dove trovano posto ben 11 produttori di whisky (Laphroaig, Lagavulin, Caol Ila, Bunnahabhain, Bowmore, Bruichladdich, Kilchoman, la rediviva Port Ellen, la neonata Ardnahoe, Portintruan di prossima apertura e – appunto – Ardbeg), migliaia di visitatori si affollano per godersi un dram. Comprare gli imbottigliamenti speciali, stare insieme tra costumi, musica e parecchi drink.


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Ardbeg durante il Feis Ile, il festival che celebra la produzione locale di Scotch whisky torbato – credits Marco Zucchetti

IN ALTO MARE

In mare invece, va in scena il mito. All’apparenza, nient’altro che una gita in barca. Una di quelle in cui si portano i turisti a vedere le foche e le aquile marine, e soprattutto le distillerie dal mare. Con i loro muri immacolati e i nomi enormi e visibili da miglia di distanza. Una di quelle gite a cui vengono invitati anche i giornalisti ospiti dei brand, come stavolta. Eppure, sotto un cielo terso che ricorda più Itaca della Scozia plumbea, sta per succedere qualcosa.

Un pescatore subacqueo è appena riemerso con una rete piena di capesante gigantesche, da mangiare fresche e in abbinamento con un Ardbeg speciale. La prima edizione del Corrywreckan, del 2008. Un imbottigliamento inizialmente limitato, ma accolto con tanto entusiasmo da farlo diventare continuativo. Un Ardbeg a 57.1%, in cui viene utilizzata una significativa percentuale di barili di rovere europeo. Il pairing è talmente straordinario che quasi nessuno si accorge che il pescatore, in silenzio, si è rituffato…


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Feis Ile a Ardbeg – credits Marco Zucchetti

CORRYWRECKAN

Quando ritorna a bordo, lo fa trasportando una cassa di metallo che sembra una versione moderna dei forzieri dei pirati. Ed è in questo momento che prende la parola David Blackmore, Global brand ambassador di Ardbeg e Glenmorangie, le due perle dello sterminato portafoglio di marchi del gruppo LVMH. Lo fa per raccontare la storia del Corrywreckan, che prende il nome da un gorgo marino poco distante, il terzo più grande d’Europa. La scienza dice che il gorgo si genera quando le maree – impetuose nel mare d’Irlanda che separa Islay dall’Ulster – colpiscono un pinnacolo roccioso che si trova sul fondale. Sta al folclore gaelico aggiungere un tocco romantico al tutto.


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Corrywreckan nella capsula con meccanismo di apertura a doppio ingranaggio. All’interno la bottiglia e un albo numerato a fumetti dell’artista statunitense Tradd Moore

MITOLOGIA NORREA

Si narra infatti che il principe vichingo Breachan, giunto su Islay, si fosse innamorato della figlia del re locale, il Lord of the Isles, che tra l’altro ha dato il nome ad un altro memorabile imbottigliamento Ardbeg. Il re, da parte sua, non era entusiasta del pretendente e gli disse che per dimostrare il suo valore avrebbe dovuto sopravvivere tre notti nel gorgo.
Deciso a tutto, Breckan assicurò la sua nave con tre ancore e tre funi. Dopo la prima notte, si ruppe quella di lana di pecora. Dopo la seconda notte, quella di canapa. Mentre stava per sorgere il sole dopo la terza notte, anche l’ultima corda – fatta di capelli di vergini – si strappò, probabilmente per la non certificata illibatezza di una giovane, facendo sprofondare nel gorgo Breachan, che oggigiorno verrebbe annegato per sessismo…

L’idea – spiega David – era immaginare un altro finale della storia. Provare a pensare alla seconda vita di Breachan nell’abisso”. Ed ecco che dalla cassa di metallo spunta una bottiglia, come in ogni romanzo d’avventura o saga mitologica che si rispetti. Solo che qui di mitologico, oltre alla narrazione, c’è anche il liquido.


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Corrywreckan The Abyss di Ardbeg – credits Marco Zucchetti

THE ABYSS

Si chiama The Abyss l’imbottigliamento in edizione limitatissima e con una storia particolare: “Quando nel 2008 decidemmo di creare il Corrywreckan utilizzando anche whisky distillato nel 1989 e affinato in barili di rovere europeo ultra-attivi e pesantemente tostati – continua David -, due botti rimasero nella warehouse, dove sono restate fino ad ora”.

È dunque dagli abissi del tempo che sono state tratte queste 400 bottiglie di single malt dal profilo unico. Distillato nel 1989 e imbottigliato dopo 34 anni di invecchiamento a 48.4%.

Ardbeg ha abituato i suoi appassionati alle sperimentazione del Dr. Bill Lumsden, genio che crea pozioni alcoliche tra le più disparate e che sposta sempre più in là l’asticella della fantasia in distillazione e blending. È vero anche che la stragrande maggioranza dei whisky torbati, vengono maturati in botti ex bourbon meno “impattanti” sullo spirito, poi imbottigliati dopo pochi anni per mantenere una certa indomabile e selvaggia sensazione di fumo.


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The Abyss, Heart of Corryvreckan – credit Richard Mounteney

IL MARE NEL BICCHIERE

In questa speciale release, al contrario, nel bicchiere c’è qualcosa di totalmente diverso. Sin dal colore, un mogano scuro dato dalla quercia francese, molto più tannica di quella americana.
L’olfatto è subito profondo. La prima sorpresa è l’intensità della torba, ancora marina e bruciata, con note di aringa affumicata che si mescolano a una frutta profondissima. Ricorda la confettura di prugne. Il mare è fuori, ma anche dentro il bicchiere, sensazioni di olive nere al forno e salamoia si spandono, tra spezie, caramello e lampi agrumati di lime. Marchio distintivo della distilleria. Col tempo, emergono anche un’oleosità/grassezza da formaggio affumicato e una dolcezza di caldarrosta.
Il palato è altrettanto complesso, ricchissimo. La prima cosa che colpisce è una sorta di “rancio”. Quel tocco che si avverte nei vecchi cognac e armagnac, non a caso invecchiati in botti di rovere europeo. Cuoio, tabacco da pipa, marmellata di fichi e prugne. Eppure, anche l’anima umami, di salsa di soia e bistecca al pepe, si fa sempre più netta. Succulento e poderoso, si fa col tempo più asciutto e austero. Fino a un finale di alga riarsa, foglie di té, prugne secche e di nuovo olive nere al forno. Avvolte in una colata di caramello salato.


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Corrywreckan The Abyss di Ardbeg – credits Marco Zucchetti

LA MITOLOGIA SECONDO TRADD MOORE

Esaurite le note di degustazione, non resta che parlare del packaging, che come spesso succede con queste edizioni da collezione è altrettanto indimenticabile ed eccessivo. Una confezione di metallo con un meccanismo di apertura a doppio ingranaggio che ricorda le capsule spaziali, o gli scafandri dei palombari. All’interno, oltre alla bottiglia, un albo numerato a fumetti, commissionato da Ardbeg all’artista statunitense Tradd Moore. Che dopo aver illustrato “Doctor Strange”, “Spider Man” e “Silver Surfer” per Marvel e DC Comics, si è divertito a immaginare nuove avventure per Breachan.

In un caleidoscopico vorticare – mai verbo fu più appropriato – di colori e motivi ornamentali che ricordano Gustav Klimt, Moore viaggia nel tempo e nello spazio e approda sul Pianeta Ardbeg.

Da grande appassionato di mitologia – racconta Moore – ho adorato Islay: dal gorgo al whisky che viene fatto roteare nel bicchiere, tutto è connesso qui“. Il famoso disegnatore illustrerà, con 4 diverse etichette, anche mille bottiglie di un’edizione speciale di Corrywreckan disponibili solo al visitor center della distilleria.


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L’albo numerato a fumetti di  Tradd Moore – credit Richard Mounteney

SOLO 400 BOTTIGLIE, SOLO € 25.000 L’UNA

Dettaglio non da poco, il costo di ognuna delle 400 bottiglie di “The Abyss” – acquistabili in distilleria, sul sito e tramite Moet-Hennessy- sarà di 25mila euro. Un prezzo che racchiude l’esclusività, la qualità del liquido, il marketing, il packaging, tante altre cose che finiscono in -ing e che di sicuro non sta a noi giudicare.

Noi ci limitiamo a tornare pian piano verso il molo della distilleria, da li provengono sempre più nitide le risate e la musica del popolo che festeggia l’Ardbeg Day. Sono centinaia gli appassionati che sorseggiano l’altra edizione speciale di quest’anno – Ardbeg “Spectacular”, invecchiato in botti di porto (120 euro) – e sono l’altra metà del cielo dei consumatori. Una metà che Ardbeg non dimentica.


Tradd Moore e Ardbeg The Abyss & Corryvreckan (credit - Magnus Wake)
Tradd Moore e Ardbeg The Abyss & Corryvreckan – credit Magnus Wake

UNA EDIZIONE DA COLLEZIONE

Questa è la vera sfida per i grandi marchi di whisky di oggi: le preziose edizioni da collezionisti. Sempre più inevitabili in un mercato globale in cui la fetta ultra-premium è così importante, non tralasciare e sottovalutare chi quel marchio l’ha fatto grande. “La Tribù”, così come la chiama commossa la distillery manager Jackie Thomson. Quelli che non hanno 25mila euro da spendere, ma amano alla follia la distilleria tanto da farsi un viaggio per venire fin qui, in vero pellegrinaggio, per godersi un bicchiere di buon torbato.


Classe 1982, è cresciuto a Cremona ma a Milano è nato, si è laureato, vive e lavora come giornalista: in sostanza, è fieramente milanese fin nel midollo. Proprio come il risotto. Quando non si occupa di cose più serie ma più noiose, scrive di distillati: ha collaborato con scotchwhisky.com, fa parte della squadra di whiskyfacile.com e tiene la rubrica settimanale “Gente di Spirito” sul Giornale, di cui è vicedirettore dal 2017. Forse in gioventù ha letto troppo, e così si è convinto che solo gli alambicchi non mentano mai e che da lì esca la vera anima degli esseri umani.

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