Il regista di Kill Bill è quello che più di tutti, come Picasso in pittura e scultura, ha divorato passato e presente nel cinema.
Quentin Tarantino è una iena cinefila, quasi allattata nelle sale cinematografiche di Los Angeles dalla madre Connie. Che donna! Nelle pagine del suo libro, Cinema Speculation – La Nave di Teseo, traduzione di Alberto Pezzotta – non ne fa un ritratto preciso, ma ne ricostruisce un’immagine che si compone come un puzzle, per tutti gli stimoli ricevuti da lei. Dall’età di quattro anni Tarantino dunque guarda, mastica, ingoia e assimila ogni settimana film di quasi ogni genere. Molti, addirittura, classificati “R”, che era possibile vedere solo se accompagnati da un adulto. Quindi trova impiego in un video noleggio e poi diventa sceneggitore (di film, tra gli altri del calibro di Assassini nati – Natural Born Killers di Oliver Stone). Infine esordisce come regista con Le iene (1992). Ma il film che sconvolse di più Tarantino da fanciullo fu Bambi della Disney. A quei tempi la madre gli diceva: «Quentin, mi preoccupa di più se vedi i telegiornali, un film non può farti male». Era in corso la Guerra del Vietnam.
Home theatre e cocktail ready to drink
Oggi il cinema si consuma per lo più a casa propria, le visioni dalla mattina alla sera (se balzi la scuola non c’è più un cinema aperto) nelle sale cinematografiche appartengono a un’altra era, quando con un solo biglietto potevi guardare uno, due, tre film alla volta. Ma sono in corso due nuove tendenze, quella evidentissima del cinema consumato a casa e quella dei cocktail ready-to-drink e pre-batched (qui un articolo su questo trend). Grazie ai rider che ti consegnano quel che vuoi quasi ovunque (ricordate il protagonista di Fai la cosa giusta di Spike Lee? Rider quasi ante litteram. Ovviamente nero), ordini il tuo drink preferito. Non è male in fin dei conti. Tarantino avrà pur visto centinaia di film al cinema, ma, forse, la maggior parte lì ha visti e rivisti a casa in videocassetta e dvd.
Accompagnati da un cocktail ready to drink, servito direttamente a casa e piacevolissimo, il Negroni Bianco di Rossi d’Angera, abbiamo non solo letto il libro di Tarantino, ma visto e rivisto (a casa) alcuni film citati dal regista nel suo libro davanti alla tv, stravaccati sul divano come Robert De Niro, Bridget Fonda e Jackson Lee Brown in Jackie Brown. In Cinema Speculation Tarantino cita 696 film, ma si sofferma solo su alcuni, anche imprevedibili per alcuni aspetti. E sono come delle lunghe illuminanti recensioni, che aprono orizzonti e finestre inaspettate sul cinema dagli anni Sessanta in avanti.
“Avevo quattordici anni quando Nikki e una delle sue amiche mi portarono a vedere […] Gola profonda e The Devil in Miss Jones che rimase in cartellone otto anni. […] Ci chiedemmo che cosa ci fosse di tanto speciale nel primo, ma pensammo che il secondo non fosse affatto male”. È uno dei tanti aneddoti divertenti del libro. Ma ecco i film sui quali Tarantino si sofferma di più perché evidentemente sono tra i suoi più amati: Bullit di Robert Yates, con un formidabile (e lui spiega bene perché) Steve McQueen; Taxi Driver di Martin Scorsese, con Robert De Niro (analisi notevolissima); Rocky, scritto e interpretato da Sylvester Stallone (contro ogni pregiudizio). Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo di Don Siegel, con Clint Eastwood (precedente originale di tantissimi film).
Ma torniamo al Negroni Bianco ready-to-drink di Rossi d’Angera. La ricetta è tutta italiana con prodotti firmati dalla maison del Lago Maggiore: Spitz; Vermouth Style 31 Bianco; Gin Latitudine 45; Doppio Cedro (per approfondire, consigliamo la lettura di questo approfondimento di Spirito Autoctono).
Forse anche Dirty Harry lo avrebbe apprezzato, per diluire con stile il boccone prima di entrare in azione.