Tra un set di Fellini e uno di Visconti, un bicchiere di Darth Vater al Canaglia di Milano, riflessioni sulle miscelazioni cinematografiche attraverso il libro “La bella confusione” di Francesco Piccolo
Francesco Piccolo firma uno dei libri di cinema più belli degli ultimi anni. Intelligente, ben documentato, a tratti emozionante. Un libro che è come un cocktail, composto da ingredienti contrastanti, ma anche con tanti elementi che legano il tutto in una miscela perfetta. Eppure, tutto ha inizio con una grande confusione, amori e amicizie che si rompono e si ricompongono. I protagonisti principali della vicenda sono due grandi registi: Fellini e Visconti, che nell’anno 1963 girano contemporaneamente due capolavori. Fellini lavora a Otto e mezzo; Luchino Visconti a Il Gattopardo. In entrambi i film recita la più bella attrice di allora, Claudia Cardinale, che allora aveva solo 25 anni.
Per aggiungere un pizzico di confusione in più abbiamo abbinato il libro a un cocktail battezzato “Darth Vader” del Canaglia, nuovo locale di Milano, sul quale torneremo più sotto.
Claudia, il ghiaccio bollente
La Cardinale firma il contratto sia per il film di Visconti sia per quello di Fellini, i quali da quasi dieci anni sono acerrimi rivali. Inoltre deve fare la spola tra i due set, distanti tra loro, in Sicilia e nel Centro Italia. Ma, entrambi i registi con diversi e opposti suggerimenti la trasformeranno in una diva. Fellini non la fa doppiare e le consente di recitare con la sua voce roca e le dà un ruolo con il suo stesso nome. Visconti la fa invece doppiare, ma le dà un altro formidabile consiglio: «Gli occhi devono dire una cosa che la bocca non dice […] Anche se ridi, gli occhi non devono ridere».
Sandra Milo, l’amante
Alcune delle pagine più belle del libro riguardano l’attrice Sandra Milo, donna intelligente e acuta, che sposa più che il cinema l’amore e i sentimenti. Ma fu un’attrice notevolissima e per 17 anni fu amante di Fellini. E in Otto e mezzo, recita proprio il ruolo dell’amante del protagonista (interpretato da Marcello Mastroianni), alter ego del regista. Altrettanta confusione! Perché sul set non può non fare ogni tanto capolino la moglie del regista, Giulietta Masina, la quale tra l’altro non interromperà mai l’amicizia con il rivale del marito Luchino Visconti.
Scene epiche
Entrambi i film contengono due lunghe sequenze formidabili e geniali e indimenticabili, che Francesco Piccolo, certamente non trascura. Quella dell’Harem in Otto e mezzo. E quella (lunghissima) del Ballo ne Il Gattopardo. La prima sensualissima, vede il protagonista circondato da tutte le donne della sua vita. La seconda, con Claudia Cardinale e il protagonista Burt Lancaster è la metafora di un declino. E tutte e due le scene, frutto di acrobazie registiche, sono la dimostrazione che un autore, mentre realizza un capolavoro non è affatto cosciente di quel che realmente sta compiendo. Per richiamare il mondo della miscelazione, chi avrebbe mai potuto prevedere che un Old Fashioned, un Daiquiri, un Margarita, un Negroni sarebbero diventati dei classici?
Perché Darth Vader
Questo cocktail, inventato dal barman Gabriele Issoni del nuovo locale milanese “Canaglia”, è una chicca e sottolinea due concezioni del cinema opposte. Dopo Otto e mezzo e Il Gattopardo il cinema italiano attraversa un lento declino, mentre con film come Lo Squalo di Spielberg e Guerre Stellari di George Lucas, il cinema americano compie una svolta importante. Nascono i blockbuster e così via. Ma i blockbuster sono l’esatto contrario del migliore cinema italiano. Lì ci sono sempre i buoni e i cattivi, un mondo in bianco e nero. Fellini e Visconti erano invece “La bella confusione”.
La ricetta del Darth Vader
- 40 ml. Gin Beefeater
- 40 ml. Carpano
- 15 ml. Cocchi Dopo Teatro
- 15 ml Agro di mosto (Acetaia San Giacomo)
- Pepper mix
- Guarnizione con tre olive
Oltre a “La bella confusione” (Einaudi) sugli anni d’oro del cinema italiano suggeriamo altri due libri, piacevolissimi e ricchi di interesse e aneddoti. Che trasmettono lo stesso spirito confuso e geniale di allora. Quello di un altro sceneggiatore di razza quale Ugo Pirro, intitolato “Celluloide” ed edito da Rizzoli nel 1983; poi “Addio a Roma” di Sandra Petrignani (Edizioni Neri Pozza, 2012).