Secondo uno studio sulle abitudini di consumo, il distillato di ginepro è insidiato solo da Whisky e Rum
4 miliardi di euro di fatturato, di cui quasi 2 e mezzo totalmente spesi sul mercato interno. Secondo Federvini è quanto gli italiani hanno speso nel 2021 per gli Spirits, ovvero i liquidi alcolici al di sopra dei 18 gradi che noi amiamo tanto. Dati che confermano un mercato in crescita – ma noi lo sospettavamo già -, che secondo Nielsen valgono un +250% solo per il mercato online rispetto al 2020 che era stato un anno già molto fortunato, causa boom degli ecommerce.
Ma quali sono gli spirits che compriamo di più noi italiani? Vermouth, o forse Rum? Hanno provato a rispondere a questa domanda Witailer (una delle più grandi agenzie di consulenza per la vendita onlin) e Mr. Dee Stil. La conclusione? Il Rum è sul terzo gradino del podio insieme a Whisky, superati solo dal gin. Le prime due categorie parlano poco italiano, ma sulla medaglia d’oro siamo fortissimi. Segno positivo quindi anche per i prodotti artigianali nostrani.
E se negli anni passati gli Spirits venivano acquistati principalmente durante l’inverno, i dati forniti dagli analisti di Mr. Dee Still hanno evidenziato come anche la fine dell’estate sia sempre più importante commercialmente. Un caso, che in terza posizione tra gli spirits più cercati ci siano gli amari, e in particolar modo quelli del Sud Italia (tra cui Amaro del Capo Riserva, Ampolla d’Oro 2023 per Spirito Autoctono La Guida), che profumano sempre di estate? Probabilmente no.
Acquisti che si differenziano a seconda del luogo di acquisto, per quanto virtuale. Segno che dopo la pandemia non solo le nostre abitudini sono cambiate, ma che le nuove si sono talmente radicate da potersi differenziare come se stessimo scegliendo in un negozio di quartiere piuttosto che al supermercato. Su Amazon o sui marketplace generalisti, come potrebbe essere la cantina della Gdo, vengono preferiti infatti prodotti meno di nicchia come Baileys o Jack Daniel’s; su piattaforme specializzate sono privilegiati i prodotti storici in edizioni limitate ma anche prodotti considerati di nicchia o emergenti, come gli amari o i liquori. Su Mr. Dee Still, ad esempio, uno dei committenti dell’indagine, due tra i prodotti più ricercati sono locali e artigianali come Amaro Camatti e Mirto Silvio Carta ricetta storica.
E sono proprio le categorie di prodotti meno mainstream che nella ricerca online vanno a identificarsi come parole chiave piuttosto che come brand: Amari e Liquori, che si mantengono su percentuali di ricerche generiche che superano l’80%. Un fattore che permette anche a piccole produzioni di emergere.
Interessante da questo punto di vista è sempre la sottocategoria del Gin, che nonostante mantenga la leadership di categoria in termini di volumi di ricerca, è composta da meno del 20% di ricerche branded. Ciò denota una grossa opportunità per eventuali immissioni nel mercato da parte di aziende produttrici del settore, che potrebbero sfruttare strategicamente questo gap esistente tra domanda e offerta.