Roma, 10-19 giugno 2022, nella ridente area di Roma che risponde al nome di Parco di Tor di Quinto. Sono le coordinate geografiche e temporali di uno dei più grandi eventi della capitale legati all’enogastronomia. Fratello maggiore e più onnivoro di Città della Pizza (a organizzarlo la stessa società), Vinòforum quest’anno è tornato decisamente in forze dopo la pandemia. Pur non essendosi mai fermata l’organizzazione dell’evento, il ritorno nel mese di giugno ha significato il vero e proprio ritorno alla normalità. E anche l’arrivo di Spirito Autoctono, che ha deciso di sposare in toto l’idea dell’evento per portare – al pari di altri partner ed espositori dell’iniziativa – la propria idea di bere saggio e consapevole (e soprattutto autoctono) al grande pubblico.
Spirito Autoctono Vinòforum Edition è nata da un senso di sfida: portare ad assaggiare i distillati in purezza – o con una distillazione basica – alla massa, e poterli così raccontare e promuovere.
Un sfida vinta? In parte.
La più grande vittoria, per gli organizzatori di Spirito Autoctono, è stato il potersi immergere in una delle manifestazioni più popolari – e di grande valore sia commerciale che sociologico proprio per questo motivo – del settore. Un palco da cui osservare in maniera decisamente privilegiata i meccanismi che muovono i consumatori (da non confondere con gli appassionati, per carità!) nel loro rapportarsi con il Food & Beverage. Un know how importante da mettere a disposizione dei produttori, che rimangono il core business delle attività della Guida in tutti i suoi spin-off e nelle varie espressioni comunicative.
Uno dei momenti della serata di Sabato 18 giugno. Foto Antonio Tiberi
Le annotazioni più importanti che la Redazione (del sito come della Guida stessa) porta a casa?
Innanzitutto la consapevolezza che la differenziazione per fasce d’età è sempre meno importante rispetto a quella per interesse ed estrazione sociale (non chiamateci classisti, non lo siamo!): gli appuntamenti in collaborazione con il Sigaro Toscano a cui Spirito Autoctono ha partecipato con una selezione dei migliori prodotti, sono stati tra i più seguiti dell’intera manifestazione. Tutti con un comun denominatore: un pubblico eterogeneo, dove trovare un fil rouge che non fosse l’assoluta differenza e unicità di ognuno, era veramente complesso.
L’ascolto del proprio target. Ogni fiera ha un pubblico diverso, intrinsecamente differente. Anche se la città è la stessa, anche se sono poche le settimane che distanziano un appuntamento dall’altro. Ed essere consapevoli di questo, dei pregi e dei difetti delle persone a cui ci si rivolge, è forse l’unico punto di partenza possibile per rifondare un settore tra i più colpiti dalla pandemia. Quello degli eventi. Ancor più se di settore enogastronomico, dove si è passati dal buffet e dal bicchiere condiviso (non che fosse giusto o igienico) ai piattini monoporzione che imperavano fino a qualche mese fa. Conoscere il proprio pubblico è il primo passo per poter capire come intrattenerlo. Perché sparare a zero sulla folla, metaforicamente e alcol-icamente parlando, non è più né pensabile né sostenibile in un mondo che va sempre di più verso una maggiore sostenibilità fisica e ambientale di ogni attività umana.
Micaela Pallini ed Elio Carta. Foto Antonio Tiberi
La sintesi perfetta, è in una citazione di Micaela Pallini (AD dell’azienda omonima e Presidente di Federvini, intervenuta nella serata speciale di Spirito Autoctono per premiare alcuni degli Special Award della guida e per presentare in una commossa intervista il nuovo corso di Amaro Formidabile): “Noi italiani siamo campioni del bere moderato. Tra i pochi in Europa”. Bere moderato, ovvero bere consapevole. Ripartiamo da qui.